Eibenthal è un villaggio idilliaco incastonato tra le montagne Banatului della Romania occidentale. È un luogo affascinante, ma ciò che lo distingue davvero è la sua fama di “città senza furti”.
A Eibenthal non c’è una stazione di polizia, e si può dire che non ce n’è bisogno. Le persone di questa zona sono notoriamente pacifiche e rispettose l’una dell’altra, e il tasso di criminalità è considerevolmente inferiore alla media. I furti, per esempio, sono praticamente inesistente, ed è comune che le persone lascino borse con soldi appese a lampioni o recinzioni per la strada, per il fattorino del pane: questi si ferma, prende i soldi e lascia il numero richiesto di pagnotte e il resto nelle borse. In oltre 20 anni, nessuno ha mai mancato di ritrovare il proprio denaro.
“L’auto che consegna il pane arriva ogni due giorni e compro 4-5 pagnotte. Metto l’importo esatto nella borsa o lascio una nota con quante pagnotte voglio e l’autista lascia il resto”, ha detto ai giornalisti un residente. “Non abbiamo mai avuto problemi di nessun tipo, e non ho mai sentito parlare di soldi o di pane mancanti”.
Questa tradizione di lasciare i soldi appesi ai lampioni è stata una sorta di scelta obbligata, in quanto l’unico panettiere del villaggio aveva chiuso all’inizio degli anni ‘90, e la gente doveva costantemente aspettare la consegna del pane da un altro villaggio a 20 chilometri di distanza, ogni due giorni. Ad un certo punto qualcuno ha avuto l’idea di lasciare in strada i soldi insieme a un biglietto per il fattorino. L’idea era che i concittadini non avrebbero rubato gli uni agli altri, e chiunque venisse dall’esterno con cattive intenzioni non avrebbe intascato grandi cifre.
Ma quello del pane è solo un esempio della cultura di rispetto reciproco del villaggio: “Non ci sono furti in questo villaggio”, ha detto il sacerdote del paese. “Ho varie cose utili nel mio garage, ed è aperto tutto il tempo, ma non è mai stato rubato nulla . Nei 13 anni in cui sono stato sacerdote qui, non ho mai sentito parlare di alcun furto”
Cervello emotivo: 10 caratteristiche delle persone resilienti
Le persone resilienti sono dotate di un meraviglioso cervello emotivo. Nei loro comportamenti e nelle loro abitudini cercano di evitare di farsi schiacciare dalle avversità. Sanno che le difficoltà sono un’occasione di crescita e che non sempre ciò che in questo momento appare negativo lo sarà ancora in futuro.
Come possiamo fare per allenarci alla resilienza? Possiamo rafforzarci interiormente ed imparare a definire noi stessi come capaci e competenti. Fortificare la nostra psiche è utile per affrontare al meglio le avversità.
Chi è dotato di resilienza non si fa cogliere impreparato emotivamente di fronte alle emergenze e sa accettare con flessibilità e senza rigidità le sfide della vita. Le persone resilienti sono simili al bambù durante un uragano: si piegano ma non si spezzano. E anche quando si sentono a pezzi sanno come fare per sistemare la situazione dato che la lotta fa parte della loro essenza.
Ecco le caratteristiche principali delle persone resilienti.
Indice
Conoscono i propri confini
Si circondano di buoni amici
Coltivano l’autostima
Sanno accettare tutte le situazioni
Sanno ascoltarsi
Sanno di non avere tutte le risposte
Si prendono cura di se stesse
Sanno chiedere aiuto
Sono pronte al cambiamento
Sanno gestire lo stress
Non abbiate paura di troncare le relazioni tossiche (anche con i membri della famiglia)
Di solito quando pensiamo alla famiglia immaginiamo un ambiente sicuro, protettivo, dove rifugiarsi in caso di bisogno, su cui riporre la massima fiducia. Ma non è sempre così. Ci sono familiari tutt’altro che amichevoli, persone ostili e offensive che vanno tenute a bada se non, nei casi più estremi, allontanate.
Non è facile farlo perché spesso in famiglia subentrano sensi di colpa, soprattutto se si tratta di figure particolarmente vicine come i genitori o, d’altra parte, gli stessi figli.
Purtroppo, quando i familiari non sono persone equilibrate e sane, capita che compromettano la salute mentale e fisica di chi li circonda. In altri casi, quando le idee sono troppo diverse dall’ambiente familiare in cui si è cresciuti, si corre il rischio di lasciarsene risucchiare, specialmente se vengono imposte in modo autoritario.
Se poi di mezzo ci sono un padre o una madre tossici, o anche un figlio negativo e abusante, quindi figure particolarmente intime, è molto doloroso ammetterlo e agire di conseguenza, ma può rivelarsi di vitale importanza.
La psicologa Sherrie Campbell, nel suo libro “But It’s Your Family: Cutting Ties With Toxic Family Members and Loving Yourself in the Aftermath”, spiega che i familiari tossici si possono perdonare ma questo non significa che sia bene riconciliarsi con loro perché, anzi, la riconciliazione di solito fa riemergere gli abusi. Ed è quindi meglio amare quei membri della famiglia a distanza “di sicurezza”.
Prendere una posizione netta è infatti fondamentale in alcune circostanze, per esempio nei casi di abuso e manipolazione fisica, mentale, verbale, sessuale o emotiva, che sia evidente o nascosta ma tale da far vivere le vittime in uno stato di continua ansia. O nei legami che causano troppo stress influendo negativamente sugli altri settori di vita, perché richiedono continue spiegazioni o obbligano a stare costantemente sulla difensiva.
Idem per quanto riguarda i legami unilaterali dove qualcuno dà tutto se stesso e qualcun altro nulla, in cui prevale chiaramente l’interesse personale, o dove ci sono forme di intimidazione.
Perché spesso, purtroppo, i familiari tossici, a meno che non intraprendano consapevolmente un percorso di crescita, rimangono tali anche se cerchiamo di cambiarli. E per quanto spiacevole sia ammetterlo, la famiglia non è sempre il luogo dell’amore incondizionato, ci sono legami di sangue che nulla hanno a che vedere con il rispetto. Legami che non siamo tenuti necessariamente a portare avanti, specialmente se ci feriscono e ci rendono profondamente infelici, come suggerisce la Campbell nel suo libro.
Tuttavia, non bisogna nemmeno confondere il legittimo desiderio di serenità personale con l’egoismo. La solidarietà è importante in famiglia come in amicizia e in tanti altri ambiti esistenziali, purché determinati limiti non vengano superati e non venga mai meno il rispetto reciproco.