Cristina Passarani

Cos’é il biomagnetismo? Il biomagnetismo (da non confondere con la magnetoterapia) é un sistema terapeutico scoperto dal Dr. Goiz in Messico nel 1988, che viene realizzato utilizzando semplici magneti di poli diversi: negativo e positivo, posizionati in punti ben precisi a secondo del tipo di patologia che il paziente può soffrire. Come funziona il biomagnetismo Sappiamo che nel corpo umano esistono campi magnetici equilibrati. Quando c’è una malattia causata da: batteri, parassiti, funghi o perfino virus, l’energia magnetica si rompe producendo uno scompenso. C’è ovviamente un cambiamento nel composto di elettroliti che genera una variazione nel senso del campo magnetico, producendo una polarizzazione positiva o negativa dell’organo o degli organi dove crea un’anomalia biologica e pertanto un cambiamento nel pH. Ricordiamoci che il pH deve essere sempre sui valori tra 7.35 e 7.45. Le malattie si sviluppano quando nel nostro organismo si crea un ambiente la cui acidità è favorevole alla proliferazione dei germi. Sia l’acidità eccessiva sia l’alcalinità superiore alla norma possono causare dei problemi. Il nostro organismo è una macchina perfetta che ha bisogno di equilibrio per funzionare bene. Il trattamento si realizza supino col paziente disteso su una superficie piana, deve portare vestiti leggeri di cotone, camicia e pantaloni, e scarpe chiuse o da da tennis, non sandali. La ragione per la quale la valutazione si realizza con scarpe chiuse è perché tanto per il paziente come per il terapeuta è più facile ed assicura una visualizzazione della distorsione energetica, accorciamento o allungamento della gamba destra , dimostrando la distorsione dell’organo sofferente. Una volta scoperto l’alterazione dell’organo il terapeuta procede a realizzare la correzione energetica di quell’organo con magneti (calamite) manualmente.

Cristina Passarani

La tisana al tarassaco e curcuma Sembrano piante così diverse tra loro ma in realtà hanno molto in comune. E non solo il colore giallo!La curcuma e il tarassaco possono tranquillamente andare a braccetto e tuffarsi in calde acque, sprigionando i loro poteri depurativi, antietà e digestivi. Il tarassaco è una pianta perenne della famiglia delle Asteraceae. Molto comune in tutta Italia, nota anche come dente di leone o soffione, il tarassaco contiene isoprenoidi, inulina e principi amari. Questa pianta è nota da millenni per le sue proprietà diuretiche e depurative.La curcuma, chiamata anche "zafferano d'India" per il caratteristico colore giallo, è una pianta erbacea tropicale appartenente alla famiglia delle Zingiberaceae. La curcuma è usata anche in cucina come aroma naturale, il principio attivo che la rende una pianta interessante anche dal punto di vista fitoterapico è la curcumina. Al pari del tarassaco, la curcuma ha proprietà colagoghe e coleretiche, ovvero favorisce la produzione della bile e il suo deflusso verso l'intestino. Inoltre è antinfiammatoria, immunostimolante e antiossidante.Entrambe le piante vengono raccomandate per la cura di disturbi digestivi, oltre che per quelli epatici e delle vie biliari. La curcuma, tra medicina ayurvedica e medicina occidentale La ricetta della tisana con tarassaco e curcumaGrazie alle proprietà di curcuma e tarassaco, la tisana che risulta da una loro unione, può favorire una naturale depurazione dell'organismo contribuendo a eliminare le tossine accumulate nel tempo e a ridurre i processi di fermentazione.Se si aggiunge del finocchio o del cumino, la tisana acquisisce anche un elevato potere sgonfiante.Il cardo mariano è epaprotettore, cura le patologie del fegato, mentre la menta è in grado di svolgere un'azione benefica nei confronti dei problemi connessi allo stomaco e all'intestino.Ma vediamo come si prepara una gustosa e salutare ricetta. Recatevi dal vostro erborista di fiducia e fatevi preparare la tisana in questo modo:> Tarassaco (erba): 30g > Curcuma (rizoma): 20g > Cumino (frutti): 10g > Cardo mariano (semi): 20g > Menta (foglie): 20gPreparazione: mettere un cucchiaio raso da minestra di miscela erboristica in 200 ml d'acqua circa. Lasciare in infusione per qualche minuto, fino al raffreddamento. Consumare la tisana depurativa al tarassaco e curcuma un paio di volte al dì.

Cristina Passarani

La Passiflora caerulea è da noi impiegata prevalentemente come pianta ornamentale, ma nei Paesi d’origine è usata tradizionalmente come pianta medicinale. In erboristeria e in fitoterapia si utilizza l’estratto secco per le sue proprietà sedative contro, ad esempio, il nervosismo.La Passiflora caerula viene invece utilizzata soprattutto a scopo ornamentale nei giardini e terrazzi: è una pianta rampicante che si sviluppa in fretta senza richiedere cure particolari.In estate produce splendidi fiori, tollera bene il sole diretto e resiste anche alle temperature rigide invernali. L’uso erboristico della Passiflora careula è abbastanza limitato ma in Sud America viene utilizzata come pianta medicinale.La Passiflora edulis è invece nota per il frutto commestibile chiamato frutto della passione. roprietà della Passiflora caerulaLa Passiflora caerula viene utilizzata come rimedio popolare in Sud America per il contenuto in flavonoidi e acidi fenolici, in particolare Crisina, Lucenina e acido idrossicinnamico.Gli estratti ottenuti dalle foglie di Passiflora caerula hanno azione analgesica, antiossidante, antinfiammatoria e antipiretica, pertanto potrebbero essere utili nel trattamento dei sintomi dell'influenza.La Passiflora caerula ha inoltre proprietà sedative e spasmolitiche utili soprattutto nel trattamento dei disturbi gastrointestinali, in particolare nelle coliti.In associazione ad altre piante, tra cui la melissa, la Passiflora caerula può essere utilizzata anche in caso di ansia e stress, come la più nota Passiflora incarnata, ampiamente impiegata in erboristeria per i disturbi del sonno legati all’ansia.Per riassumere, la passiflora cosa cura? Gli studi sulla passiflora caerula sono limitati, ma questa potrebbe essere impiegata soprattutto per il trattamento delle coliti, oltre che per gli stati d’ansia e i sintomi legati all’influenza.

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