Luisa Cascarano

Casette per api, farfalle e coccinelle, idee regalo per attrarre insetti utili nel giardino Vi abbiamo già parlato dell’importanza di attirare alcuni insetti buoni nel nostro giardino. Possiamo farlo in diversi modi: piantando alberi e fiori a loro graditi o acquistando delle casette per api, farfalle e coccinelle perfette anche come idea regalo per i vostri parenti e amici amanti del giardinaggio. Le api sono a rischio di estinzione e favorire la loro presenza nei nostri giardini non è importante solo per l’ecosistema in generale ma anche perché questi insetti sono in grado di aiutare l’impollinazione dei fiori, dei frutti e delle piante che curiamo ogni giorno. Anche le coccinelle e le farfalle sono insetti belli e utili. Le prime contribuiscono alla lotta ai parassiti dell’orto (dato che si nutrono di altri insetti) mentre le seconde favoriscono l’impollinazione. Oltre a circondarci di piante apprezzate da api, farfalle e coccinelle possiamo attirare gli insetti utili nel nostro giardino appendendo delle apposite casette, una sorta di rifugio sicuro per questi piccoli e preziosi alleati della terra. Volendo, si possono anche realizzare fai da te, ma se non avete tempo ecco alcune idee pronte all’acquisto che possono rivelarsi anche un ottimo regalo per gli appassionati di orto e giardino. I prezzi oscillano dai 10 ai 25 euro: La casetta per le api riproduce le condizioni adatte per la sopravvivenza e il benessere delle api solitarie. Oltre alla struttura in legno, ci sono inclusi dei semi di fiori appositamente selezionati tra quelli più graditi a questi insetti. Si consiglia di posizionare la casetta in una zona soleggiata, preferibilmente esposta a Sud Alveare per api solitarie Si tratta di una casetta adatta alle api solitarie realizzata in legno resistente con certificazione FSC. Proprio come i classici alveari, la struttura si compone di vassoi individuali che possono essere aperti ed è stata progettata in modo tale da attirare le api solitarie che possono trovare in questa piccola casa il loro habitat perfetto. Casetta api hotelQuesta piccola casetta per api può essere considerata un hotel per gli insetti, uno spazio adatto e sicuro dove si possono rifugiare. La struttura è costruita con legno di alta qualità e zinco sul tetto, per questo garantisce durata nel tempo e resistenza a qualsiasi condizione climatica. Torre per le coccinelleQuesta torretta è in grado di attirare le coccinelle in quanto fornisce un habitat ideale per questi insetti, utili in quanto predatori naturali di afidi e pidocchi delle piante. È realizzata in legno resistente, fornita di paletto per fissarla a terra e adattabile a qualsiasi giardino Casetta per coccinelle a forma di tronchettoQuesto semplice tronchetto in legno scuro si può posizionare dove più si preferisce in giardino sia attaccato su recinti o alberi che messo in terra. Si tratta di un rifugio rustico per coccinelle che ne apprezzeranno la struttura scambiandolo per un normale tronco di albero. Casa delle farfalleQuesta casetta di legno può essere posizionata su una superficie piana o appesa in un punto protetto dalla pioggia ma soleggiato. Le farfalle saranno maggiormente attirate se al suo interno metterete qualche rametto di lavanda o ortica. Naturalmente è molto importante anche che nel vostro giardino vi siano piante di cui questi insetti possano nutrirsi. Casetta per insettiQuesta casetta per insetti è adatta ad api solitarie, crisope verdi, coccinelle e forbicine, tutti insetti utili nei nostri giardini dato che impollinano le piante e agiscono come naturali anti parassitari. La struttura gli consente di nidificare e andare in letargo in inverno e vivere comodamente in primavera-estate. Casa delle farfalle Questa casetta di legno può essere posizionata su una superficie piana o appesa in un punto protetto dalla pioggia ma soleggiato. Le farfalle saranno maggiormente attirate se al suo interno metterete qualche rametto di lavanda o ortica. Naturalmente è molto importante che nel vostro giardino vi siano piante di cui questi insetti Le puoi trovare su amazon.it

Luisa Cascarano

Eskilstuna: come la città svedese è diventata capitale mondiale del riciclo Eskilstuna è una città della Svezia che ha vissuto negli scorsi anni momenti molto difficili. Ha deciso però di rilanciarsi diventando la capitale mondiale del riciclo. Qui viene fatta una raccolta differenziata molto precisa ed efficace ed è nato da alcuni anni il primo centro commerciale dove tutto ciò che si vende è di seconda mano o riciclato. Questa città della Svezia, ad un’ora da Stoccolma, un tempo era fiorente grazie alla centrale che produceva acciaio ma a causa del rapido declino dell’industria negli anni ’70 si è ritrovata un po’ senza identità e con un tasso di disoccupazione dell’8% (che è quasi il doppio della media nazionale). Non si è però scoraggiata e ha trovato un intelligente modo di rilanciarsi. Come? grazie al riciclo e all’attenzione per l’ambiente. E’ dal 2012, infatti, che Eskilstuna ha implementato una serie di iniziative verdi con l’obiettivo, pienamente raggiunto, di diventare la città più ecologica della Svezia. Gli autobus e le auto pubbliche sono alimentati a biogas ed elettricità e la città utilizza energia termica per riscaldare l’acqua. Anche la raccolta differenziata è molto ben fatta. I residenti dividono i rifiuti in sette categorie: verde per il cibo, rosa per i tessuti, grigio per il metallo, giallo per la carta, blu per i giornali, arancione per la plastica e nero per l’indifferenziato. Inoltre, negli ultimi quattro anni, le persone hanno avuto la grande opportunità di lasciare vestiti, oggetti e tutto quando non desideravano più (ma ancora in buono stato) in un luogo unico al mondo che si trova proprio a Eskilstuna. E’ sì perché il fiore all’occhiello di questa città è ReTuna, un centro commerciale dove tutto ciò che è in vendita è di seconda mano o riciclato (ve ne abbiamo già parlato QUI). La direttrice di ReTuna, Anna Bergström, ha raccontato che, una volta arrivata in città e aperto il centro commerciale, inizialmente le persone erano sospettose: “In una città come questa, che ha sofferto, la gente è sospettosa nei confronti del cambiamento, in particolare qualcosa di radicale come un centro commerciale dove tutti i beni sono donati dalla gente della città e poi rivenduti a loro stessi”. Da quando ha aperto, però, il successo è stato grande (il centro commerciale ha 700 visitatori al giorno e 300 gruppi di turisti all’anno) e ha ottenuti ottimi risultati: nessun rifiuto domestico, oltre quelli presenti nelle 7 categorie di colori della raccolta, è finito in discarica. ReTuna infatti vende e ricicla di tutto: mobili, giocattoli per bambini, vestiti e oggetti di ogni genere. Qualsiasi rifiuto, o per meglio dire “risorsa”, che non può essere rivenduto in ReTuna (vi sono persone che smistano tutto quello che arriva ogni giorno) viene portato al centro di Lilla Nyby che si trova a 20 minuti dal centro commerciale e che ha un sistema di smistamento dei rifiuti che gli garantisce una precisione superiore al 97%. Non si limita solo a selezionare i rifiuti ma, ad esempio, quelli alimentari vengono resi compost e poi venduti ai residenti oppure trasformati in biogas (sempre prodotto nello stabilimento) da utilizzare per alimentare gli autobus della città. Dietro il magazzino si fa anche ricerca. C’è infatti un piccolo capannone dove è in corso un progetto dell’Università di Uppsala in cui si sta testando l’uso delle larve per digerire i rifiuti alimentari. Tutto questo ha fatto sì che gli abitanti di Eskilstuna diventassero, nel corso di questi anni, dei veri e propri “fanatici” della raccolta differenziata e del riciclo. Per tutti è un vero e proprio obbligo morale e si stanno iniziando a costruire anche nuove case ecologiche adattandole ai sistemi di riciclo della città (hanno contenitori per la raccolta integrati sotto il lavandino!).

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Luisa Cascarano

Assorbenti femminili: a New York per la prima volta al mondo saranno obbligatorie le etichette con gli ingredienti. E in Italia? Di cosa sono fatti gli assorbenti? E i salvaslip? E sappiamo bene con cosa andiamo a contatto se indossiamo un tampone interno? Forse non tutte ci abbiamo fatto caso, ma sull’imballaggio degli assorbenti c’è scritto poco o niente sulla loro composizione! Insomma, qual è il materiale che compone un assorbente e con quali “miscele” è fatto? Mentre qui la domanda rimarrà ancora a lungo inevasa (anzi gli assorbenti restano tassati in Italia al pari dei beni di lusso), a New York si pensa di dare nomi e cognomi a tutto ciò che assembla un assorbente. Lo stato di New York potrebbe essere infatti il primo Paese al mondo ad etichettare gli assorbenti igienici per donne. Alcuni giorni fa, infatti, è stato approvato un disegno di legge (in attesa della firma del governatore), che vuole inserire in etichetta la composizione degli assorbenti. Un proposta che arriva pochi mesi il report pubblicato da Environmental Health News che ha scoperto che gli assorbenti femminili e i pannolini contengono composti organici volatili e ftalati. “Sappiamo cosa c’è nel cibo che mangiamo, la medicina che prendiamo e i vestiti che indossiamo – ha detto il senatore Persaud. I milioni di consumatori a New York hanno il diritto assoluto di sapere anche cosa c’è nei nostri prodotti mestruali; questa legislazione lo risolverà, dandoci il potere di fare scelte migliori e più sicure al momento dell’acquisto di tali prodotti”. Ottima linea, se si considera che uno studio recente ha trovato composti tossici diffusi nei prodotti mestruali e nei pannolini, sebbene non abbia nominato i marchi testati. Nel cercare alcuni composti organici volatili (i COV), i ricercatori hanno trovato cloruro di metilene in due marche di assorbenti; toluene in nove; e xilene in tutte e 11 le marche testate. Nei pannolini, tutti e quattro i marchi testati contenevano toluene e xilene, nessuno conteneva cloruro di metilene. A essere scovati anche due tipi di ftalati in tutte le 11 marche di assorbenti testati. Nei pannolini, tutte e quattro le marche contenevano due tipi di ftalati e un altro tipo di ftalato è stato trovato in un altro marchio. I prodotti presentavano livelli significativamente più alti di ftalati rispetto a quelli comunemente presenti nei prodotti in plastica. Tutti composti che gli scienziati associano a problemi come compromissione cerebrale, asma, disabilità, alcuni tipi di tumori e disfunzioni del sistema riproduttivo. Sapere, insomma, cos’è che noi donne indossiamo ogni mese e avere la possibilità di scelta è un grande passo in avanti. A quando in Italia una proposta simile?

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