Cristina Passarani
Performance, performance, performance. Focalizza/visualizza, focalizza/visualizza, focalizza/visualizza. Mappa mentale, mappa mentale, mappa mentale. Non c'è una riunione, ma anche chiacchiera di corridoio, che non finisca con una certezza: bisogna migliorare, migliorare le (nostre) performance, sempre. Quando le cose vanno male ovvio, ma anche quando vanno bene. Il metodo di lavoro è sempre perfettibile e ottimizzabile. Per esempio ciò che viene fatto bene va fatto ancora meglio e in minor tempo, non ci si devono perdere pezzi per strada. Come? Agendo sui flussi di lavoro e, a quanto pare, un ottimo alleato a riguardo potrebbero essere proprio le mappe mentali. nnanzitutto, cosa sono le mappe mentali? Sono una rappresentazione grafica del nostro pensiero che, attraverso l'uso di alcuni elementi - parole chiave, rami curvi, immagini, colori, collegamenti - stimolano la memoria e l’apprendimento. A cosa servono le mappe mentali? Ad aiutare la mente a interiorizzare i concetti complessi in modo creativo, personalizzato e divertente. Le mappe mentali seguono il funzionamento del cervello e fanno lavorare in simbiosi la parte analitica (quella sinistra) insieme al lato più artistico (quello destro). Complesso? Solo all'apparenza Le mappe mentali aiutano a restare focalizzati quando si rischia di divagare e a fare analisi approfondite in fase di pianificazione per diminuire i tempi di esecuzioni, economizzando sui costi Gestire le riunioni con la mappa mentale ad esempio rende più chiari i passaggi ed evita le dispersioni" e il motivo starebbe nel fatto che facilita l'individuazione del problema a valle per porvi rimedio prima. Unico prerequisito affinché le mappe mentali funzionino per davvero è che ci sia apertura e impegno. Perché le mappe mentali diventino un linguaggio condiviso da tutti, e soprattutto che raggiungano tutto il loro potenziale, infatti ci vuole tempo, ma questo come tutte le cose della vita. Una volta fatto, tornare indietro sarà impossibile e anche un po' sciocco.
Cristina Passarani
Se per la nutraceutica il tè verde è il re dei tè, allora potremmo definire il tè matcha giapponese come il re dei re. Questa particolare tipologia di tè verde in polvere è prodotta dalla Camellia Sinensis, su cui viene applicata una schermatura dal sole in modo che la pianta produca più sostanze aromatiche. Il matcha è una bevanda straordinariamente antiossidante. Il té matcha è una miniera di catechine, in particolare di epigallocatechina gallato , un potente antiossidante che svolge un ruolo centrale nella prevenzione di disturbi a carico del cuore, di tumori e del morbo di Alzheimer, in una tazza di questo elisir orientale ci sono anche molte vitamine A, B, C, E e K, potassio e calcio. Come si prepara il té matcha: Il té matcha, molto pregiato, si prepara per sospensione con lo chasen, ovvero frullino di bambù, e la polvere che rimane sospesa in superficie, non infusa. In una piccola ciotola di ceramica piena di acqua a 80 °C versa un cucchiaino raso di tè matcha e mescola rapidamente con il chasen con movimenti a zigzag finché non forma una leggera schiuma in superficie. Bevilo subito, preferibilmente non zuccherato (o al massimo con una punta di sciroppo d’agave). Così ti aiuta a eliminare i chili di troppo Uno studio dell’Istituto nazionale di salute americano ha riscontrato che un consumo consistente di tè matcha svolga un potente effetto antiossidante in grado di ridurre i livelli di glucosio epatico e dei livelli di colesterolo totale e trigliceridi e di stimolare il metabolismo dei grassi. Questo lo rende una bevanda particolarmente adatta in caso di sovrappeso, in particolare quello concentrato sulla pancia. Questa intuizione è stata confermata da una ricerca thailandese su 60 soggetti obesi che dopo 12 settimane di somministrazione di té matcha non solo hanno verificato una significativa perdita di peso ma anche un aumento del consumo di energia a riposo. Inoltre riduce naturalmente il senso di fame ed è quindi perfetto per contenere gli attacchi di fame improvvisa. Dona la giusta calma ricercata dai saggi Il tè matcha è il preferito dei monaci zen giapponesi. Grazie al contenuto di aminoacido L-teanina ha effetto rilassante, bilanciato però dall’effetto eccitante dovuto alla caffeina. Si ottiene uno stato di calma lucida non sonnolenta, ideale per i lavori intellettuali, e un livello di energia che perdura durante la giornata. Inoltre la L-teanina stimola dopamina e serotonina, che migliorano la memoria e l’umore. Il té matcha rilassa in caso di stress e risveglia in caso di sonnolenza. Con il té matcha addio gastrite Il té matcha protegge la mucosa intestinale perché attenua gli stati infiammatori dell’apparato digerente. Una ricerca dell’università della California lo conferma: i bevitori abituali di tè matcha hanno il 48% di rischio in meno di sviluppare gastrite cronica e cancro allo stomaco rispetto a chi non consuma tè. Bevilo al mattino, prima di colazione, in sostituzione del caffè. Con il té matcha prepari un dessert light per tessuti più elastici È questo il momento giusto per fare il pieno di té matcha, così da preparare la pelle a una scorpacciata di sole: l’alto contenuto di polifenoli del té matcha produce infatti sulla pelle un naturale effetto antiage e ci protegge dalle scottature e dagli effetti negativi delle radiazioni UVA. Puoi gustarlo anche come gelato: congela una banana matura e una manciata di fragole o lamponi per una notte e poi frulla il tutto insieme a una tazza di latte di mandorla e un cucchiaio di matcha fino a ottenere una crema simile al gelato che ti aiuterà a preparare la pelle al sole e a mantenere i tessuti elastici.
Cristina Passarani