Cristina Passarani

Medicina Cinese: la più antica forma di medicina psicosomatica: Medicina olistica per antonomasia, la Medicina Tradizionale Cinese pone il malato al centro della diagnosi e della terapia: impariamo a conoscerla Basata sui principi del Tao, il corpus filosofico fiorito in Cina tra il IV° e il III° secolo a.c., la Medicina Cinese è senza dubbio la più antica forma nota di medicina olistica, ma i suoi principi prefigurano in modo sorprendente le scoperte della fisica quantistica: per la Medicina Cinese, ogni essere vivente è un quantum di energia che fluisce a diversi livelli di densità, lungo un asse che va dal polo più sottile (spirito) a quello più denso (corpo fisico), attraversando le regioni intermedie di pensieri, pulsioni, emozioni. Questa polarizzazione rende possibile il movimento, il mutamento e quindi il divenire. Come nella medicina psicosomatica, per la Medicina Cinese, non esiste la malattia, ma il malato con i suoi segni e sintomi: ogni disturbo nasce da un blocco o squilibrio del flusso energetico, e per guarirlo bisogna intervenire sui diversi livelli con i rimedi adatti alla costituzione energetica della persona, dalla dieta personalizzata all'agopuntura e ai rimedi naturali. La prima cosa da fare, quindi, è individuare la costituzione energetica del malato. La costituzione energetica Ogni persona ha a disposizione quattro tipi di energia, ognuna legata ad un sistema organico: L’energia ancestrale è trasmessa durante la gestazione e definisce la "costituzione naturale" della persona. Legata al sistema renale, non può essere attinta dall'esterno e quando si esaurisce, l'individuo muore. L’energia alimentare è legata al sistema digestivo ed è attinta dal mondo esterno attraverso l'alimentazione. Per aumentarla è importante nutrirsi con cibi energeticamente compatibili con la nostra costituzione individuale, evitando le "mode alimentari". L’energia respiratoria è legata al sistema polmonare ed è assunta sia con la respirazione che attraverso gli scambi con l’ambiente fisico e con gli altri esseri viventi. Può essere aumentata con opportuni esercizi di respirazione. L’energia intersessuale è legata alla sfera genitale e polarizzata: si attiva in presenza dell'altro polo sulla base di affinità chimico-fisiche, affettive, intellettive e psichiche, ed è tanto più forte quanto maggiore è l’affinità elettiva. Può essere evolutiva, o involutiva in caso di disarmonia tra i partner. I sistemi organici Una volta individuata la costituzione del malato, il medico passa a valutare il funzionamento dei suoi sistemi organici, considerati nelle loro inter-relazioni. In medicina cinese infatti gli organi sono divisi in due gruppi funzionali: gli organi di lavoro (Yang), si occupano di elaborare le sostanze nutritive, integrare quelle assimilabili ed espellere quelle non assimilabili; gli organi di assimilazione (Yin) hanno il compito di trasformare, assimilare e stoccare le sostanze nutritive e di distribuire l'energia. Tutti gli organi lavorano in coppie Yin/Yang, collaborando nello svolgimento della loro funzione. Ogni alterazione dell'equilibrio tra i due poli di un sistema produce una disfunzione funzionale che, se non risolta, dà luogo a una malattia organica. La diagnosi energetica e l'orologio dei meridiani Secondo la medicina cinese, l'energia vitale (Chi) attraversa il corpo come un'onda ogni 24 ore, sostando in ogni organo per circa due ore e ricaricandolo di energia. Questo processo aiuta anche a capire l'origine e la natura degli eventuali disturbi. Ad esempio un'insonnia con difficoltà ad addormentarsi o risvegli tra le 2 e le 3 di notte segnalano uno squilibrio energetico dell'asse fegato-intestino tenue, e uno stato infiammatorio. L'eccesso di energia si rivela con irrequietezza, crampi e stati dolorosi a carico dell'organo o lungo il percorso dei canali energetici collegati, mentre le carenze si manifestano con insufficienza funzionale e stanchezza. Osservare l'orologio dei meridiani fornisce utili indicazioni al medico per individuare i sistemi alterati.

Cristina Passarani

è una vitamina indispensabile per la salute generale del corpo perché aiuta il sistema immunitario e le ossa e partecipa nella prevenzione del cancro e della sclerosi multipla. La vitamina D può essere di origine animale (colecalciferolo o vitamina D3) o di origine vegetale (ergocalciferolo o vitamina D2). L'esposizione ai raggi solari incrementa la sintesi di Vitamina D e l'assorbimento attraverso il colesterolo. La Vitamina D è unica, perché può essere ottenuto sia dal cibo che dall’esposizione al sole. Tuttavia, fino al 50% della popolazione mondiale non si espone sufficientemente alla luce solare, e il 40% degli abitanti degli Stati Uniti presenta una carenza di vitamina D.Ciò dipende in parte dal fatto che le persone trascorrono più tempo al chiuso, indossano una protezione solare quando sono fuori e seguono una dieta occidentale con un basso contenuto di alimenti fonte di vitamina D.Il fabbisogno giornaliero di vitamina D (RDI) è pari a 400 IU provenienti dagli alimenti, ma molte organizzazioni sanitarie raccomandano caldamente di assumere 600 IU di vitamina D al giorno. Se non ci si espone sufficientemente alla luce solare, il fabbisogno giornaliero di vitamina D cresce fino a circa 1.000 IU al giorno.Qui di seguito c’è un elenco con i 9 cibi sani che hanno il più alto contenuto di vitamina d. 1. Salmone Il salmone è un pesce grasso molto conosciuto e anche una grande fonte di vitamina d. Secondo le banche dati sui nutrienti, 100 grammi di salmone contengono tra i 361 e i 685 IU di vitamina D.Tuttavia, non è specificata l’eventuale differenza tra il salmone di allevamento e quello selvatico. Questa differenza potrebbe non sembrare importante, ma in realtà lo è. Uno studio, infatti, ha mostrato che il salmone pescato contiene in media 988 IU di vitamina D per 100 grammi di prodotto. Quindi il 247% del fabbisogno giornaliero.Altri studi hanno hanno invece rivelato livelli ancora più elevati nel salmone selvatico, che arrivano fino a 1.300 IU di vitamina D per porzione.Il salmone d'allevamento contiene, in media, solo il 25% di tale quantità. Ciò significa che una porzione di salmone d'allevamento contiene circa 250 IU di vitamina D, che è pari al 63% del del fabbisogno giornaliero.Conclusione: Il Salmone selvatico contiene circa 988 IU di vitamina D per 100 g, mentre il salmone d'allevamento ne contiene in media 250 UI. 2. Aringhe e sardineL'aringa è un pesce mangiato in tutto il mondo. Può essere servito crudo, in scatola, affumicato o marinato. È anche una delle migliori fonti di vitamina d.L’aringa fresca fornisce 1.628 IU per una porzione di 100 grammi, che è quattro volte il fabbisogno giornaliero. Se il pesce fresco non fa per voi, anche le aringhe in salamoia sono una grande fonte di vitamina D, e forniscono 680 IU 100 grammi, che è pari al 170% del fabbisogno giornaliero. Tuttavia, le aringhe in salamoia contengono anche una quantità elevata di sodio, che alcune persone consumano in quantità eccessiva. Le sardine sono un tipo di aringa, anche esse rappresentano una buona fonte di vitamina D. Una dose di arinche contiene 272 IU, che è pari al 68% il fabbisogno giornaliero. Altri tipi di pesci grassi fonti di vitamina D sono: l’halibut, che fornisce 600 IU per porzione, e lo sgombro che contiene 360 IU per porzione.Conclusioni: Le Aringhe contengono 1.628 IU di vitamina D ogni 100 grammi. Altri pesci che forniscono una buona quantità di vitamina D sono le aringhe, le sardine, l’halibut e gli sgombri. 3. L’olio di fegato di merluzzo. L’olio di fegato di merluzzo è un integratore molto popolare. Se non ti piace il pesce, l'assunzione dell’olio di fegato di merluzzo può essere un buon modo per ottenere determinate sostanze nutrienti che sono difficili da ottenere da altri alimenti.In un cucchiaino di olio di fegato di merluzzo, pari circa a 5 ml, sono contenuti 450 IU di vitamina d. Questo integratore è stato utilizzato per molti anni per prevenire e curare la carenza di vitamine nei bambini.

Cristina Passarani

Dieta e sport L'organismo per vivere, e quindi anche per praticare sport, brucia continuamente un mix di zuccheri, grassi e proteine in varie quantità, a seconda delle attività svolte. Durante l'attività sportiva il corpo "sceglie" quali di questi nutrienti utilizzare come prima fonte energetica in base alla durata dell'esercizio fisico, alla sua intensità, alle condizioni fisiche e al livello iniziale di zuccheri immagazzinati nel muscolo sotto forma di glicogeno. Di solito sono proprio gli zuccheri a essere consumati per primi durante l'esercizio fisico. Per questo la dieta di chi svolge un'attività sportiva dovrebbe comprendere circa il 55% di carboidrati (zuccheri), forniti prima di tutto cereali integrali, frutta e verdura, ma anche legumi, noti soprattutto per la parte proteica, ma ricchi anche di zuccheri. Tale percentuale può arrivare anche al 65% se l'attività sportiva è a livello agonistico. Cereali sì ma integrali I cereali devono essere integrali, scegli preferibilmente quelli in chicchi, come riso e orzo, ma anche miglio e avena. Pane e pasta sono adatti soprattutto nel pasto di mezzogiorno. Questi alimenti apportano carboidrati complessi, fibre, zinco, e vitamine del gruppo B. Una singola porzione fornisce inoltre a chi fa sport circa 2-3 grammi di proteine. Verdure? Punta sul colore Se fai sport, tra le verdure, opta per quelle di colore intenso: rosso, arancione o giallo, in aggiunta alle foglie verdi. In questo modo fai scorta di vitamina C, betacarotene e altri antiossidanti in grado di proteggere l'organismo dallo stress ossidativo che consegue all'attività sportiva. Le verdure forniscono inoltre ferro, calcio, fibre e 2 grammi di proteine per porzione. Legumi: e fai scorta di zuccheri e proteine verdi Hai a disposizione piselli, fagioli neri, fagioli, ceci, lenticchie, come pure latte di soia, tofu, tempeh e proteine vegetali ristrutturate (bistecca di soia, spezzatino di soia ecc.). Questi cibi non solo sono ricchi in proteine (circa 7-10 grammi per porzione), ma offrono carboidrati complessi ideali per chi fa sport, fibre, ferro, calcio e vitamine del gruppo B. Frutta: lo spuntino ideale per chi fa sport Per chi fa sport sono adatti tutti i tipi di frutta, anche i succhi purché al naturale. Sono un'insostituibile fonte di vitamina C e altri innumerevoli antiossidanti in grado di proteggere l'organismo dallo stress ossidativo dovuto all'attività sportiva. Inoltre la frutta fornisce fibre, potassio e proteine che variano secondo il frutto prescelto.

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