Cristina Passarani

LE FERITE DA TAGLIO: PICCOLI SUGGERIMENTI Le ferite da taglio sono uno degli incidenti domestici più comuni e sono dovute a oggetti affilati come coltelli o vetri. Si presentano in genere come ferite lineari e dai margini netti. Che sia lieve o più profonda, la ferita va trattata con le mani pulite per scongiurare il rischio di infezione. Chiamare i soccorsi 112/118 e nel frattempo? La prima cosa da fare è controllare che la ferita sia pulita prima di arrestare l'emorragia, qualora presente. L'emorragia è la fuoriuscita di sangue dai vasi (arterie, vene o capillari); in caso di ferite profonde, l'emorragia può anche essere di tipo misto data la vicinanza di arterie e vene. Le emorragie capillari sono le meno preoccupanti, coinvolgono i vasi sottocutanei e superficiali e il sangue fuoriesce a gocce ed è di colore scuro perchè ricco di anidride carbonica e fluisce in modo lento e costante. in questi casi è consigliabile: - sciacquare la ferita con acqua fredda - tamponare poi con una garza sterile - disinfettare la ferita (verificando che non siano presenti corpi estranei al suo interno) - applicare una benda sterile o un cerotto in base alla gravità della ferita. - se l'emorragia non si arresta continuare ad aggiungere bende senza togliere le prime posizionate e applicare un bendaggio compressivo. In caso di emorragia ARTERIOSA invece il sangue è di colore rosso vivo e fuoriesce a fiotti in sincronia con il battito cardiaco. CHIAMARE SUBITO I SOCCORSI! È importante intervenire tempestivamente. Se l'emorragia è comunque contenuta è sufficiente pulire, disinfettare e poi tamponare la ferita con una garza sterile o un fazzoletto pulito. - lavare la ferita - disinfettare - apporre garze sterili ed effettuare un bendaggio compressivo in attesa dei soccorsi. COSA NON FARE IN CASO DI FERITA: Non si deve usare il laccio emostatico (o cinture, cravatte o simili), nel tentativo di arrestare l'emorragia a monte della ferita. Il laccio emostatico va utilizzato solo nei casi di assoluta necessità e con estrema cautela: per esempio davanti a un'amputazione o a una sindrome da schiacciamento ma sempre in accordo con la centrale operativa 112/118. BUONA LETTURA.

Cristina Passarani

COME GESTIRE LO STRESS DURANTE LE VANCANZE: ricordandoci che staccare la spina è un diritto! Gestire lo stress lavorativo per entrare con dolcezza nelle feste o in qualsiasi periodo feriale: chiamalo facile. Come fa notare Anna Meyer su inc.com, è cosa solita (ma non buona e giusta) andare in ferie e non riuscire a godersi a pieno quel meritatissimo momento di pausa - e relax! - dalla routine quotidiana. Nelle mente di qualcuna bazzica sempre un vago pensiero che riporta l’attenzione alla postazione in ufficio, quell’ansia velata che ci segue anche sotto l’ombrellone e persino in un bosco quando torniamo col pensiero a quell’email di risposta che stavamo attendendo con estremo fervore. Insomma, come si fa a staccare la spina in senso proprio e letterale? Non si tratta di egoismo, ma neppure si possono concentrare le proprie energie sempre solo esclusivamente sugli altri. Per gestire lo stress dobbiamo anche amare di più noi stesse e dedicare tempo a ciò che il corpo ci chiede, che si tratti di riposo o di una semplice coccola skincare. Anzi, imparare a ritagliare tempo per sé è una pratica sana che deve iniziare ancor prima di andare in vacanza. In parole semplici, dovrebbe essere una costante anche nella nostra routine lavorativa. Ritagliatevi 5, 10 o 15 minuti al giorno per fare qualcosa per voi stesse, con la giusta intenzione. Sul posto di lavoro, invece, potrebbe essere rigenerante fare una passeggiata fuori durante la pausa pranzo o spostarsi per qualche minuto in un’altra area dell’ufficio per ascoltare un paio delle nostre canzoni preferite.

Cristina Passarani

ARIA PIU' PULITA IN UN BATTER D'OCCHIO! Le piante grasse - soprattutto l’aloe e la cosiddetta “lingua di suocera” - sono alleate dell’aria (pulita) di casa: sono in grado di purificarla eliminando le tossine. Lo ha confermato una ricerca condotta nientemeno che dalla Nasa, secondo i cui rilevamenti sono capaci di rimuovere l'87% dei composti organici volatili (COV) presenti nell’aria. Queste piante sono particolarmente utili in ambienti di lavoro e di studio perché le sostanze COV come il benzene e la formaldeide si mascherano da sacchetti della spesa, da inchiostro, da pagine stampate e addirittura da tappeti. In pratica, le piante grasse sono una vera boccata d’aria pulita di cui non fare a meno. Un boost di ossigeno Durante il processo di fotosintesi, tutte le piante rilasciano ossigeno durante il giorno. Le cose cambiano di notte, quando la maggior parte di essere inverte il processo e rilascia anidride carbonica. Le piante grasse (così come le orchidee e le palme areca), invece, continuano a produrre ossigeno giorno e notte. Insomma, sono perfette anche per la camera da letto così da assicurarci una bella boccata d’aria fresca anche mentre facciamo sogni d’oro - sì, perché respirare meglio significa anche dormire meglio. Può sembrare strano, ma non lo è affatto: le piante grasse ci aiutano anche a concentrarci. Lo hanno dimostrato una serie di ricerche condotte su studenti e lavoratori, svelando che la presenza di piante in una stanza migliora i livelli di attenzione e le capacità cerebrali. Come se non bastasse, uno studio dell'Università del Michigan ha scoperto che studiare vicino alle piante aiuta la nostra memoria a essere più efficace del 20%. Long story short, una piccola piantina sulla scrivania può davvero fare tanto. Circa il 10% dell'umidità presente nell'atmosfera terrestre nasce dall'acqua rilasciata dalle piante. La stessa cosa succede nella stessa casa: più piante abbiamo, più riusciamo a regolare ad hoc l’umidità in casa prevenendo disturbi fastidiosi quali raffreddore, tosse secca, mal di gola e pelle screpolata. Un rimedio verde più efficace di quanto pensassimo: uno studio condotto dalla Agricultural University of Norway ha rilevato una diminuzione del 60% dei tassi di malattia negli uffici con piante. Tina Bringslimark, un'esperta in psicologia ambientale, ha spiegato al Telegraph: “Abbiamo studiato la quantità di assenze per malattia dichiarate dai dipendenti e l'abbiamo confrontata con la quantità di piante che potevano vedere dalla loro scrivania. Più piante potevano vedere, meno assenze per malattia auto-dichiarate c’erano”. Incredibile, ma vero. on solo ci aiutano a non ammalarci, ma ci permettono di recuperare più rapidamente nel caso in cui l’influenza abbia la meglio. Secondo i ricercatori della Kansas State University, le piante grasse possono contribuire a ridurre sintomi simil-influenzali, il mal di testa, la febbre e la tosse. Per dimostrarlo hanno studiato dei pazienti ospedalizzati che avevano piante nelle loro stanze: a quanto pare hanno avuto bisogno di meno antidolorifici di chi non ne aveva, hanno registrato una migliore pressione sanguigna, una frequenza cardiaca più bassa e hanno sperimentato meno affaticamento e ansia. Piccole, belle, poco costose, facili da curare: le piante grasse sono la prossima ossessione a cui non possiamo proprio dire di no!

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