Luisa Cascarano

Circondati di persone che ti aiutano a dare il meglio di te! Quanto è importante circondarsi di persone che ci incoraggiano? E quanto le persone negative, sempre pronte a sottolineare cosa non va, ci influenzano? Negli ultimi anni la corrente del pensiero positivo, molto in voga in Occidente, ha spesso ribadito l’importanza di pensare in modo ottimista e di attorniarsi di persone che condividano un’ottica simile. Suggerimento senz’altro utile anche se un po’ limitante. Perché nella vita di ogni giorno è inevitabile doversi confrontare con persone di ogni genere, esperienze non sempre positive e pensieri altalenanti. E il pensiero positivo in alcuni casi può risultare forzato, sebbene affrontare la vita con atteggiamento ottimista sia senz’altro un buon punto di partenza. Mentre per quanto riguarda le persone che ci circondano, sicuramente fare un po’ di selezione male non fa. Perché volenti o nolenti, siamo tutti condizionati dall’esterno e avere a che fare con individui troppo negativi, disfattisti e sempre pronti a giudicarci e a non credere nelle nostre potenzialità può essere controproducente. Perché sebbene credere in se stessi sia fondamentale a prescindere da cosa pensano gli altri, non è sempre facile riuscirci se intorno si hanno solo persone ostili. Tuttavia non si tratta di eliminare chiunque non corrisponda esattamente alla nostra visione della vita, né chiunque non si adegui alla nostra prospettiva. È sempre interessante e arricchente avere a che fare con individui che la pensano in modi diversi, ma se la negatività è il fil rouge di tutte le nostre amicizie, allora forse un minimo di “cernita” va davvero fatta. Soprattutto se ci accorgiamo che stare in loro compagnia non ci fa stare bene, ma ci rende tristi, spossati, depressi. “Sintomi” da non sottovalutare perché, senza bisogno della ragione, riescono a rivelarci chi sono le persone adatte o meno a noi. D’altronde che circondarsi di persone incoraggianti e positive sia salutare lo dicono numerosi ricercatori ed esperti, fra cui la Dottoressa Christiane Northrup, che intervenendo in una puntata di “Super Soul Sunday” di Oprah Winfrey, ha dichiarato che le persone positive e felici ci contagiano costruttivamente, spingendoci nella stessa direzione. Mentre chi vive nella negatività tende ad abbatterci, trascinandoci verso il basso. Ma allora quale strada percorrere, quali amici tenere e quali persone allontanare? Per fare la scelta giusta occorre un po’ di fiuto interiore, senza tuttavia scadere in atteggiamenti estremisti, confondendo i punti di vista diversi con un atteggiamento di negatività. Sono due cose diverse ed è importante saperle distinguere. Ma una cosa è certa: chi non crede in noi, non ci supporta e non ci incoraggia mai a dare il meglio di noi stessi, bene non ci fa!

Luisa Cascarano

A Perugia apre la stanza della rabbia per sfogare stress e ansia La stanza della rabbia, chiamata rage room, sta diventando sempre più popolare in tutto il mondo e comincia a prendere piede anche in Italia. Tempo fa ne era stata aperta una a San Lazzaro di Savena, a due passi da Bologna, e ora arriva a Perugia, la prima in Umbria. La logica è sempre la stessa: si prende una mazza e si rompe tutto. Come premesso, nel mondo non è certo la prima, in Giappone per esempio è molto diffusa ed è proprio qui, fra l’altro, che ha preso vita per aiutare dipendenti e imprenditori a scaricare stress e tensioni. Ma anche nel resto d’Europa e in America piace parecchio. E non mancano iniziative simili, come i sacchi da boxe sparsi per le strade di Manhattan in occasione della New York City Design Week 2019, che servivano a scaricare le energie negative. In quel di Perugia a proporla è stato l’imprenditore Alessandro Mariotti che sul sito “quei5minuti” spiega gli obiettivi del suo progetto: “L’idea nasce nel 2017 dopo un servizio che introduceva al mondo direttamente dal Giappone, la stanza della rabbia per sfogare tutte le energie ed emozioni represse dal lavoro e dalla vita frenetica.” Ma non solo 5 minuti, la sessione “di sfogo” può durare anche 10 o 20 minuti e prevede l’utilizzo di 2 armi a scelta e protezioni, con la possibilità di impiegare un numero variabile di oggetti di varie dimensioni, fra cui piatti, bottiglie, sedie, oggetti elettronici se non addirittura armadi e tavoli, tutto all’insegna del riciclo. Si possono anche richiedere oggetti extra pagando qualcosa di più sul prezzo base che varia dai 15 ai 40 euro. Prima di iniziare bisogna leggere il regolamento, si indossano appositi abiti, scarpe, maschera e guanti protettivi, quindi si firma un modulo e si parte! Talvolta la stanza viene riservata per occasioni più ludiche, come addii al celibato e persino compleanni.

Luisa Cascarano

Mattel lancia la Barbie per rendere omaggio al tradizionale Día de los Muertos messicano Barbie diventa messicana! Continua l’impresa di Mattel di dare non solo un volto alle donne che hanno fatto la storia, ma anche di toccare temi delicati come il cancro o di ripercorrere le tradizioni di diversi Paesi. Ha deciso, così di rendere omaggio al Messico presentando una Barbie ispirata alla tradizionale festa nazionale del Día de Muertos, i giorni dei Morti. Disponibile dal 12 settembre nei negozi e online, la Barbie che si ispira “al Messico, alla sua festa , ai suoi simboli e alla sua gente” sarà vestita come la famosa Catrina, una figura creata nel 1912 dal vignettista José Guadalupe Posada e oggi riconosciuta in tutto il mondo come icona della celebrazione di questo giorno. “Il suo vestito è lungo, ricamato e decorato con fronzoli con fiori e farfalle. Il tocco finale è completato da una corona con le iconiche farfalle monarca e il fiore di cempasuchil per onorare, con stile, i simboli e le offerte di questa emblematica tradizione messicana”, ha spiegato l’azienda, ricordando che la festa del giorno dei morti, che si tiene ai primi di novembre, è stata nominata patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco. Mattel, quindi, rimarca il suo amore per il Messico. Già nel marzo dello scorso anno, lanciò un’edizione della sua classica Barbie ispirata a due importanti donne messicane: l’artista Frida Kahlo (1907-1954)e la golfista Lorena Ochoa.

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