Cristina Passarani

Il collagene è la proteina "incaricata" di dare struttura alla cute: quando manca, compaiono le rughe. L’acido ialuronico, invece, mantiene l’idratazione e il tono della pelle. Queste due sostanze sono sempre presenti in creme e sieri antiage, ma non tutti sanno che il nostro corpo è in grado di produrle da solo e se lo aiutiamo con l'alimentazione. Tra gli alimenti che permettono al nostro organismo di sintetizzare collagene e acido ialuronico ci sono anzitutto quelli più ricchi di vitamina C, che interviene direttamente nella formazione di queste sostanze. Un posto in prima fila spetta quindi ai quindi peperoni (da mangiare crudi in pinzimonio) e ai ribes che sono, in natura, le fonti più ricche di vitamina C. Ma spazio anche a rucola, broccoli, agrumi e agli altri frutti di bosco. Il potere antiossidante della vitamina C aiuta anche a ridurre i danni che i radicali liberi fanno alle molecole di collagene e acido ialuronico. Cibi antiage: sì a cavolini, pollo e amaranto Indispensabili per produrre collagene sono anche gli alimenti ricchi di zolfo, sostanza di cui il corpo ha bisogno per ricostruire e proteggere questa proteina. Lo contengono, sotto forma di aminoacidi solforati, i cavolini di Bruxelles, l’albume d’uovo, il pesce e il pollame. Per la sintesi del collagene è indispensabile poi la presenza di un aminoacido, la lisina. Lo trovi nei legumi, in carne e pesce e nell’amaranto, uno pseudocereale originario delle Ande, che contiene anche minerali come lo zinco, sostanza che, quando è carente, porta a un indebolimento delle strutture del collagene. Puoi gustare i chicchi di amaranto come “aggiunta” a minestre e passati di verdura. È opportuno lavarli, utilizzando un colino a maglie piuttosto fitte, poiché sono piccolissimi. Cuociono in circa 40 minuti in acqua. Scopri il potere cosmetico della soia Per aumentare i livelli di acido ialuronico un aiuto ti viene da quegli alimenti che contengono genisteina, una sostaza particolarmente utile alle donne che, con il diminuire degli ormoni femminili dopo i 50 anni, vedono le rughe farsi più profonde. La trovi in abbondanza nel tofu, ricavato dalla soia, che puoi aggiungere alle insalate o far saltare in padella, dopo averlo marinato con aromi, olio extravergine di oliva e limone, per dargli sapore. La genisteina è presente anche nelle fave e nei lupini, che oggi si possono acquistare al naturale oppure come crocchette veg già pronte. Anche il brodo è antirughe Di recente il brodo ha vissuto una grande popolarità, legata alla sua capacità di far perdere peso. In più il brodo, fatto alla maniera tradizionale, ovvero facendo bollire la carne con l’osso (di pollo o di manzo), ma anche il brodo di pesce è anche capace di rifornirti di acido ialuronico e collagene. Nel brodo si trovano disciolti tutti gli aminoacidi che servono per dare struttura alla pelle, associati ad acqua e sali minerali in abbondanza. Per preparare in casa, ad esempio, quello di pollo (fatto con un pollo da un chilo, due litri di acqua, sedano, cipolle, carote, due spicchi d’aglio e aromi) sono necessari circa 50 minuti. Anche quando si prepara il tradizionale lesso di manzo, si ottiene un brodo che è un ottimo antiage alimentare.

Cristina Passarani

Cali di energia? Debolezza? Sbalzi d’umore? Serve subito una cura con la schisandra (Schisandra chinensis), una liana rampicante originaria dei territori della Manciuria e delle Russia orientale, che produce dei piccoli frutti rossi. È una pianta adattogena il cui nome, in lingua cinese, significa “bacca dei cinque sapori” per indicare la globalità della sua azione su tutto il corpo, nutrito per l’appunto da 5 sapori - dolce, amaro, salato, acido e piccante - che tonificano i 5 organi-chiave della salute: milza, cuore, rene, fegato e polmone. Non a caso da secoli la schisandra viene usata in Oriente come tonico e antivirale, ma solo negli ultimi anni è stato scientificamente dimostrato che i lignani in essa contenuti le conferiscono proprietà simili a quelle di un ricostituente, che rinvigorisce l’organismo debilitato da infezioni, convalescenza e sedentarietà. La schisandra, reperibile in erboristeria ma anche on line, si assume sotto forma di estratto secco: se ne prende una compressa da 500 mg mezz’ora prima di pranzo, con un bicchiere d’acqua. In alternativa, sono ottime come snack le bacche essiccate (2-3 cucchiaini con uno yogurt bianco o al naturale), da usare anche per preparare un infuso: ne bastano 2 cucchiaini per tazza d’acqua, da far bollire 10 minuti e da dolcificare con un cucchiaino di miele. Se ne bevono un paio di tazze al giorno, anche freddo, per compensare le perdite di sali dovute alla sudorazione. La schisandra protegge e disinfiamma il fegato La schisandra favorisce l’aumento dei livelli di glutatione, una sostanza che sostiene la fisiologica rigenerazione del sistema epatico, messo a dura prova dalla dieta ricca di grassi e comfort food ma anche dallo stress e dall’abuso di farmaci. I principi attivi antiossidanti presenti nelle bacche, fra i quali spiccano la schizandrina, il brisabolene, la pregomisina, la schicanterina, il rubridilattone e la gomisina A, secondo diversi studi avrebbero anche la capacità di risanare le cellule epatiche danneggiate e di impedirne la degenerazione. Aumenta il metabolismo e rafforza la massa muscolare Se è vero che un lungo periodo di inattività impigrisce - oltre ai muscoli - anche il metabolismo, la schisandra è la pianta giusta per ripartire con il giusto sprint. Perfetta per il periodo primaverile, quando già si annunciano i primi caldi, la schisandra prepara alla bella stagione combattendo l’astenia. Non ultimo, grazie alla sua azione neurostimolante, stempera anche l’ansia e la paura delle malattie che, di fatto, ci rendono più fragili e vulnerabile a eventuali nuovi contagi. Combatte la fame nervosa e il sovrappeso La schisandra è utile a chi desidera dimagrire, soprattutto quando l’accumulo di chili in più è dovuto a una fame continua, dovuta soprattutto alla tensione nervosa. La schisandra, assunta sotto forma di integratore con le modalità che abbiamo indicato, tonifica il sistema nervoso e combatte la dipendenza dal cibo spazzatura, dolce o salato che sia: quello che più spesso ricerchiamo quando dobbiamo tirarci su di morale.

Cristina Passarani

Stanotte, potremo alzare gli occhi al cielo e osservare la Luna Vecchia cadere tra le braccia della Luna Nuova, e la “luce cinerea” che si diffonderà sulla superficie del nostro satellite naturale. La luce cinerea” è un fenomeno celeste che si verifica più volte durante l’anno, ma il periodo tra aprile e giugno è il migliore per ammirare il magico bagliore che toccherà il lato buio del nostro satellite. Si tratta di un’illuminazione fioca, proveniente dalla luce solare riflessa sulla Terra, di tutto o parte del lato, altrimenti buio, della Luna. Stanotte, la Luna sarà illuminata al 12%, il che significa che lo spicchio sarà leggermente più difficile da vedere, ma varrà comunque la pena osservarlo. Nell’arco di un anno, è possibile osservare questo fenomeno all’interno di ciascun mese lunare, composto da 29 giorni. Ma, allora, cosa c’è di tanto speciale se la Luna ci regala tutto l’anno questo fenomeno? Di speciale c’è che in questo periodo, nell’emisfero settentrionale, l’albedo terrestre (la luce solare riflessa dal pianeta) è particolarmente intensa. Uno spettacolo emozionante, quindi, specialmente in questo periodo dell’anno.

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