Cristina Passarani

L'insonnia trova terreno fertile nei soggetti sempre tesi, preoccupati, ansiosi o stressati. Prevedibilmente, l'aumento delle temperature e delle ore di luce quotidiane non favorisce chi soffre di questo disturbo. In questi casi, è bene cercare di combattere l'insonnia utilizzando delle erbe specifiche, ancora più efficaci se vengono assunte in sinergia. Il vantaggio di questi prodotti rispetto ai tradizionali farmaci sonniferi è che non hanno effetti collaterali e non creano dipendenza. In capsule e in tisana, queste erbe sono ancora più efficaci se abbinate ai minerali antistress. Il tris serale contro l'insonnia: melissa, valeriana, escolzia Si tratta di tre piante da assumere sotto forma di infuso 30 minuti prima di coricarsi. Chiedi all’erborista di prepararti una miscela in parti uguali di foglie di melissa e di radici di valeriana. Versa un cucchiaino di miscela in una tazza d’acqua bollente e lascia in infusione per 5 minuti con il coperchio. Filtra, dolcifica con un cucchiaino di miele e bevi 30 minuti prima di coricarti. Nelle serate più difficili sciogli un misurino da 10 ml di estratto liquido analcolico di escolzia in un bicchiere di acqua fredda e sorseggia dopo la tisana. La melissa, un’erba della famiglia della menta che colora di giallo i prati in estate, è davvero una pianta amica per chi soffre di insonnia perché ha naturali proprietà sedative agisce direttamente sulle tensioni nervose, stemperando le rigidità muscolari che spesso si accompagnano ai disturbi del sonno. La radice di valeriana interagisce con il sistema nervoso autonomo perché stimola i livelli del recettore GABA, un neurotrasmettitore che regola l’insorgenza del sonno: è molto adatta per chi soffre gli sbalzi climatici o si trova ad attraversare importanti fasi di cambiamento della vita (inclusa la menopausa). Infine l’escolzia, conosciuta anche come papavero della California, è un fiore estremamente riccodi alcaloidi, sostanze che hanno un naturale effetto ipnotico e rilassante che combatte naturalmente l'insonnia; fra questi spicca la californidina, che agisce direttamente sul sistema nervoso centrale ed è un valido aiuto per accelerare l’addormentamento. Dopo i 60 anni, contro l'insonnia ti serve la mucuna La dopamina gioca un ruolo cruciale nei processi neurologici che conducono all’addormentamento e alla fase REM. Influenza anche la ghiandola pineale che produce la melatonina, ovvero il guardiano del sonno. Anche una minima interferenza sui livelli di dopamina, a causa degli spostamenti tipici di un viaggio o dello stress organizzativo, può provocare una maggiore tensione e una difficoltà al rilassamento e quindi l'insorgere dell'insonnia. La mucuna, una leguminosa d’origine tropicale, è una fonte naturale di amminoacido L-dopa, un precursore della preziosa dopamina. Assumi una capsula di mucuna al giorno con poca acqua al momento del pasto principale. Puoi aumentare fino a un massimo di 6 compresse al giorno. Già dopo poche settimane il sonno è più profondo e il mattino ci si sveglia ben riposati. Integra il magnesio mancante e scacci l'insonnia Sudorazione, disidratazione, affaticamento: questa è la stagione in cui i livelli dei sali minerali nell’organismo sono di frequente sotto la soglia critica. Spesso quindi la causa primaria dell'insonnia è una carenza di magnesio: questo minerale è essenziale per il buon funzionamento di oltre 300 enzimi, alcuni dei quali responsabili della produzione di melatonina, la sostanza che determina la qualità e la durata del sonno. Un deficit di magnesio, inoltre, si manifesta con alterazioni dell’umore e irritabilità. Al mattino assumi una compressa di magnesio marino oppure sciogli in un bicchiere d’acqua una bustina di magnesio in polvere e bevi la soluzione una volta al giorno lontano dai pasti. Alla sera spruzza sulla pelle dell’acqua tiepida in cui avrai diluito una bustina di magnesio: fai il trattamento dopo una veloce docci

Cristina Passarani

Ribes rosso e timo bianco placano la sofferenza vescicale La vescica ha strette connessioni con le parti del cervello legate al mondo emotivo: ecco perché se siamo troppo sotto pressione, la vescica può irritarsi La vescica, organo cavo posto nella parte anteriore delle pelvi, all’altezza del pube, raccoglie l’urina, la trattiene per un po' e poi la rilascia attraverso l'uretra. In accordo con una visione analogico/simbolica dell'esistenza, si può ipotizzare come forma e funzione della vescica siano in strettissima analogia con quel che accade durante il mese di dicembre, quando si raccolgono, anche sotto forma di scorie acide, tutto lo stress che coinvolge lo psicosoma e le tossine accumulate negli ultimi mesi. Spesso ci si trova a vivere in modo frettoloso e impegnativo un periodo che, per sua natura, dovrebbe essere invece calmo e introspettivo. A livello corporeo questa irritazione fa sentire la sua voce con cistiti e infezioni alle vie urinarie. La cistite è sintomo di una vescica sotto stress Quando la vescica è irritata il disturbo più eclatante è la cistite, segno di un 'troppo' che crea una sorta di intoppo: l’eccesso di cui parliamo può essere nella quantità di cose che si devono fare o nell’intensità con cui le si affronta o anche nella dispendiosa frammentazione delle diverse attività o della frenesia con cui si corre verso le feste e gli impegni del periodo natalizio. La vescica, simbolicamente, ci parla anche della nostra capacità di lasciar andare il passato (l’urina è ricca di sostanze che sono state utili al corpo ma che ora non servono più e devono dunque essere eliminate). In questo contesto riposare poco, il freddo e la tensione accumulata possono scatenare delle cistiti, sintomo, appunto, di una contrazione della vescica e di un conflitto interiore. Il cranberry è la pianta salva-vescica Il rimedio principe per risolvere le cistiti da freddo e un’estrema sensibilità della vescica è il mirtillo rosso americano, il cranberry. Questo frutto contiene tannini e polifenoli, fondamentali per spegnere I bruciori e limitare anche lo stimolo continuo a urinare: 100g di queste perle rosso acceso contiene 72 mg di potassio, 14 mg di calcio, 6 mg di magnesio e 12 mg di vitamina C, oltre a vitamine A, B1, B2, B3, betacarotene. I numerosi principi attivi che caratterizzano il mirtillo rosso non uccidono I microrganismi, ma agiscono stimolando I meccanismi naturali di protezione della vescica. Il cranberry, dal gusto leggermente asprigno, è ottimo in succo da consumare preferibilmente tutti I giorni, fino a primavera. Può essere allungato con acqua a temperatura ambiente e arricchito con un goccio di succo di aloe, prezioso alleato che spegne I bruciori del tratto urinario. Se l’obiettivo è purificare la vescica diluisci in un bicchiere di acqua naturale minerale (oppure in una tazza di tisana a base di malva, lenitiva e antibruciori, o di uva ursina diuretica e antibatterica) 40 gocce di tintura madre di cranberry: da assumere al mattino prima di colazione per un mese, sospendere per 10 giorni e poi ripetere. Attenzione: meglio evitare questo frutto se si soffre di calcoli renali. In caso di infezione in atto è sempre raccomandabile consultare il medico che valuterà la terapia più adatta per evitare che un’infezione trascurata possa danneggiare I reni. L’olio di timo bianco è 'magico' per la vescica L’olio di timo bianco per le cistiti di questo periodo, causate dall’uso di collant pesanti e indossati tutto il giorno che impediscono alle mucose di respirare e dal gelo esterno che spinge a contrarre inconsciamente la muscolatura addominale, è uno tra I migliori antisettici naturali, in grado di esercitare un’importante azione antibatterica. Prepara una miscela versando 10 gocce di olio essenziale di timo bianco in 100 ml di olio di calendula. Alla sera, prima di andare a dormire, applica un cucchiaino della miscela sul basso ventre e massaggia dolcemente fino

Cristina Passarani

Il massaggio che riattiva il metabolismo arriva dall’India Udvartana (o Udwarthanam) è il nome di un antichissimo trattamentoayurvedico che utilizzando specifiche polveri da applicare sulla pelle riduce la cellulite e favorisce la circolazione linfatica, regalando un effetto tonificante senza eguali. Questo massaggio, grazie ai movimenti circolari dal basso verso l’alto, riattiva il metabolismo, risveglia l’energia vitale e purifica la pelle rendendola più tonica e luminosa. Il composto deve essere strofinato sulle diverse zone del corpo, producendo calore e vasodilatazione. A ogni cellulite il suo trattamento La cellulite, manifestazione di un’ostruzione dei canali energetici e fisici sovraccarichi di tossine, è un importante indicatore del nostro stato di salute. Per scoprire la causa e il trattamento migliore per combattere la cellulite è importante scoprire il proprio dosha (secondo la medicina ayurvedica ogni persona ha un dosha di appartenenza Vata, Pitta o Kapha o una combinazione di essi) e in base a esso definire modalità e polveri per creare il composto perfetto da massaggiare su cosce e glutei. La formula più semplice utilizza farina (60 g), olio (10 ml) e un pizzico di zenzero. Il composto, poi, deve essere strofinato sulla pelle di tutto il corpo (eccetto viso e collo). Il trattamento prevede che ci si sdrai su un lettino in una stanza tranquilla. Il mix viene riscaldato (tranne che per Pitta) e strofinato con forza per 30-45 minuti. Dovrebbero seguire la sudorazione e un bagno per rimuovere le polveri. Da eseguire per 7 o 14 giorni consecutivi. Sconfiggi la cellulite localizzata e dura con farina di lenticchie e olio di sesamo La cellulite localizzata in punti specifici, che si presenta “a buccia d’arancia", dura, con noduli visibili e spesso accompagnata anche da vene varicose e capillari fragili appartiene alla tipologia Vata. Il massaggio più indicato deve essere riscaldante e ha come obiettivo riequilibrare la circolazione energetica per eliminare le scorie in eccesso, alleggerire il tessuto adiposo e il ristagno dei liquidi. La formula del composto prevede 60 g di farina di ceci e 10 ml di olio di sesamo. Per rendere il mix più efficace si possono sciogliere in un cucchiaino di olio di sesamo 2 gocce di olio essenziale di basilico indiano e poi massaggiare lungo la muscolatura paravertebrale e nella zona lombo-sacrale con movimenti circolari dal centro verso l’esterno. La cellulite molle e “a nodi” si combatte con farina di riso e olio di girasole La cellulite che si presenta con noduli sclerotizati e tessuto rilassato, tipica della tipologia Pitta, potrebbe essere accompagnata da squilibri ormonali, aggravati dalla vita sedentaria. Per combattere questo inestetismo bisogna asciugare senza scaldare, utilizzando una manualità leggera e polvere e oli a secco. Il composto di base prevede 60 g di farina di riso e 10 ml di olio di girasole. Per potenziare l’effetto del composto si può effettuare un massaggio (sciogliere in un cucchiaino di olio di sesamo 1 goccia di olio essenziale di arancio dolce e 1 goccia di nardo indiano) sulla linea mediana della parte anteriore del corpo, dal plesso solare fino alla linea del pube, effettuando piccoli cerchi a spirale. Continuare, poi, il massaggio su tutto l’addome, eseguendo un movimento a spirale che dal centro dell’ombelico si allarga verso i fianchi per poi tornare al punto di partenza. Se il tessuto è gonfio e spugnoso scegli farina di ceci e olio di jojoba La cellulite edematosa con tessuto gonfio e cedevole potrebbe essere la spia di problemi metabolici. La persona (appartenente alla tipologia Kapha) tende a trattenere liquidi e a essere in sovrappeso, ha gambe pesanti, caviglie gonfie, capillari e vene visibili. Il trattamento più indicato è drenante e detossinante da effettuare con elementi riscaldanti come lo strofinamento delle polveri.

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