Vi ricordate di Anna Bullus, la studentessa ambientalista e di Gumdrop il suo sistema di raccolta delle gomme da masticare per poi trasformarle in qualcosa di utile e bello?
Dopo aver realizzato posate, bicchieri, portachiavi e tanto altro, ha adesso lanciato sul mercato un nuovo prodotto riciclato: scarpe da tennis in collaborazione con la ditta Xplct e realizzate appunto con il Gum-tec, ossia il materiale riciclato dalle gomme da masticare.
Esattamente come per gli altri prodotti, anche qui le gomme da masticare vengono trasformate in un polimero modellabile, il BRGP (Bullus Recycled Gum Polymer). L’idea di fare qualcosa con le gomme, è venuta ad Anna Bullus per caso: mentre tornava a casa dall’Università ha notato tantissimi chewing gum gettati per strada.
Solo a Londra, come si legge nel sito di Gumdrop Ltd, vengono buttate oltre 30mila gomme e ogni anno il governo spende 150milioni di sterline per ripulire le strade.
Da lì il pensiero di creare dei recipienti ad hoc: Gumdrop e Gumdrop on-the-go, cestini rosa appositamente progettati per lo smaltimento dei chewing gum. Una volta pieni, l’intero Gumdrop insieme al suo contenuto viene riciclato per produrre nuovi materiali.
Un corretto stile di vita e un'alimentazione equilibrata contribuiscono a ridurre il rischio di cancro del 30%. La ricetta di salute, però, non sta in un elisir di lunga vita quanto piuttosto nel fare proprie quelle sane abitudini che sono strumento di prevenzione.
Il Fondo mondiale per la ricerca sul cancro ci dà un’importante raccomandazione, ossia di limitare i cibi fast food. Con questa dicitura non si intendono soltanto i prodotti di alcune catene di ristorazione. Appartengono, più in generale, a questa categoria tutti i cibi in commercio già pronti per essere mangiati. Questi prodotti sono troppo lavorati, e dunque impoveriti di micronutrienti (come vitamine e minerali) ma ricchi in amidi, sale, zuccheri semplici e grassi: sono realizzati, per esempio, con farine raffinate che hanno perso tutti quei nutrienti importanti fibre contenuti nei chicchi integrali. Generalmente questi piatti ‘pronti’, essendo molto trattati, tendono soprattutto a farci ingrassare invece di nutrirci adeguatamente. La popolazione occidentale, purtroppo, ne sta mangiando davvero troppi.
Così come il detto afferma che nella piccola botte si trova il vino buono, possiamo dire che nei minuscoli semi di miglio si trovano caratteristiche nutrizionali uniche. Il miglio è un forziere di vitamine, ma anche di ferro, fosforo e silicio: i sali più importanti per ritemprare sangue, muscoli e cervello. È facile da digerire e utile a chi soffre di acidità di stomaco. È privo di glutine ma ricco di proteine e grassi buoni, che abbassano il colesterolo e rigenerano le cartilagini. In più, il miglio contrasta la spossatezza senza far ingrassare e grazie al contenuto di aminoacidi e acido salicilico previene l’invecchiamento cutaneo, la debolezza delle unghie e la caduta dei capelli. Inoltre, il miglio è l’unico cereale non acidificante, e questo lo rende un portentoso antinfiammatorio.
Chicchi di miglio, alleati della tua forma
Il miglio è un’abbondante riserva di magnesio, fluoro, ma anche di vitamine A (sotto forma di betacarotene), B1, B3, E, grassi insaturi, acido silicico, importante per le ossa e le articolazioni. Non solo: per la sua particolare struttura, l’amido è più digeribile di quello di mais o di altri cereali. Invece, a causa delle carenze aminoacidiche, il valore biologico della parte proteica non è elevato: infatti, benché il contenuto medio di proteine sia tra l’11,3 e il 12,7%, non sono presenti diversi aminoacidi essenziali, tra cui lisina e treonina, e il triptofano c’è ma in quantità limitate. Per questo è bene abbinarlo ai legumi. Nel miglio si trova anche l’acido glutammico, prezioso per il recupero muscolare dopo lo sport.
Con il miglio spazzi via le tossine acide proteiche
Secondo la scuola medica salernitana, il miglio serviva per eliminare gli umori superflui. Tale azione purificante è oggi confermata, poiché il miglio agisce a livello intestinale trattenendo tossine e favorendo una depurazione naturale. Il miglio è uno dei cereali maggiormente alcalinizzanti, ovvero ha un’azione riequilibrante sull’acidità del corpo. Neutralizza le tossine acide, che si accumulano se si mangiano troppi alimenti acidificanti, se si è in sovrappeso e se non funzionano a dovere gli organi deputati alla corretta depurazione dell’organismo. L’accumularsi di tossine acide favorisce l’instaurarsi di stati infiammatori che frenano il metabolismo e indeboliscono il sistema immunitario. Il miglio consente di “tamponare” gli effetti degli eccessi proteici sul pH del sangue.
É gluten free e quindi perfetto per i celiachi
Il miglio è privo di glutine. Tuttavia il tegumento che lo ricopre contiene questa proteina, ragione per cui l’operazione di pulitura è decisiva. Solo se ben eseguita l’alimento è ben tollerato e privo, quindi, di contaminanti dannosi. L’Associazione Italiana Celiachia lo annovera tra i pochi cereali adatti all’alimentazione per coloro che soffrono di allergia accertata al glutine.
Spegne i focolai di stomaco e colon
Oltre a essere un favoloso cibo energizzante grazie all’importante contenuto di carboidrati (gli amidi arrivano al 65% del totale), il miglio è anche un antinfiammatorio naturale delle vie digestive. È indicato quindi a chi soffre di gastrite, reflusso gastroesofageo, ma anche di colite e meteorismo. Masticato lentamente inoltre libera grandi quantità di triptofano, che aiuta il sistema nervoso enterico (quello che agisce sui movimenti intestinali) a rendere più armonici i movimenti della peristalsi gastrica e intestinale, prevenendo quindi sgradevoli crampi e coliche.
Prodigioso per cuore e vasi sanguigni
Una ricerca condotta da un gruppo di scienziati dell’Università di Seul ha dimostrato che la presenza di sali di potassio e magnesio nel miglio, utili nella regolarizzazione della pressione sanguigna, aiuta a prevenire le malattie cardiovascolari. Il miglio possiede anche una buona quantità di fitosteroli, sostanze con un’azione “ripulente” nei confronti del colesterolo “cattivo”. Dunque inserirlo nella dieta almeno una volta a settimana fa bene all’apparato cardiocircolatorio. Senza dimenticare che questo cereale ha anche lecitina dall’effetto ipocolesterolemizzante.