Questo fiore gigante è stato trovato in Indonesia ed è il più grande del mondo
Questo grandissimo fiore è stato ritrovato in una riserva naturale a ovest di Sumatra, in Indonesia. È un enorme esemplare di Rafflesia tuan-mudae, conosciuto anche come “fiore cadavere”, uno spettacolo raro che fiorisce per soli sette giorni. Con i suoi 111 cm di diametro è la fioritura più grande mai registrata; ben 4 cm in più dell’ultimo record registrato nel 2017 nella stessa zona.
Una delle particolarità per cui è conosciuta questa pianta, oltre alle dimensioni, è il cattivo odore che emana, come di carne in decomposizione. È inoltre interessante notare l’assenza di radici e foglie: la Rafflesia, infatti, cresce all’interno delle radici di altre piante, assorbendo la loro acqua e le altre sostanze nutritive per diversi mesi, per sbocciare poi improvvisamente in enormi fiori.
DSA e superpoteri: l’importanza della musica
DSA e superpoteri: l'importanza della musica per gli studenti con disturbi specifici di apprendimento
Un ostacolo non da poco nella società di oggi in cui le persone sono sempre di fretta. Ci si sente diversi e lenti e persino fissare un appuntamento diventa difficile: se l’orario di ritrovo previsto sono le “6 meno 20” per un ragazzo con DSA non è scontato capire che si tratta delle 5.40. Dire “6 meno 20” confonde perché obbliga a fare il calcolo e inverte l’ordine temporale.
Nonostante questa relazione complicata con il tempo, Beatrice dice di essere riuscita a “farselo amico”. Come? Comprendendo che la capacità di soffermarsi di più sulle cose, prendendosi il proprio tempo a costo di sembrare lenti, è un pregio. Anche e soprattutto in un mondo che va veloce come il nostro!
Voci fuori dal coro
La diversità, però, può suscitare incomprensioni con gli altri. E quando in terza media si scopre di essere discalculici, non è semplice integrarsi alle superiori fra compagni che non sanno cosa significhi DSA e non accettano che alcuni possano avere più tempo per le verifiche e usare le mappe mentali. Da qui all’emarginazione e alla presa in giro il passo è breve. E c’è persino chi pensa che la dislessia sia una malattia che si attacca dando un morso a un panino.
Anche i professori non sempre comprendono le esigenze degli studenti con DSA. Un giudizio negativo, soprattutto se esposto pubblicamente davanti a tutta la classe, sa di sentenza sulla persona e di umiliazione, da cui è difficile riprendersi. È il periodo della fobia scolastica per Beatrice, che però gradualmente riesce a vincere la paura di tornare a scuola anche grazie a insegnanti disponibili che abbandonano il loro “posto di comando” dietro la cattedra per stare al suo fianco.
Così pian piano, con un grande lavoro su se stessa, con l’aiuto del teatro, del doposcuola Anastasis per ragazzi con DSA e della Music Academy di Bologna, Beatrice impara a concentrarsi sui suoi pregi invece che sui difetti, ricostruendo quell’autostima che aveva perso. La fantasia e la passione per la recitazione la aiutano a studiare, affrontando le pagine di un libro come fossero le parti di un copione. La memoria fotografica compensa la difficoltà nel leggere le note sullo spartito. La voglia di capirsi fra persone che non la capiscono la porta a guardarsi dentro e a guadagnare una consapevolezza di sé invidiabile.
È così che quello che per gli altri è un disturbo per Beatrice diventa un superpotere. “Una trasmissione reciproca di gioia fra me e le altre persone”. È questa per Beatrice la definizione di superpotere. Perché se fai qualcosa che ti piace, trasmetti la tua gioia agli altri che a loro volta te la restituiscono. Proprio quello che le succede quando recita e canta.
La musica è un mezzo per comunicare con le altre persone. Per Beatrice è “una fiamma che nessuno può spegnere”, uno strumento di espressione che va oltre le restrizioni della politica e della società. Lo dimostra la storia degli schiavi afroamericani costretti a lavorare nelle piantagioni di cotone senza diritti, che attraverso il blues hanno conquistato la libertà di esprimersi. E per Beatrice è stato così quando nell’adolescenza non riusciva a farsi capire dagli altri e ha trovato nella musica un modo per comunicare ciò che a parole non riusciva a dire.
Gli insegnanti di musica dell’Accademia, che le hanno insegnato a credere nelle sue passioni nonostante gli scogli da superare, e Mika! Anche lui non ha avuto vergogna di raccontare le sue difficoltà a scuola con i compagni e così è diventato, oltre che un modello a livello musicale, un punto di riferimento in cui potersi ritrovare.
La creatività è un po’ come l’intonazione: alcuni sono più dotati di altri, ma si può esercitare, basta essere determinati a farlo. Il legame tra dislessia e creatività, però, non è