Cristina Passarani

Per battere la sedentarietà bastano 3 minuti Sono sufficienti anche pochi minuti di esercizio fisico per migliorare i parametri della glicemia e riattivare il metabolismo Secondo un recente studio australiano, pubblicato su Diabetes Care, basterebbe interrompere la prolungata sedentarietà, tipica di chi lavora negli uffici, con attività anche “leggere”, come una piccola “passeggiata” per andare a trovare il vicino di scrivania, o meglio ancora tre minuti di esercizi mirati (contrazioni dei glutei, piccoli piegamenti, o camminare qualche metro sugli avampiedi) per tenere sotto controllo i valori della glicemia e migliorare quindi la risposta metabolica dopo il pranzo, importante specialmente per chi soffre di diabete di tipo 2. Bastano tre minuti ogni mezz’ora La “ricetta” salva vita è questa: tre minuti di esercizio ogni trenta di scrivania migliorano in modo stabile il metabolismo. Questo sia per chi già pratica attività sportiva in modo costante sia per chi non ne ha il tempo. Considerando una media di otto ore al giorno passate in ufficio, nel complesso, a fine giornata, si arriva a più di tre quarti d'ora di attività. Lo studio ha considerato 24 adulti non attivi, diabetici, di età media di 62 anni, e li ha suddivisi in tre gruppi. Al primo - il gruppo di controllo – è stato chiesto di rimanere seduto per otto ore consecutive; al secondo di alternare ogni mezz'ora tre minuti di camminata. Al terzo gruppo è stato chiesti di eseguire nei tre minuti di pausa piccoli esercizi di forza, come mezzi piegamenti sulle gambe o sulle braccia, contrazioni dei glutei. Meno sedentarietà, il cervello ringrazia! Piccoli esercizi, grandi risultati Nel secondo e terzo gruppo, si è registrata una riduzione media della glicemia del 39 per cento, una diminuzione dell'insulina del 36% nel secondo e al 37% nel terzo gruppo. È evidente come un comportamento di questo tipo possa essere messo in pratica da tutti, anche da chi non è diabetico ma vuole provare a prevenire l’insorgenza di questa malattia. Come ricorda Giorgio Sesti, presidente SID (Società italiana di Diabetologia): anche una piccola attività fisica aiuta il metabolismo. Piccoli gesti come parcheggiare più lontano, scendere ad una fermata prima dal bus o fare le scale anziché usare l'ascensore, se sommati insieme, danno alla lunga un grande beneficio, come ha mostrato lo studio. Non serve solo per prevenire il diabete È importante ricordare che l'attività fisica costante previene non solo il diabete, ma riduce i trigliceridi, fa aumentare il colesterolo buono riducendo nel complesso l'infiammazione dei tessuti. Ricordiamo infine che cambiare stile di vita, e diventare più attivi, dà un risultato migliore nella prevenzione della malattia, rispetto a qualunque farmaco.

Cristina Passarani

Cinque esercizi per stare in forma ovunque siate! Vorresti fare movimento ma la scusa è sempre la stessa: non ho tempo! Se l'obiettivo è solo quello di stare in forma, il problema non sussiste. Bastano pochi minuti al giorno ritagliati qua e là per dare ai muscoli un po' di tono e fare della sana attività fisica. Cercate di spostarvi il più possibile a piedi, di fare le scale anziché prendere l'ascensore, di alzarvi spesso dalla scrivania anche con una scusa per dare sollievo a muscoli e articolazioni (non siamo nati per stare seduti!). A tutto questo aggiungete questi semplici esercizi che potete fare ovunque vi troviate: sui mezzi pubblici, davanti alla tv o anche prendendovi una pausa di qualche minuto dal lavoro in ufficio. Ne vale la pena... 1. Addominali In piedi o seduti, inspirate e poi, espirando, portate in dentro l'ombelico. In questo modo attivate il muscolo trasverso dell'addome, oltre a massaggiare gli organi interni. Ripetete 10 volte. Vi regalerà una pancia piatta! 2. Glutei In piedi o seduti, contraete i muscoli dei glutei più che potete, mantenete la contrazione per alcuni secondi (5-10), poi rilasciate. Ripetete 10 volte. 3. Petto/braccia Unite le mani davanti a voi all'altezza dello sterno, inspirate ed espirando spingetele forte l'una contro l'altra. Mantenete 5 secondi. Ripetete 5 volte e poi lo stesso esercizio ma con la mani più in basso, all'altezza dell'ombelico, con le dita rivolte verso il basso. 4. Polpacci In piedi, sollevatevi sulle punte. Non è necessario spingere i talloni più in alto possibile, ma bastano anche uno o due centimetri da terra (così non darete nell'occhio se vi trovate in pubblico). Tendete bene i polpacci per qualche secondo e poi rilasciate. Ripetete 5 volte. 5 Cosce In piedi, tendete i muscoli delle cosce come se doveste raddrizzare completamente le ginocchia. Tenete 10 secondi e poi rilasciate. Ripetete 10 volte.

Cristina Passarani

SPORT: UN GRANDE AIUTO CONTRO LA DISLESSIA Lo sport è un'attività di primaria importanza per chi è Dislessico. A patto che siano loro a scegliere quello che preferiscono. “Credo che lo sport abbia un fortissimo valore e che il genitore debba piuttosto togliere un’ora di logopedia al giorno, ma mai un’ora di sport", ha dichiarato Alessandro Rocco, uno dei cofondatori di "W LA DISLESSIA!", progetto nato nel 2010 con l’obiettivo di creare un metodo per aiutare ragazzi e bambini con difficoltà di apprendimento. I dislessici sono mediamente più lenti dei loro compagni nelle materie scolastiche, e vengono ancor'oggi additati troppo spesso come pigri, svogliati o meno dotati rispetto agli altri. Spesso per questo motivo i genitori cercano di spronare i loro figli ad intraprendere anche altre attività, come ad esempio lo sport, indirizzandoli verso gli sport di squadra. Un ottima idea, a patto che sia il ragazzo a scegliere lo sport più adatto a lui. "Si tende a sbagliare pensando che spingere il ragazzo a fare uno sport di squadra sia il modo migliore per imparare a stare al mondo", continua Rocco, "ma la verità è che lo sport serve sì in generale ad imparare a vivere secondo le regole, ad apprendere il senso della disciplina e il rispetto per se stessi e per gli avversari, ma deve essere il ragazzo a esprimersi e a scegliere autonomamente quale sport praticare. Secondo la nostra esperienza su 100 ragazzi dislessici, gli 80 che si cimentano in attività sportive presentano meno sintomi di ansia rispetto ai 20 che non fanno sport, spesso manifestano maggiore passione e meno tensione nel praticare gli sport rispetto ai colleghi non dislessici”. L'elenco di grandi campioni dislessici è lungo: tra i più noti compaiono Magic Johnson, leggenda del basket americano e la stella del nuoto Michael Phelps, campione di precocità, che in soli 5 anni ha conquistato otto medaglie olimpiche. Recentemente si è distinto per l’Italia il judoka Fabio Basile, 22enne campione olimpico nella categoria 66 kg a Rio de Janeiro 2016, vincitore della duecentesima medaglia d'oro nella storia dell'Italia ai giochi olimpici estivi, anche lui dislessico. I ragazzi dislessici presentano in media, rispetto ai loro compagni, una maggiore capacità di visione a 360°, di problem solving, di attitudine al cosiddetto "pensiero laterale", di immaginare un’azione prima di costruirla con più facilità e creatività, tutte caratteristiche da esaltare attraverso lo sport, che va però sempre affiancato alla logopedia. TENGO A PRECISARE CHE LA DISLESSIA NON E' UNA MALATTIA DALLA QUALE SI POSSA GUARIRE..... E' UNA CARATTERISTICA DELL'INDIVIDUO, COME IL COLORE DEI CAPELLI O DEGLI OCCHI.

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