E’ stato inaugurato da poco in Val di Rabbi, in Trentino Alto Adige, il primo percorso nel bosco da percorrere rigorosamente a piedi nudi. Un modo originale ed efficace per godere appieno della natura e di tutti i benefici che ci offre il contatto con la terra.
Camminare a piedi nudi, ormai è risaputo, offre diversi vantaggi al nostro fisico e anche alla nostra mente: aiuta la postura, migliora la circolazione sanguigna e ci permette di scaricare le tensioni nervose (tanto per citare i più comuni). Se a questo aggiungiamo la carica che può donarci una passeggiata nel bosco a contatto con gli alberi, l’erba e l’aria pulita, capiamo quanto rigenerante possa essere intraprendere un percorso del genere.
Ora tutto questo è possibile grazie al Percorso a piedi nudi nato nel bosco in località Coler, in Val di Rabbi (parco dello Stelvio). Si tratta di un sentiero di circa 500 metri in cui si incontrano diversi tipi di terreni ed elementi naturali su cui camminare: terra, erba, pietre levigate, muschio, pigne secche, tronchi d’albero e acqua gelata (ci si immerge in un ruscello).
Lo stimolo che offrono al nostro corpo tutti questi diversi elementi è notevole: si va dal miglioramento della circolazione al rafforzamento di piedi e caviglie, dall’aiuto nel mantenere una postura corretta, all’alleviamento dei dolori di schiena. Si lavora poi sull’equilibrio, sulla respirazione corretta, si riduce lo stress aumentando il livello dell’energia, si stimolano tutti i sensi e si prova una piacevole sensazione di libertà fisica e mentale.
Si consiglia di effettuare il percorso con un andatura lenta e ben lavorando con la pianta dei piedi sui diversi elementi che si incontrano durante la camminata. Si tratta di un percorso semplice della durata di 30 minuti che può essere sperimentato da grandi e piccini e, se piace, nessuno vieta di fare più giri.
Se siete in zona o vi trascorrerete le prossime vacanze, non dimenticate di provarlo!
La profezia che si autoavvera, nota anche come effetto Pigmalione, è uno degli effetti psicologici più importanti da tenere in considerazione nel rapporto con i bambini.
L’effetto Pigmalione si potrebbe riassumere così: se un insegnante pensa che uno studente sia meno dotato e meno capace, inconsapevolmente lo tratterà in modo diverso da come farà con uno studente che ritiene brillante e meritevole. A causa di queste differenze di comportamento, spesso molto difficili da percepire, lo studente considerato “inferiore” si convincerà di essere tale e i suoi risultati peggioreranno. Al contrario, lo studente considerato “migliore” otterrà risultati più brillanti. Se ti interessa approfondire la storia e gli aspetti scientifici di questo fenomeno, puoi leggere la nostra guida all’effetto Pigmalione.
Tutte le nostre azioni generano delle conseguenze, specialmente se quelle azioni agiscono su chi ci sta vicino. Così, se uno studente ben motivato può ottenere risultati sorprendenti, dovremmo prestare una particolare attenzione a non scoraggiare e a non sottovalutare nessuno.
Una tecnica valida è quella del “non ancora”: si sostituiscono le affermazioni denigratorie con uno spostamento temporale. “Non sei capace” diventerà “Non sei ancora riuscito”. In questo modo, il bambino impara a ragionare in termini incrementali e non unitari; impara ad allenarsi per raggiungere un traguardo futuro piuttosto che abbattersi per il fallimento attuale. Ne abbiamo parlato in modo approfondito nella guida sul potere del “non ancora”.
L’effetto Pigmalione ci permette di dire a cuor sereno che nessuno studente è perduto se ha un insegnante che crede in lui.