Luisa Cascarano
Scoprire il senso della vita è il segreto del benessere e della longevità. Lo studio Qual è il senso della vita? Non è semplice rispondere a questa domanda ma secondo un nuovo studio pubblicato sul Journal of Clinical Psychiatry, salute e benessere ne sono fortemente influenzati. Vale a dire che le persone che l’hanno scoperto, vivono meglio. Lo ha affermato l’autore senior della ricerca, Dilip V. Jeste, preside associato senior del Center of Healthy Aging, secondo il quale individuare il proprio scopo contribuisce a migliorare salute, benessere e forse persino longevità, rendendoci meno stressati e più felici: “Coloro che hanno un significato nella vita sono più felici e più sani di quelli senza di essa.” A questo risultato, i ricercatori sono giunti dopo aver esaminato i dati di 1.042 adulti, di età compresa tra 21 e 100 anni, che facevano parte della Successful Aging Assessment (SAGE). I partecipanti sono stati intervistati e sottoposti a un questionario sul significato della vita che ha permesso agli studiosi di capire quanto questo fattore sia clinicamente rilevante per migliorare il benessere dei pazienti: “Il campo medico sta cominciando a riconoscere che il significato nella vita è un fattore clinicamente rilevante e potenzialmente modificabile, che può essere mirato a migliorare il benessere e il funzionamento dei pazienti. Prevediamo che i nostri risultati serviranno da elementi costitutivi per lo sviluppo di nuovi interventi per i pazienti che cercano uno scopo”. Le cose, tuttavia, cambiano a seconda dell’età perché i giovani, intorno ai 20 anni, spesso non hanno ancora capito qual è il loro scopo, mentre dai 30 ai 50 anni la ricerca diminuisce e aumenta la scoperta del proprio significato. Le cose cambiano ancora dopo i 60, quando le persone ritirandosi dal mondo del lavoro, sono soggette a un profondo cambiamento di vita che le induce a cercare un nuovo scopo, non più corrispondente a quello precedente: “Quando sei giovane, come sui vent’anni, non sei sicuro della tua carriera, di un compagno di vita e di chi sei come persona.” Stai cercando un significato nella vita. Mentre inizi a entrare nella tua anni Trenta, Quaranta e Cinquanta, hai relazioni più consolidate, forse sei sposato e hai una famiglia e ti sei trasferito in una carriera. La ricerca diminuisce e aumenta il significato nella vita. Dopo i 60 anni, le cose iniziano a cambiare. Le persone si ritirano dal lavoro e iniziano a perdere la propria identità. Cominciano a sviluppare problemi di salute e alcuni dei loro amici e familiari iniziano a morire. Ricominciano a cercare il significato nella vita perché il significato che avevano una volta è cambiato. ”uindi a ogni età corrisponde un significato diverso. E ora lo studio prosegue con l’intenzione di indagare nuove aree, dalla saggezza alla compassione, fino alla solitudine, per capire in che modo influiscono sul significato della vita. La ricerca è interessante perché evidenzia che il benessere non è solo questione di salute fisica ma dipende da questioni esistenziali spesso ritenute superflue, secondarie, e per questo sottovalutate. Essere in forma è importante ma, sottolineano i ricercatori, evidentemente non è abbastanza per sentirsi davvero bene e aver voglia, quindi, di vivere.
Luisa Cascarano
Preservare i nostri mari un passo alla volta, a partire dalla stagionalità del pesce È squisito, fa bene ad adulti e bambini ed è ricco di tantissime proprietà, ma quanto siamo attenti nell’acquisto del pesce? Al di là dei gusti e della “visibile freschezza” che ci porta a preferire un tipo di pesce piuttosto che un altro, quanto ne sappiamo una volta che siamo di fronte a un bancone pieno zeppo di ogni ben di Dio? La risposta è inevitabilmente “poco o niente”. E non solo. È ancora cosa poco nota che anche ciò che peschiamo dai mari è in via di estinzione: si stima, infatti, che saranno moltissime le specie ittiche che tra qualche anno potrebbero non esistere più se continuano le attuali tendenze di pesca e di consumo. Cosa vuol dire? Che al momento dell’acquisto dobbiamo essere più attenti a ciò che ci propongono, orientando le nostre scelte andando oltre alle poche specie pregiate e più conosciute e tenendo conto della stagionalità. Anche il mare, infatti, così come la terra, ha i suoi cicli da rispettare: per cui, se siamo attenti a comprare frutta e verdura di stagione, così dobbiamo porre attenzione anche ad acquistare solo il pescato di stagione. In questo modo contribuiamo a preservare l’ambiente, aumentando di contro la qualità di ciò che mangiamo e acquistando prodotti meno costosi. Come sono i nostri acquisti ora Secondo i dati di Eumofa, nel 2018 il consumo di prodotti ittici è aumentato in tutta Europa e in particolare in Italia (+4% rispetto al 2015). È un costante aumento che da un lato denota una maggiore attenzione per la nostra alimentazione, ma che dall’altro potrebbe causare un sempre maggiore sfruttamento delle specie più commercializzate e a una loro possibile estinzione. Il 73% dei prodotti ittici che consumiamo in Europa, infatti, si riferisce a solo 15 specie e, tra queste, 5 rappresentano il 43% dei consumi totali (e sono tonno, merluzzo, salmone, pollock e gamberetti). Insomma, scegliamo sempre le stesse specie e ci dimentichiamo che il mare abbonda di pesci eccellenti. Il segreto è spostare i consumi verso le cosiddette specie neglette o dimenticate, in modo da ridurre le importazioni di pesce di dubbia provenienza e sostenibilità e contribuire così anche a ridurre l’impatto negativo della pesca industriale sugli ecosistemi marini e sulla sopravvivenza delle specie. Ma attenzione, tutto ciò va fatto seguendo la stagionalità dei prodotti! Rispettare le specie che vivono nei mari e fare acquisti consapevoli significa, dunque, rispettare la stagionalità dei mesi di riproduzione delle specie. Se da un lato, la stagionalità di pesca indica i mesi in cui i pesci sono più facili da pescare (e, quasi in tutti i casi, i pesci sono più facili da pescare proprio quando sono in fase riproduttiva), dall’altro la stagionalità sulla quale dovremmo basarci è quella che tiene conto dei mesi riproduzione. Ovvero, va comprato pesce al di fuori del suo periodo di riproduzione. Il concetto si stagionalità responsabile, infatti, quello al quale dovremmo attenerci, riguarda la stagionalità di pesca al netto dei mesi di riproduzione delle specie, considerando tutti i mesi in cui le specie ittiche sono più facili da trovare in pescheria senza considerare però i mesi di riproduzione. Quindi, quando compriamo il pesce, scegliamo la qualità e la freschezza dei prodotti locali sì ma anche e soprattutto quelli non in declino e fuori dai cicli di riproduzione. Come sceglierli e riconoscerli? Il consiglio e rivolgerci al nostro pescivendolo di fiducia o a fonti attendibili come il sito internet di Hello Fish! Il portale Hello Fish! Il portale Hello Fish! spiega come diventare cittadini e consumatori consapevoli e responsabili portandoci a preferire il consumo di prodotti ittici d’allevamento o pescati in modo sostenibile.
Luisa Cascarano