Cristina Passarani

ernia iatale seconda parte: Ernia iatale o ernia allo stomaco: le causeEsistono diversi tipi di ernia iatale. I tipi principali sono quella "da slittamento" o scivolamento e quella "da rotolamento" o paraesofagea; è presente anche un terzo tipo, definito “ernia iatale complicata o mista”. L'ernia iatale da scivolamento si verifica nel caso in cui lo stomaco e la parte iniziale dell'esofago attuino uno scivolamento attraverso lo "hiatus diaframmatico". È la tipologia di ernia iatale più comune. L'ernia iatale paraesofagea si ha quando una parte del fondo dello stomaco ruota attraverso lo "hiatus diaframmatico" e si colloca tra l'esofago e la parete dello hiatus. È una situazione fortemente rischiosa, data l’eccessiva compressione dello stomaco. L’ernia iatale complicata o mist aè il tipo più raro. L’ernia può assumere diverse forme: ci sono addirittura situazioni in cui tutto lo stomaco forma un’ernia nella cassa toracica. Molto spesso questo tipo di ernia causa problemi e necessita di un intervento chirurgico. Le cause di ernia iatale sono perlopiù sconosciute; tra quelle note si ricordano: alcune persone possono nascere con uno "hiatus diaframmatico" più ampio, che facilita lo scivolamento di una parte dello stomaco; in situazioni quali gravidanza o obesità grave, un forte aumento della pressione nella zona (un movimento brusco, uno starnuto, un forte colpo di tosse) può provocare lo scivolamento dello stomaco verso lo hiatus diaframmatico; predisposizione genetica: in caso di tessuti di sostegno collagenosi deboli, un colpo di tosse, uno sforzo eccessivo, un movimento come accavallare le gambe possono causare lo scivolamento dello stomaco. Nei soggetti con questa predisposizione genetica sono molto frequenti anche altri fenomeni di lassità e scivolamento: emorroidi, ernie inguinali, ptosi renale (abbassamento del rene dalla sua sede originaria). Il rischio di ernia iatale aumenta con l'età, il peso (in caso di obesità grave) e nei fumatori. Ernia iatale o ernia allo stomaco: cosa mangiareSoffri di ernia iatale? Sai cosa mangiare? Ecco alcune indicazioni per la dieta in caso di ernia allo stomaco: Consuma pasti leggeri durante la giornata: poco ma spesso Evita le abbuffate Cerca di eliminare dalla dieta gli alimenti che peggiorano l’acidità di stomaco e il reflusso: no agli alcolici, il caffè, il cioccolato, agrumi, cipolle, alimenti piccanti o speziati, carni rosse, insaccati, formaggi grassi, fritti, cibi molto conditi e le salse in genere. Via libera per le carni bianche, il pesce, i formaggi magri, le proteine vegetali; Limita il consumo di dolci. Evita le bevande gasate. Non fumare. Preferisci alimenti freschi, verdure crude, frutta fresca, condimenti leggeri. Attento alle porzioni: mantieni il tuo peso forma. Dopo i pasti evita di coricarti, poiché stando orizzontale faciliti la risalita dei succhi gastrici con conseguente aumento dei sintomi legati all’ernia iatale.

Cristina Passarani

Largo ai cibi antirughe che aumentano collagene e acido ialuronico Anche quello che metti in tavola ti serve per vincere le rughe: ecco tutti gli alimenti antiage che possono regalarti un sorprendente “effetto lifting” Il collagene è la proteina "incaricata" di dare struttura alla cute: quando manca, compaiono le rughe. L’acido ialuronico, invece, mantiene l’idratazione e il tono della pelle. Queste due sostanze sono sempre presenti in creme e sieri antiage, ma non tutti sanno che il nostro corpo è in grado di produrle da solo e se lo aiutiamo con l'alimentazione. Tra gli alimenti che permettono al nostro organismo di sintetizzare collagene e acido ialuronico ci sono anzitutto quelli più ricchi di vitamina C, che interviene direttamente nella formazione di queste sostanze. Un posto in prima fila spetta quindi ai quindi peperoni (da mangiare crudi in pinzimonio) e ai ribes che sono, in natura, le fonti più ricche di vitamina C. Ma spazio anche a rucola, broccoli, agrumi e agli altri frutti di bosco. Il potere antiossidante della vitamina C aiuta anche a ridurre i danni che i radicali liberi fanno alle molecole di collagene e acido ialuronico. Cibi antiage: sì a cavolini, pollo e amaranto Indispensabili per produrre collagene sono anche gli alimenti ricchi di zolfo, sostanza di cui il corpo ha bisogno per ricostruire e proteggere questa proteina. Lo contengono, sotto forma di aminoacidi solforati, i cavolini di Bruxelles, l’albume d’uovo, il pesce e il pollame. Per la sintesi del collagene è indispensabile poi la presenza di un aminoacido, la lisina. Lo trovi nei legumi, in carne e pesce e nell’amaranto, uno pseudocereale originario delle Ande, che contiene anche minerali come lo zinco, sostanza che, quando è carente, porta a un indebolimento delle strutture del collagene. Puoi gustare i chicchi di amaranto come “aggiunta” a minestre e passati di verdura. È opportuno lavarli, utilizzando un colino a maglie piuttosto fitte, poiché sono piccolissimi. Cuociono in circa 40 minuti in acqua. Scopri il potere cosmetico della soia Per aumentare i livelli di acido ialuronico un aiuto ti viene da quegli alimenti che contengono genisteina, una sostaza particolarmente utile alle donne che, con il diminuire degli ormoni femminili dopo i 50 anni, vedono le rughe farsi più profonde. La trovi in abbondanza nel tofu, ricavato dalla soia, che puoi aggiungere alle insalate o far saltare in padella, dopo averlo marinato con aromi, olio extravergine di oliva e limone, per dargli sapore. La genisteina è presente anche nelle fave e nei lupini, che oggi si possono acquistare al naturale oppure come crocchette veg già pronte. Anche il brodo è antirughe Di recente il brodo ha vissuto una grande popolarità, legata alla sua capacità di far perdere peso. In più il brodo, fatto alla maniera tradizionale, ovvero facendo bollire la carne con l’osso (di pollo o di manzo), ma anche il brodo di pesce è anche capace di rifornirti di acido ialuronico e collagene. Nel brodo si trovano disciolti tutti gli aminoacidi che servono per dare struttura alla pelle, associati ad acqua e sali minerali in abbondanza. Per preparare in casa, ad esempio, quello di pollo (fatto con un pollo da un chilo, due litri di acqua, sedano, cipolle, carote, due spicchi d’aglio e aromi) sono necessari circa 50 minuti. Anche quando si prepara il tradizionale lesso di manzo, si ottiene un brodo che è un ottimo antiage alimentare.

Cristina Passarani

Un pediluvio al giorno elimina gonfiore, crampi e stanchezza Immergere piedi e caviglie in acqua arricchita con sali e oli essenziali allenta le tensioni, rinfresca e regala a corpo e mente una nuova leggerezza Arriva la stagione dei primi caldi e delle gambe gonfie, delle caviglie doloranti e dei piedi che, a fine giornata, fanno fatica a entrare nelle calzature. Il risultato è che, alla sera, ci si ritrova spesso con gli arti inferiori pesanti e ingrossati e i muscoli contratti; in certi casi, compaiono anche formicolii, calore localizzato e crampi notturni. Per prevenire tutti questi inconvenienti - e per curarli qualora fossero già comparsi - prendi l’abitudine di fare sempre, prima di coricarti, un pediluvio rilassante e decontratturante: è un trattamento antico, semplicissimo, poco costoso ma benefico e subito efficace. Ti basterà procurarti una bacinella (è importante che sia profonda abbastanza per poter immergere anche le caviglie) e avere a disposizione 15 minuti solo per te. E poi, segui i nostri consigli. L’ingrediente che non deve mai mancare: il sale marino Il pediluvio più semplice si fa versando in una bacinella piena di acqua tiepida una manciata di sale grosso, il comune sale da cucina che trovi al supermercato: calcolane 2-3 macchiate per ogni pediluvio e, mentre tieni i piedi in immersione, strofina le piante sul fondo del recipiente ricoperto dai granelli non ancora sciolti. Secondo l’antica tradizione medica cinese, su cui si fondano i moderni studi di riflessologia, il massaggio plantare realizzato grazie all’acqua e allo sfregamento riattiva la micro circolazione con un’immediata azione sgonfiante. Il sale, inoltre, è drenante e antibatterico. Aggiungi il ghiaccio se i piedi sono caldi e arrossati Se a fine giornata hai le estremità contratte e la pelle è calda, tesa e arrossata, ti sarà molto utile un pediluvio freddo, cui aggiungerai 7-8 cubetti di ghiaccio appena tolti dal freezer: lo choc termico provoca vasocostrizione e favorisce la rapida risalita del sangue verso la parte alta del corpo, contrastando gli edemi e lo sfiancamento venoso. Con quale risultato? Sentirai piedi e caviglie subito più freschi, sgonfi e leggeri. Dopo il pediluvio, applica su pianta, dita e caviglia una pomata a base di rusco, altra pianta che riattiva la circolazione. Contro i cattivi odori e le micosi, ci vuole la salvia Per eliminare i cattivi odori dovuti al un eccesso di sudorazione o all’utilizzo di scarpe chiuse o di gomma, aggiungi all’acqua e sale 7 gocce di olio essenziale di salvia, che deodora, disinfetta e previene le micosi. Tieni i piedi in ammollo per 10-15 minuti, quindi passali rapidamente sotto il getto dell’acqua fresca, asciugali bene e passali con un velo di crusca di riso, che assorbe l’eccesso di umidità. Questo pediluvio è un buon rimedio anche se soffri di macerazioni fra le dita (il cosiddetto “piede d’atleta”). Dolori localizzati e crampi? Ti aiuta il pepe nero Spesso quando si soffre di dolori e formicolii alle gambe, alle caviglie e alla pianta dei piedi è utile aggiungere al pediluvio di acqua e sale 7 gocce di olio essenziale di pepe nero. Grazie alla presenza di piperina, un alcaloide che conferisce al pepe il suo tipico sapore pungente, l’olio di pepe nero stimola la circolazione locale, scalda i muscoli e velocizza il riassorbimento dell’infiammazione, con immediato sollievo. Il pepe nero è un buon alleato anche contro formicolii alle estremità e crampi. Prova il trucco del sassolini Per un semplice trattamento casalingo di riflessologia in acqua, disponi sul fondo della tua bacinella uno strato di ciottoli di fiume, tondi e levigati, grandi quanto una noce. Mentre tieni i piedi in immersione in acqua tiepida e sale, possibilmente a occhi chiusi, muovili continuamente sopra le pietre: immagina di essere sulla riva del mare, di camminare sulla battigia e assapora il contatto delle piante con la sabbia e i sassolini della riva… In questo modo, aumenti l’azione defaticante del pediluvio e allenti anch

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