Luisa Cascarano

Trampolini di design per ammirare panorami mozzafiato sulle Alpi Una nuova avventura per vivere le Alpi austriache come non avevate mai immaginato Si chiama Perspektivenweg ed è un’opera straordinaria di architettura per ammirare lo spettacolo mozzafiato della catena montuosa Nordkette. È una vera e propria opera d’arte, nata dall’estro creativo dello studio internazionale di architettura Snøhetta, famoso al mondo per le creazioni che stupiscono e incantano. E lo hanno fatto ancora, con la realizzazione di Perspektivenweg, lo studio Snøhetta, incanta ogni giorno centinaia di visitatori che accorrono per ammirare il panorama mozzafiato che le Alpi austriache possono regalare attraverso un nuovo punto di vista. Partendo dalla stazione di Hungerburgbahn, si raggiunge in poco tempo quella di Seegrube, a 1905 metri d’altezza. Da qui è possibile attraversare la vallata che porta sulle vette dei Monti del Karwendel, di cui la catena montuosa Nordkette fa parte. E se prima la vista tra le montagne ci sembrava incantevole, ora è per lo più sbalorditiva. Lo studio di architettura Snøhetta ha realizzato un’istallazione che prevede 10 trampolini perfettamente inseriti nel contesto naturale delle Alpi Austriache. Si tratta di un vero e proprio omaggio alla natura, la valorizzazione del territorio passa dall’architettura. Da ogni trampolino è possibile ammirare uno spettacolo naturale, incontaminato e senza eguali. Ogni singola installazione offre una vista e una prospettiva diversa che regala un’esperienza visiva ed emozionale senza eguali. Le installazioni sono state concepite per proiettare il visitatore direttamente nel panorama che sta ammirando, da qui infatti, si ha la sensazione di fluttuare nell’aria e rimanere sospeso tra le montagne. Tutte le opere che fanno parte di Perspektivenweg, sono state realizzate per valorizzare l’ambiente e dare coerenza e continuità visiva agli elementi di design già presenti. I trampolini infatti hanno una struttura di acciaio corten, materiale presente anche in altri interventi sul territorio. Il design prevede anche delle barriere anti-valanga e il legno utilizzato per i trampolini è quello di larici, caratteristico delle foreste austriache. Quella di Perspektivenweg, che tradotto, non a caso, vuol dire percorso di prospettive, non è solo una struttura architettonica di grande valore per il territorio delle alpi austriache, ma uno strumento per il visitatore per godere della migliore esperienza visiva sugli sugli straordinari elementi naturali del panorama alpino e i suoi scenari.

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Luisa Cascarano

Orgosolo, il paese-museo della Sardegna celebre per i suoi murales La Barbagia più profonda e anarchica del Supramonte, dove il profumo del mare non si conosce nemmeno: ecco perché andare ad Orgosolo Orgosolo è un paese di circa 4500 abitanti che si trova al centro della Sardegna e fa parte della cosiddetta “Barbagia di Ollolai”, nel cuore della provincia di Nuoro. A circa 620 metri sul livello del mare, è famoso in tutto il mondo per la presenza dei murales -dipinti che decorano le case in tutto il centro storico-, per il paesaggio spettacolare e inconfondibile del Supramonte, e perché spesso è stato al centro di atti legati al banditismo. Ma Orgosolo è anche è la patria del “canto a tenore”, uno stile di canto corale sardo di grande importanza nella tradizione locale, patrimonio dell’Umanità UNESCO. Il centro abitato di distende sulle pendici del monte Lisorgoni, propaggine del massiccio del Gennargentu, dominando le vallate attraversate dal fiume Cedrino. Terra aspra e incoltivabile: ecco la Sardegna più profonda e selvaggia, dove l’odore del mare nemmeno si conosce. Alle spalle una storia di anarchia e vendette, testardaggine e regole, create all’interno della comunità, tra fucili e resistenza. Orgosolo: la storia dei suoi murales Non c’è un pezzo di muro in questo piccolo borgo che non sia dipinto magistralmente dalle mani di uno street artist, e in cui non ci si perda nei colori e nei racconti di quei dipinti mai scontati, mai leggeri. Ci sono donne che manifestano in difesa dei propri diritti, c’è un soldato che non vuole più andare alla guerra, c’è un De Andrè che canta e c’è il racconto di quando gli abitanti di Orgosolo si opposero all’Esercito Italiano vincendo. La storia della gente della Barbagia prende qui forma tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta, proprio per cercare di esprimere la propria libertà. Ed è, nel tempo, diventata un’attrazione turistica. Altra tradizione storica è “su lionzu”, una raffinata benda che incornicia il viso femminile negli abiti tradizionali, ricordando vagamente l’Hijab, con un ordito fatto di fili di seta e la trama colorata con lo zafferano. Da Orgosolo alla zona del Supramonte Se volete visitare l’impervio paesaggio che circonda il borgo, dovete per forza avere a fianco una guida esperta in sentieri di trekking, avendo la quasi scontata possibilità di imbattervi in cinghiali selvatici, mufloni, pastori e, come racconta il passato, bande di banditi. Gole, grotte e tacchi calcarei come i monti Novo San Giovanni e Fumani, vi si staglieranno di fronte in modo imponente: sul monte su Biu, sappiate che fanno il nido le aquile. Imperdibili anche il canyon di Gorroppu e la dolina su Suercone, dove la terra ha creato una voragine profonda 200 metri e larga 400.

Luisa Cascarano

Parco della Caffarella, il polmone verde di Roma che pochi conoscono È una delle aree verdi più ampie della capitale, ma sono tanti coloro che non ci sono mai stati Un tempo vi era una grande tenuta privata, che sorgeva nei confini di una valle di origine alluvionale sul territorio della città di Roma. Oggi quella zona è un’area naturale importantissima, chiamata Parco della Caffarella, e nonostante sia pressoché sconosciuta ai più rappresenta una delle maggiori zone verdi urbane dell’intera Europa. Il Parco è situato in una zona di grande rilievo storico e culturale. Si trova a ridosso delle Mura Aureliane, in un’area lambita da due antichissime direttrici che hanno letteralmente segnato la fortuna economica della vecchia Roma: la via Latina e la via Appia Antica. Nel suo territorio si snoda il fiume Almone, piccolo affluente del Tevere che un tempo era considerato sacro. Attualmente, la Caffarella ha un’estensione di circa 190 ettari, dovuta ad anni di espansioni che hanno aggiunto numerose porzioni verdi all’area originale. Le Mura Aureliane – Fonte: 123rf | Ph. Artem Bolshakov La storia di questo Parco risale addirittura al 3° secolo a.C., periodo del quale ci sono giunte le prime notizie sulla Caffarella. All’epoca, il territorio era posseduto dalla famiglia di Attilio Regolo, e nel corso dei secoli ha vissuto vicende molto controverse. È passato di mano in mano, è stato frammentato e venduto a privati e a società straniere, è stato abbandonato e rinvenuto in condizioni di assoluto degrado. Per riportarlo ai suoi antichi fasti, negli anni ’80 è nato il Comitato per il Parco della Caffarella, grazie al quale è stata realizzata l’area naturale pubblica più vasta di Roma, al cui interno è conservato un patrimonio storico e artistico dal valore inestimabile. Sono infatti pochi coloro che conoscono la Caffarella e le sue incredibili meraviglie, nonostante la sua posizione centrale e la comodità dei collegamenti che permettono di raggiungerla. Inoltre, il Parco offre veramente un’esperienza indimenticabile, per chi ama la natura e per chi ha voglia di concedersi una vera e propria passeggiata che lo riporti indietro nel tempo. Sono molti i sentieri che si snodano all’interno della zona protetta, la maggior parte dei quali si dipanano attraverso splendide costruzioni risalenti a vari periodi dell’antichità, che raccontano la storia della capitale e dei popoli che l’hanno abitata nel corso dei secoli. Il Ninfeo di Egeria – Fonte: iStock | Ph. Rimbalzino Uno degli esempi più suggestivi è il Ninfeo di Egeria, una fonte risalente al 2° secolo d.C. e oggi un sito archeologico di grande importanza. Nell’antichità veniva utilizzato come luogo di riposo estivo, dove sfuggire al caldo dell’urbe grazie anche all’umidità dovuta alla sorgente di acque oligominerali che si trova a poca distanza. Risalenti probabilmente allo stesso periodo sono anche le Cisterne romane, adibite a riserva d’acqua per alcune ville presenti nei dintorni. Restaurate di recente, le Cisterne sono oggi visitabili nel periodo primaverile e in quello autunnale. Tra gli edifici più spettacolari della Caffarella dobbiamo ricordare anche il Tempio del Dio Redicolo, un sepolcro antichissimo edificato in onore di Annia Regilla, nobildonna residente in una delle splendide ville che punteggiavano tanti secoli fa il Parco. Ancora in ottimo stato di conservazione, il cenotafio presenta dettagli davvero sorprendenti come gli eleganti capitelli che sovrastano le colonne della struttura e le ricche cornici che racchiudono le finestre del sepolcro. Di età rinascimentale è invece il Casale della Vaccareccia, edificato probabilmente nel ‘500. Il complesso, oggi utilizzato parzialmente per l’allevamento di ovini e per la produzione casearia, ingloba anche una delle torri di guardie medievali un tempo presenti in gran numero in questa zona.

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