Cristina Passarani

alimentazione e sistema immunitario: Ogni tipo di alimento provoca un’infiammazione. Quando mangiamo non ingeriamo solo sostanze nutritive, ma consumiamo anche una quantità significativa di batteri. Allo stesso tempo, il nostro corpo deve affrontare l’assimilazione del glucosio ingerito e combattere i batteri. Ciò provoca una risposta infiammatoria che attiva il nostro sistema immunitario e che ha una funzione protettiva, come hanno dimostrato per la prima volta i medici dell’Università e dell’Ospedale Universitario di Basilea. Tuttavia, nelle persone in sovrappeso questa risposta fallisce, portando a volte allo sviluppo del diabete. E’ noto che il diabete di tipo 2 (o diabete degli adulti) provoca un’infiammazione cronica, con una serie di effetti negativi. Una serie di studi clinici ha trattato il diabete attraverso l’eliminazione della sovrapproduzione di una sostanza implicata in questo processo, la interleuchina-1beta (IL-1beta). In pazienti affetti da diabete, questa sostanza messaggera scatena l’infiammazione cronica e fa si che le cellule beta produttrici di insulina muoiano. Attivazione del sistema immunitario Tuttavia, questa infiammazione racchiude alcuni aspetti positivi, come scritto di recente da alcuni studiosi del Dipartimento di Biomedicina dell’Università e dell’Ospedale Universitario di Basilea sulla rivista Nature Immunology. Negli individui sani le risposte infiammatorie a breve termine svolgono un ruolo importante nell’assorbimento dello zucchero e nell’attivazione del sistema immunitario. Il lavoro del Professore Marc Donath, Capo del Dipartimento di Endocrinologia e Diabete dell’ospedale e del suo gruppo di studio, dimostra che il numero di macrofagi (un tipo di cellula immune) intorno all’intestino aumenta durante i pasti. Queste cellule, chiamate “pulitrici”, producono la sostanza messaggera IL-1beta in quantità diverse, a seconda della concentrazione di glucosio nel sangue. Inoltre, stimolano la produzione di insulina nelle cellule beta pancreatiche e questo fa si che i macrofagi aumentino la produzione di IL-1beta. L’insulina e l’IL-1beta collaborano per regolare gli zuccheri nel sangue, mentre la sostanza messaggera IL-1beta garantisce la quantità necessaria di glucosio nel sistema immunitario e che quindi rimanga attivo. Batteri e sostanze nutritive Secondo gli esperti , questo meccanismo del metabolismo e del sistema immunitario dipende dai batteri e dalle sostanze nutritive che si ingeriscono durante i pasti. Con le sostanze sufficienti, il sistema immunitario è capace di combattere i nuovi batteri in modo adeguato. D’altra parte, quando si verifica una carenza di sostanze nutrienti, le poche calorie rimaste devono essere conservate per le funzioni vitali importanti a spese della risposta immunitaria. Questo spiega perché le malattie infettive si manifestano frequentemente nei paesi più poveri, caratterizzati da gravi carenze di cibo.

Cristina Passarani

Gli alimenti freschi non solo fanno bene all’organismo per via della loro freschezza, ma perché contengono numerosi enzimi e non sono ossidati; come sappiamo, l’ossidazione è un processo chimico che si verifica quando la materia entra in contatto con l’ossigeno. Ciò accade molto spesso con il ferro o con i metalli, ma anche con gli alimenti, ad esempio quando utilizziamo l’olio per friggere notiamo che questo scolorisce e annerisce. Bisogna sapere che quando questi alimenti ossidati entrano nel nostro corpo si formano i radicali liberi, in grado di danneggiare il nostro organismo a causa della notevole capacità di ossidazione, di gran lunga superiore a quella dell’ossigeno. Gli alimenti ossidati non sono gli unici che producono radicali liberi, ma li generano anche una serie di elementi come il tabacco, l’alcol e lo stress; in primo luogo, i radicali liberi vengono prodotti perfino quando respiriamo. Noi esseri umani respiriamo ossigeno e bruciamo glucosio e grasso nelle cellule, fonti della nostra energia, ma il 2% di ciò che entra nel nostro corpo è formato da radicali liberi. Tuttavia, benché siano considerati i cattivi, i radicali liberi ricoprono anche una funzione essenziale che permette di uccidere virus, batteri, funghi e di eliminare infezioni. Tuttavia, quando il numero di radicali liberi supera un certo livello, essi iniziano a distruggere la cellula e il suo DNA. A partire dai 40 anni la quantità nell’organismo diminuisce, ecco perché molti autori collegano questa età all’aumento delle malattie connesse allo stile di vita. In conclusione, continuando a mangiare gli alimenti ossidati genereremo una grande quantità di radicali liberi nel nostro organismo; inoltre, gli alimenti ossidati contengono pochissimi enzimi, dunque il corpo avrà molte difficoltà a produrre enzimi madre ed entreremo in un circolo vizioso di radicali liberi non neutralizzati che causeranno malattie. Al contrario, l’alimentazione con alimenti freschi ricchi di enzimi, oltre a limitare la quantità di radicali liberi limita anche il deterioramento degli enzimi madre del corpo, conservando per molto più tempo la salute generale del nostro organismo e della nostra energia.

Cristina Passarani

OBESITA' E ALTERAZIONE DELLA FLORA INTESTINALE: Alcuni studi sulle persone sovrappeso hanno dimostrato che nel complesso la loro flora intestinale è caratterizzata da una bassa diversità rispetto a quella di persone con peso nella norma e che tendono a predominare alcuni gruppi di batteri colpevoli soprattutto della metabolizzazione degli idrati di carbonio. Nonostante ciò, l’obesità può essere dovuta da più fattori e il principale è l’infiammazione. Nel caso di problemi metabolici come il sovrappeso, il diabete o di concentrazioni elevate di grasso nel sangue, la maggior parte delle volte viene identificato un aumento dei marcatori infiammatori nel sangue. Tuttavia, i valori non sono così alti da richiedere una terapia, quindi il fenomeno prende il nome di “infiammazione subclinica”. Solitamente i batteri producono infiammazioni attraverso una sostanza trasmettitrice non sotto controllo nell’ambiente intestinale. Nel caso di una proliferazione eccessiva di batteri e di un’alimentazione troppo grassa, però, i motivi per cui una determinata infiammazione si propaga nel nostro corpo divengono molteplici, in quanto il grasso viene trattenuto in caso di bisogno. Può anche verificarsi un effetto diretto alla ghiandola tiroidea: gli agenti infiammatori batterici ostacolano il suo lavoro e diminuiscono la produzione di ormoni tiroidei, rallentando la combustione dei grassi. Le infiammazioni non vengono provocate solo da batteri, ma anche da disequilibri ormonali, da un eccesso di estrogeni, dalla mancanza di vitamina D o da un’alimentazione troppo ricca di glutine. Pertanto, nel momento in cui il soggetto accusi alcuni disturbi, tra i cui sintomi troviamo l’obesità, la carenza di vitamine e sali minerali e la disfunzione tiroidea, è necessario verificare l’equilibrio della flora intestinale, oltre a modificare la dieta.

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