Cristina Passarani
Le origini dell’aromaterapia L’utilizzo delle essenze a scopo alimentare, cosmetico, profumiere, terapeutico e rituale è antichissimo e presente in ogni civiltà. È noto come il processo di mummificazione praticato nell’antico Egitto prevedeva l’impiego di essenze, quali quelle di cedro, cannella e trementina. La semplice lettura limitata ad alcuni passi dell’antico e del Nuovo Testamento consente di cogliere l’importanza attribuita alle essenze nel mondo ebraico e cristiano. Alle essenze viene attribuito un valore pari all’oro e alle pietre preziose: “poi la regina di Saba regalò a Salomone più di 230 quintali di oro, una gran quantità di profumi e pietre preziose. Nessuno ha mai regalato tanti profumi, quanti ne diede la regina a Salomone”(1 Re 10,10) Il commercio e l’impiego di legni pregiati come il sandalo erano molto intensi come testimoniano alcuni passi tratto dal libro dei Re. Anche il Cantico dei Cantici celebra la bellezza della donna amata con il continuo riferimento alle essenze più pregiate e rare… Molti avvenimenti importanti avvengono in un atmosfera particolare creata dagli aromi, come l’annuncio della nascita di Giovanni il Battista. Alcune essenze sono versate per rendere omaggio alla presenza del Cristo. La sepoltura prevedeva il trattamento del corpo con aromi….e via di seguito potrei citarne tanti altri. Il termine AROMATERAPIA compare per la prima volta in un testo del 1937, scritto dal chimico francese Rene’ Gattefosse’, relativo all’applicazione degli oli essenziali in dermatologia e nella cosmesi. L’autore intuì il potenziale terapeutico quando casualmente verificò su se stesso la capacità della Lavanda di guarire una grave ustione alla mano. Il medico francese Jean Valnet ha riassunto in un testo di Aromaterapia, pubblicato nel 1964, i preziosi studi sull’impiego degli oli essenziali nel trattamento specifico delle varie affezioni. La ricerca attuale si caratterizza soprattutto per il tentativo di codificare le regole di raccolta, preparazione e utilizzazione delle varie essenze. Ha inoltre l’obiettivo di isolare, testare e riprodurre i principi attivi responsabili dell’attività farmacologica degli oli essenziali. Le numerose proprietà terapeutiche degli oli essenziali derivano dalla loro complessa composizione chimica. In generale si distinguono in base all’attività preminente su un apparato o sistema. Hanno un’azione antisettica, diuretica , antispasmodica , antibatterica, sedativa, tonificante, espettorante, carminativa, digestiva, riequilibrante, diuretica, afrodisiaca, antireumatica, depurativa
Cristina Passarani
parte seconda: Dove trovarlo e come sceglierlo Trovare il cedro in vendita può essere una sfida, non facile trovarlo. Controllate nel reparto ortofrutta del negozio specializzato dove abitate, oppure provate in un mercato, e se non siete fortunati, qualche fornitore vi spedirà del cedro fresco a casa dietro pagamento di una commissione. Si può trovare più facilmente Il cedro candito o la marmellata di cedro, più facili da reperire e sono disponibili nella maggior parte dei supermercati, oltre ai rivenditori online. Quando comprate questi frutti, assicuratevi che abbiano ancora la fragranza degli agrumi e che le bucce siano prive di imperfezioni senza ammaccature sulla pelle. Il colore dovrebbe essere giallo acceso; una pelle di colore verde indica che non ha ancora raggiunto la maturazione mentre una giallo più scuro-arancione significa che il frutto è troppo maturo. Una volta che lo portate a casa, potete conservarlo a temperatura ambiente fino a una settimana o nel frigorifero per 2-3 settimane. Ricette e usi A differenza di altri tipi di agrumi, questo frutto ha una buccia spessa e pochissima polpa e semi. La maggior parte delle ricette implica il taglio della buccia in pezzi piccoli, cottura nello sciroppo di zucchero, o caramellarla e dopo trasformarla in marmellata o aggiungerla a dolci da forno. Il cedro candito può essere mescolato in biscotti e torte alla frutta, aggiunto a cocktail, cosparso sul porridge o usato per addolcire una tazza di yogurt probiotico. Potete usare il cedro nella ricetta del vostro infuso preferito a base di cedro e miele. Quest’infuso, è preparato mescolando fette di cedro con zucchero e miele per fare una marmellata, la quale è poi mescolata con acqua calda. Può essere consumato sia caldo che freddo ed è spesso usato per placare il mal di gola. Se state cercando dove comprare l’infuso a base di cedro e miele, potete trovarlo nella maggior parte dei mercati specializzati Asiatici dove sono disponibili anche le marmellate (qualche volta chiamate ‘yuja-cheong’) prodotte dal cedro o dallo yuzu. Potete anche provare a farlo a casa se avete del cedro fresco a portata di mano. State cercando dei modi più creativi per usare questo delizioso agrume? Curiosità E’ stato coltivato sin dai tempi antichi, anche più a lungo della maggior parte delle altre specie di agrumi. Considerato essere originario dell’India, si dice che il cedro fu originariamente portato nell’Antica Cina dai Monaci Buddhisti. Era anche in larga parte coltivato nel Golfo Persico e si pensa che si sia diffuso a ovest verso l’Europa seguendo la sconfitta di Alessandro il Grande dell’Impero Persiano. Nella Bibbia, il Levitico lo menziona (o “frutto dell’albero hadar”) è parte della Festa dei Tabernacoli, una tradizionale festa Ebraica tipicamente celebrata annualmente in un giorno tra il tardo Settembre e il tardo Ottobre. Il frutto era anche descritto dall’autore romano Plinio il Vecchio, che affermò: “Quanto al frutto, mai mangiato, esso è degno di nota per il suo estremamente forte odore, ed è questo il caso, anche, delle foglie, odore che penetrerà nei vestiti, che si impregneranno di esso, e perciò sarà molto utile nel respingere gli attacchi di insetti nocivi. Oggi questo agrume è comune in molti tipi di cucina Asiatica ed è spesso candito e aggiunto a torte di frutta secca, bevande e dessert. Ha ancora un valore culturale per molti. Infatti, una delle più comuni varianti è la mano di Buddha, è comunemente servito durante il Nuovo Anno in Giappone e Cina perché simboleggia salute e felicità”. Controindicazioni: Sebbene abbastanza inconsueto è possibile avere un’allergia agli agrumi. I sintomi possono comprendere: prurito, gonfiore, orticaria, rossore e formicolio. Qualche persona potrebbe anche essere allergica alla scorza dell’agrume, la quale può produrre sintomi di dermatite da contatto come bruciore, prurito o pelle secca, squamosa. Se notate questi o altri
Cristina Passarani