Cristina Passarani

Come si ritrova l’entusiasmo perduto? Come si esce da un periodo apatico e spento in cui tutto il piacere e la passione di una giornata si può calcolare in minuti davanti a una serie tv o a un piatto appetitoso? Abbiamo iniziato a parlarne in questo articolo, cui diamo una conclusione qui. Un fatto è certo: a tutti capitano periodi in cui laroutineprende il sopravvento, in cui lo stress e le preoccupazioni occupano tutto lo spazio mentale. Aggiungi un matrimonio un po’ stanco, i problemi coi figli, il lavoro… Il senso di vuoto e la noia guadagnano spazio e presto possono diventare insoddisfazione, insofferenza verso gli altri e, se non facciamo qualcosa, anche depressione e ansia. Se ti senti vuoto la colpa non è degli altri In tutti questi casi la cosa più importante da capire è che non bisogna assolutamente focalizzarsi sul mondo esterno. Non ci sentiamo così “a causa” del matrimonio, del lavoro o della routine. Quelli sono solo effetti collaterali. Il motivo principale del senso di vuoto e dell’apatia è che abbiamo smesso da troppo tempo di investire su noi stessi. Occorre iniziare un viaggio interiore: dobbiamo evolvere, trasformarci, ritrovare dentro di noi nuovi orizzonti. Perché è vero che facciamo mille cose nell’arco della giornata, ma quante di queste le facciamo per noi, per il nostro piacere, perché ci danno gioia, perché ci piacciono da impazzire? Devi iniziare a investire su di te Se la risposta è “poche”, e tra queste ci sono le già citate serie tv e l’assunzione di manicaretti, significa che è il momento di cambiare direzione. E siccome non siamo apatici perché facciamo troppe cose, ma perché non ne facciamo più di quelle capaci di darci la scossa, la soluzione non è mai riposare, fare meno, andare in vacanza… L’energia vitale si ricarica se la nutri, cioè se fai ciò che ti piace, o in generale ciò che ti corrisponde, ciò per cui sei nato: quel genere di attività che non ti stanca mai.. Ecco allora tre semplici passaggi per ritrovare in se stessi questa modalità operativa naturale. Posiziona lo sguardo sui tuoi desideri La regola è piuttosto semplice: invece di guardare cosa non va, fuori e dentro di te, invece di concentrarti sugli obiettivi non raggiunti, o sul fatto che niente pare in grado di farti sentire vivo, posiziona lo sguardo su ciò che dentro di te, proprio adesso, sta fiorendo. Oltre allo stress del lavoro, alla routine, alla famiglia, oltre a tutto questo, c’è altro dentro di te? Ad esempio: ci sono cose che facevi da ragazzo e da tempo non fai più, cose che allora ti davano gioia e adesso hai messo da parte? Cosa ti piaceva fare, per cosa perdevi la testa? Cosa desideravi un tempo? Cosa ti fa star bene? E cosa stai rimandando da troppo tempo magari per paura, vergogna o per quieto vivere? In te non c’è solo rassegnazione e vuoto, c’è tanto altro! Desideri, interessi, passioni. Inizia a guardarli, non lasciarli più nell’ombra. Sono la tua parte più preziosa! Prendi del tempo per azioni che ami Dedica del tempo ogni giorno ad azioni e operazioni che ti piacciono, anche se magari non hanno uno scopo immediato. Piccole cose, hobby: per qualcuno può essere dipingere, cucinare, fotografare, fare le pulizie, dedicarsi alle piante o agli animali, fare passeggiate nella natura, ballare, fare bricolage… I gesti minimi sono importanti perché attivano stati di coscienza diversi da quelli consueti, stati in cui riprendi contatto con il corpo e con le emozioni. Quando ti incanti nel fare questi piccoli gesti, il solito mantra dei pensieri va sullo sfondo e iniziano ad affiorare energie dal profondo: idee, sensazioni, intuizioni, desideri, bisogni. Apri la mente all’immaginazione Chi ha perso l’entusiasmo nella vita ha una frase tipica: "Ormai la mia vita è questa qua, non c’è altro". La realtà non ha più mistero né segreti da svelare, nessuna avventura lo aspetta, le cose saranno sempre così, u

Cristina Passarani

Le regole dell’alimentazione contro la gastriteL’alimentazione contro la gastrite ha le sue regole, che non riguardano solo i cibi da evitare o da preferire, ma anche le modalità di consumazione dei pasti e l’igiene alimentare. Prendersi il giusto tempo per consumare i pasti e masticare lentamente. Per aiutare la digestione occorre mangiare lentamente e con calma. Un panino consumato davanti al computer senza neanche pensare a cosa si sta ingoiando è un’abitudine deleteria per tutti, ma soprattutto per chi è predisposto a soffrire di gastrite o altri disturbi gastrointestinali; Evitare i pasti troppo abbondanti ed eccessivamente ricchi, soprattutto la sera; Consumare cinque piccoli pasti (colazione, spuntino di mezza mattina, pranzo, spuntino del pomeriggio, cena) ripartiti in maniera corretta e regolare durante la giornata. Gli spuntini di metà mattina e metà pomeriggio contribuiscono a tamponare l’acidità di stomaco che aumenta nei periodi di digiuno prolungato; Non sdraiarsi e non andare a dormire subito dopo mangiato. Per quanto riguarda i cibi da inserire nell’alimentazione contro la gastrite, si possono dare solo indicazioni di massima; la tollerabilità e la digeribilità degli alimenti è infatti soggettiva e talvolta ciò che dà fastidio a una persona può risultare assolutamente innocua per un’altra.In generale, comunque, sono da evitare tutti i cibi troppo grassi, troppo conditi o difficilmente digeribili (torte farcite, insaccati, salse pronte, prodotti sottoaceto o in salamoia…), spezie, frutta e verdura acidule, cibi e bevande ghiacciati.Sono invece da consigliare yogurt, verdure cotte in maniera semplice (per esempio bollite o alla griglia) e in genere tutti i cibi leggeri e a basso contenuto di grassi. La gastrite: le cause In molto casi la gastrite è causata: da cattive abitudini, prime fra tutte fumo di sigarette e abuso di alcol; dall’uso di alcuni farmaci, per esempio acido acetilsalicilico o FANS; da uno stile alimentare che ne favorisce l’insorgenza, per esempio dal consumo eccessivo di cibi che causano acidità oppure di condimenti e spezie irritanti per la mucosa gastrica.

Cristina Passarani

L’attenzione per l’ambiente ci spinge verso la ricerca di soluzioni naturali per sostituire l’uso e l’abuso di prodotti chimici per l’igiene domestica. Argomento di grandissima attualità, vista la grande attenzione che dobbiamo prestare alla salute, alla prevenzione e alle possibili contaminazioni. Aceto, proprietà vere o presunte?Nelle preparazioni naturali dei detergenti per la casa uno degli ingredienti più comuni è l’aceto, noto per le sue proprietà sgrassanti, anticalcare e brillantanti. Per giunta si tratta di un prodotto economico, che chiunque ha in casa per uso alimentare e si maneggia con facilità. Spesso viene messo nella lavastoviglie, per disincrostarla e lucidare i piatti dopo il lavaggio. Unito all'acqua, viene impiegato anche per pulire i vetri e le superfici di casa per le sue presunte proprietà disinfettanti. Anche il bucato viene spesso trattato con l’aceto: tanto per le sue proprietà fissative che conservano al meglio il colore, quanto perché contrasta il calcare dell'acqua e mantiene più morbidi i tessuti. Le proprietà dell’aceto sono ascritte all’acido acetico, contenuto in una concentrazione adatta ad uso alimentare (7%). Alcuni studi hanno dimostrato che sia efficace nel contrastare alcuni batteri come lo pseudomonas aeruginosa, presente in alcune ferite croniche, il mycobacterium tubercolosis che provoca la tubercolosi e alcuni funghi come la candida albicans, responsabile delle candidosi. Da qualche tempo però le sue proprietà sono state ridimensionate, o addirittura classificate come falsi miti:> potere anticalcare: la componente acida ha un potere disincrostante, ma molto ridotte rispetto a quello vantato;> potere disinfettante: l'aceto contrasta e uccide alcuni batteri e agenti micotici, ma non può essere definito un disinfettante ad ampio spettro.Non si può sottovalutare inoltre il fatto che l'aceto è corrosivo e rischia di danneggiare alcune superfici delicate come la pietra, il cotto e i marmi. Ciò significa che dobbiamo rassegnarci ad acquistare prodotti chimici? Non è detto: in casa possiamo contare su un altro agente naturale, a basso impatto ambientale e capace di sostituire l'aceto nella realizzazione di detergenti. Stiamo parlando dell’acido citrico. Acido citrico, l’ingrediente green dai mille utilizziL’acido citrico si ricava dagli agrumi, in special modo dal limone. In commercio è reperibile sotto forma di polvere o granuli da sciogliere in acqua. Si consiglia la diluizione in acqua distillata in una concentrazione che va dal 10 al 15%. Il suo utilizzo è declinabile in svariati ambiti domestici: > ammorbidente naturale: l’acido citrico può sostituire completamente l’aceto per ammorbidire i tessuti, con il valore aggiunto di una profumazione più gradevole che può essere amplificata con gli oli essenziali; > anticalcare: diluito in acqua, l’acido citrico può essere spruzzato su acciaio, vetro, ceramica, per poi lasciarlo riposare. Così facendo si rivela un anticalcare molto efficace, lasciando poi le superfici pulite e lucide; > igienizzante: precedentemente diluito in acqua, l’acido citrico può essere potenziato con il bicarbonato che a contatto con questa soluzione produce schiuma e “lievita”. Basta lasciarlo agire per qualche ora sui sanitari del bagno per disincrostarli e igienizzarli completamente; > brillantante: la soluzione diluita in acqua distillata può essere utilizzata come brillantante per la lavastoviglie. Oltre a svolgere un’azione igienizzante e anticalcare, lucida la porcellana dei piatti, i cristalli dei bicchieri e l’acciaio delle posate. L’acido citrico è confezionato in sacchetti e si conserva a temperatura ambiente lontano da fonti di calore e umidità. Si diluisce in acqua a temperatura ambiente e dura per molto tempo. Questo lo rende un prodotto a basso impatto ambientale, ben integrato nei consumi domestici.

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