Cristina Passarani

COME COMBATTERE LA SINDROME DA STANCHEZZA La sindrome da stanchezza affligge un terzo della popolazione adulta, influisce sulla qualità della vita, sulla produttività lavorativa e sul riposo dell’individuo. La rodiola è stata a lungo riconosciuta utilizzata e apprezzata nelle medicine tradizionali dell’Europa orientale e dell’Asia come importante adattogeno per la sua azione stimolante del sistema nervoso, antidepressiva, rigenerante e per le sue proprietà di miglioramento delle prestazioni. La medicina moderna può fare ben poco nel combattere la sindrome da stanchezza. Questa difficoltà nell’affrontarla porta inevitabilmente a una cronicizzazione dei sintomi. La ricerca mostra che gli adattogeni migliorano le performance mentali e aumentano la resistenza dei soggetti che soffrono di questa particolare ma diffusa sindrome. Gli adattogeni sono composti naturali che permettono al nostro corpo di adattarsi allo stress, evitando così conseguenze a lungo termine come la sindrome da stanchezza. Il principale sistema di risposta del corpo allo stress (denominato asse ipotalamo-ipofisi-surrene o HPA) è fortemente implicato e correlato alla sindrome da stanchezza cronica, è questo il motivo per cui, lo stress sembra peggiorare la patologia. La Rodiola combatte la stanchezza a lungo termine e cronica Un articolo pubblicato sulla rivista Complementary Medicine Research riporta una ricerca realizzata su soggetti affetti da sindrome da stanchezza acuta (sintomatologia che dura da uno a sei mesi) e quelli con sindrome da stanchezza cronica (sintomatologia che prosegue oltre i sei mesi). I ricercatori hanno studiato le proprietà adattogeniche dell’estratto di Rodiola (Rhodiola rosea). La ricerca ha evidenziato che gli estratti di Rodiola agiscono direttamente e indirettamente nei sistemi di risposta allo stress del corpo a livello biochimico, migliorandone la capacità di superarlo e aumentando i livelli energetici. Tutti i soggetti coinvolti nello studio hanno assunto ogni giorno per otto settimane 400 mg (200 mg due volte il dì) di estratto di Rodiola e a ciascuno di essi sono stati assegnati punteggi in relazione allo stato di stanchezza e all’alterazione funzionale. Alla conclusione della ricerca, si è registrata una significativa diminuzione di tutti i punteggi, inoltre, i risultati hanno mostrato che i soggetti interessati nella ricerca non hanno dovuto attendere a lungo per costatarne gli effetti positivi. La diminuzione più rapida dei punteggi si è verificata nella prima settimana e gli stessi hanno continuato a diminuire significativamente, tra la quarta settimana e la conclusione della ricerca. Altresì si sono registrati rapidi miglioramenti nei livelli di stress, qualità del sonno, ansia, panico, fobia, depressione e nella capacità cognitiva di stabilire le proprie priorità ed eseguire gli intendimenti prefissati. Peraltro, l’83% dei soggetti ha valutato la loro condizione come “molto migliorata” alla fine del trattamento. Si è trattato di un vasto programma di sperimentazione clinica che ha dato risultati uniformemente positivi, considerato pionieristico, perché è stato eseguito su un elevato numero di soggetti affetti da stanchezza acuta e cronica. Altre ricerche realizzate con il sistema placebo hanno fornito anch’esse risultati incoraggianti utilizzando gli estratti di Rodiola nel quadro sintomatologico della sindrome da stanchezza e del suo fattore scatenante principale, lo stress. D’altro canto, non si può dimenticare che lo stress è il risultato di una cattiva gestione delle emozioni e dei pensieri negativi. Grazie ai test kinesiologici sulla componente emotiva saremo in grado di analizzare insieme al paziente quali emozioni o situazioni percepite come negative, gli impediscono di dare una risposta alternativa allo stress, contribuendo dunque in modo sostanziale all’aumento dello stato di stanchezza.

Cristina Passarani

I centri energetici del nostro corpo sono disciplinati da differenti chakra. Lo squilibrio di tali punti può influire sulla nostra salute. Per questo motivo, la terapia di guarigione dei chakra è considerato essenziale per riportare il corpo al suo equilibrio naturale. In cosa consiste questo processo? Che cos’è la guarigione dei chakra? Quando una persona non ha i suoi punti energetici in perfetto stato, i chakra ne risentono. Questo perché i chakra non funzionano in modo autonomo, ma devono interagire con i loro centri energetici per stabilire una connessione completa. Per tale ragione, curare i chakra non significa solamente sapere come funzionano, ma anche come interagiscono tra loro. Di fatto, il Reiki è la pratica più diffusa nella guarigione dei chakra. Come si “ammala” un chakra? La vita è costellata di esperienze che possono far ammalare i nostri centri energetici. Infatti, le emozioni e i pensieri negativi hanno un impatto peculiare sulla salute degli individui. Le nostre difese diminuiscono producendo quella che è conosciuta come contrazione energetica che scorre attraverso i chakra. Questi squilibri energetici sono la causa scatenante che determina l’effetto chiuso o bloccato dei chakra. Vale a dire, che in sostanza non si genera più energia. Il risultato è nientemeno che un sistema di chakra indebolito. I benefici che si ottengono dalla guarigione dei chakra Si ritiene che ci siano due flussi energetici che favoriscono l’equilibrio dei chakra: ascendente e discendente; due flussi che bilanciano l’intero sistema energetico di una persona. Ripristinare questa capacità energetica significa poter riacquistare il controllo e il benessere dell’organismo. In tal modo si ottiene che: I dolori si attenuano. Il livello di felicità aumenta e contribuisce a risolvere la tristezza o la depressione. La capacità mnemonica diviene maggiormente focalizzata e l’attenzione aumenta. Aumenta la produttività. Si rinnova lo stato di salute complessivo e l’equilibrio di tutto l’organismo. Come si può costatare i chakra svolgono un ruolo importante nel processo di guarigione. Sono come piccoli ingranaggi che, di tanto in tanto, hanno bisogno di essere ingrassati per garantirne il corretto funzionamento. Ogni disturbo fisico, emotivo o spirituale ha nei chakra l’elemento chiave per il suo risanamento. Qualora una persona abbia l’energia bloccata, i suoi chakra dovrebbero essere guariti.

Cristina Passarani

COS'E' LA MOXIBUSTIONE E A COSA SERVE? La moxibustione è una terapia antecedente al periodo neolitico. Tuttavia, questo metodo, così come lo conosciamo oggigiorno, è stato sviluppato in Occidente durante il XVII e il XVIII secolo. Il termine moxibustione è nato ispirandosi alla parola giapponese “moekusa” che letteralmente si traduce come “erba che brucia” in particolare significa “cauterizzare”. La terapia si effettua bruciando su una superficie un materiale che è stato previamente riscaldato. Questo metodo terapeutico consiste nell’applicazione di calore che attiva i recettori termici della cute; in tale modo, questi stimoli, competono con i sistemi di modulazione del dolore combattendolo. I punti in cui il calore viene applicato solitamente coincidono con le aree utilizzate per l’agopuntura. Pertanto, è possibile curare alcune patologie equilibrando le funzioni fisiologiche di ogni singolo individuo. La moxibustione utilizza la teoria dei canali. Un principio secondo il quale un organismo agisce come un sistema di reti in cui l’energia fluisce insieme al flusso sanguigno, interconnettendo ogni parte dell’organismo stesso. Fattori esterni ed interni, come le emozioni o le energie che diventano non equilibrate, sono la causa delle carenze o dei malfunzionamenti di questo sistema. Di conseguenza, si verifica uno squilibrio energetico che causa numerose patologie e malesseri. Utilizzi della moxibustione L’ambito clinico della moxibustione è piuttosto vasto e comprende problematiche ginecologiche e dermatologiche, malattie croniche, disturbi pediatrici, ecc. Soprattutto, questa terapia ha un effetto particolare sul trattamento e sulla gestione del dolore. Il calore moderato penetra nell’organismo del paziente generando una piacevole sensazione che aiuta a ridurre al minimo qualsiasi tipo di fastidio. La moxibustione è utilizzata principalmente per: Disturbi digestivi. Combattere il raffreddore, l’influenza e la tosse. Dolori mestruali. Diarrea o costipazione. Infortuni, lesioni e traumi dovuti alle attività sportive. Stanchezza e sindrome da fatica cronica. Scarsa capacità di concentrazione e mancanza di memoria. Dolori articolari, irrigidimento dorsale, artrite e artrosi. Disfunzioni di carattere sessuale. Problemi da stress e stati d’ansia. Rafforzare il sistema immunitario favorendo l’aumento della produzione di globuli bianchi e di emoglobina. Sintomi legati alla menopausa. Circolazione inadeguata e ulteriori problematiche ematiche. Alterazioni del metabolismo, ecc. La moxibustione si applica solitamente in combinazione con l’agopuntura, poiché entrambe le terapie sono complementari e compatibili. Ciò implica che il potere curativo di entrambi è combinato per ottenere risultati soddisfacenti.

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