Cristina Passarani
Menopausa conclamata? Ecco i rimedi naturali per te La prima cosa da fare in questo caso è evitare che il corpo si indebolisca: per sostenere l'attività di tutti gli organi, niente è meglio dei giusti rimedi verdi... Contro vampate e sbalzi pressori servono questi estratti La liquirizia Dal climaterio e per tutta la durata della menopausa, è importante evitare i bruschi tracolli ormonali perché sono proprio loro che provocano vampate e sbalzi pressori. La tua risorsa è la liquirizia: come hanno dimostrato vari studi, 2 capsule di estratto secco di liquirizia deglicirizzata al dì aiuterebbero ad attivare i recettori dell’estrogeno, riducendo l’intensità delle vampate. La dioscorea Mattina e sera prima di dormire applica sull’addome una noce di crema a base di estratto di Dioscorea villosa fino a completo assorbimento: la dioscorea è un’ottima fonte di diosgenina, un principio attivo in grado di imitare l’attività del progesterone; in questo modo, contrasta in modo dolce tutto lo spettro di possibili disturbi dovuti allo squilibrio ormonale. ontro ansia e insonnia da menopausa, serve il luppolo Se con l’arrivo della menopausa hai iniziato a soffrire di ansia e insonnia, il rimedio giusto è il luppolo: grazie al suo effetto sedativo, incide positivamente sull’equilibrio del sistema neurovegetativo e migliora la qualità del sonno. Bevi il suo infuso alla sera. Se soffri di vampate notturne che incidono sulla qualità del sonno prima di coricarti al posto dell’infuso assumi il luppolo in formulazione concentrata; diluisci 50 gocce di tintura madre di luppolo in poca acqua e assumi il preparato 30 minuti prima di andare a letto. Depressione e calo del desiderio; ti aiuta il ginseng Se il riassetto ormonale tipico della menopausa ti provoca una lieve depressione, accompagnata da un calo del desiderio, prova il ginseng: è una naturale sorgente di fitoestrogeni che giovano anche al sistema nervoso, stimolano la libido e, se serve, combattono la secchezza vaginale. Prendine 2 capsule al dì prima dei pasti con un bicchiere d’acqua. Per diminuire il dolore durante i rapporti e rafforzare i muscoli vaginali che con la menopausa s’indeboliscono, con la punta delle dita massaggia la parte con qualche goccia di olio di mandorle mescolati a 2 gocce di essenza di neroli. Il picnogenolo fortifica la circolazione Per salvaguardare cuore e circolo dallo stress ossidativo affidati all’estratto di corteccia di pino marittimo, il picnogenolo: è particolarmente indicato per le donne in menopausa, che sono più esposte al rischio di infarto e ictus. Assumi 2 compresse da 450 mg ai pasti con poca acqua per cicli di 2-3 mesi.
Cristina Passarani
L'ENERGIA SOTTO I NOSTRI PIEDI: LA GEOTERMIA I ricercatori Adele Manzella e Carlo Ungarelli firmano per il Mulino un libro in grado di illustrare, con linguaggio accessibile, potenzialità e sfide che attendono lo sviluppo di questa fonte rinnovabili La geotermia ha origini antichissime, ed entra sulla scena dell’economia energetica mondiale proprio in un piccolo centro della Toscana, Larderello, dove nel 1904 – quindi a pochi anni dall’apparizione prepotente dell’energia elettrica nella vita dell’uomo –, il calore di fluidi geotermici produsse elettricità». Ed è sempre dall’Italia che «rimase fino al 1952 l’unica produttrice al mondo di energia geotermoelettrica, l’idea si diffuse in molti altri Paesi». Ancora oggi all’Italia, sebbene abbia perso da tempo il primato globale della potenza geotermica installata, viene riconosciuta una leadership indiscussa per le competenze secolari maturate nella coltivazione di quest’energia pulita. Ed è forse per un eccesso di confidenza che alle nostre latitudini si finisce adesso per (stra)parlare di geotermia senza conoscerne adeguatamente almeno le basi scientifiche. Fortunatamente ci sono delle eccezioni: i virgolettati che riportiamo provengono da La geotermia (il Mulino, 2011), un agile volumetto che in meno di 130 pagine offre una panoramica chiara e sufficientemente ampia su cosa sia la geotermia, su quali siano le tecnologie impiegate per ricavarne energia utile all’uomo, sui loro impatti e sulle sfide che ci attendono. Un lavoro dove a fare la differenza sono i due autori, Adele Manzella e Carlo Ungarelli; quest’ultimo è un fisico che ha svolto attività di ricerca per l’Istituto di geoscienze e georisorse (Igg) del Cnr oltre che in molte università europee, mentre la geofisica Manzella – che è stata chiamata a presiedere l’Unione geotermica italiana – è primo ricercatore e coordinatrice dei progetti geotermici sempre all’Igg del Cnr. Partendo col descrivere quel motore termico che è per sua natura la Terra stessa, gli autori notano che ogni anno l’energia che questo motore mette gratuitamente a nostra disposizione è enorme: 33 miliardi di Tep, circa il triplo della domanda di energia primaria mondiale. Certo, si tratta di un’energia non raggiungibile ovunque in ugual misura. Come è più utile impiegare tecnologie fotovoltaiche dove l’irraggiamento solare è ottimale, o pale eoliche in caso di dati anemometrici incoraggianti, ci sono aree lungo il pianeta con caratteristiche geologiche che rendono la geotermia particolarmente allettante come fonte energetica. Alcune di queste aree sono proprio in Italia, e non a caso in Toscana (dove sono ad oggi coltivati campi geotermici nelle zone di Larderello, Travale, Amiata). Basti pensare che i sistemi geotermici più preziosi per la produzione di energia sono quelli a vapore dominante, e che ne esistono solo cinque al mondo: uno è a Larderello. Eppure, nonostante il know-how secolare accumulato e le caratteristiche uniche (in primis la continuità produttiva, oltre alla possibilità di coniugare impieghi elettrici e termici) di quest’energia, le potenzialità della geotermia sono ancora largamente inespresse. Per questo, a livello globale, la Global geothermal alliance – che ha tenuto la sua prima conferenza di alto livello a Firenze – si è presentata nel 2015 sotto il cappello dell’Onu all’Accordo sul clima di Parigi lanciando obiettivi ambiziosi ma raggiungibili: +500% di elettricità e +200% di energia termica generate da fonte geotermica entro il 2030. Si tratta però di obiettivi raggiungibili soltanto in maniera sinergica e condivisa coi territori direttamente coinvolti dalla coltivazione geotermica. Per questo è necessario un imponente e onesto sforzo comunicativo da parte di istituzioni, imprese e mondo scientifico.
Cristina Passarani