A Torino debutta Olli, il primo minibus elettrico a guida autonoma stampato in 3D
Mobilità sostenibile: a Torino comincia la prima sperimentazione in Italia di Olli, lo shuttle elettrico a guida autonoma che girerà per i primi quattro mesi di prova lungo i viali del campus delle Nazioni Unite, sulla riva del Po, per poi essere spostato in altri ambiti, dal centro città agli aeroporti.
Con un’autonomia di circa 40 chilometri e la capacità di trasportare fino a 12 persone (8 sedute), Olli è assemblato utilizzando l’80% delle parti stampate in 3D (ogni veicolo viene assemblato nell’arco di una sola giornata), è a propulsione elettrica ed è alimentato da fonti pulite grazie alla partnership con IREN.
Nello specifico, il rivoluzionario piccolo shuttle è azionato da quattro motori elettrici collocati nel mozzo delle ruote, che lo spingono ad una velocità massima di 25 km orari. La ricarica avviene in circa due ore.
Per i primi mesi verrà sperimentato all’interno del Centro Internazionale di Formazione della Nazioni Unite (Itc-Ilo) lungo un percorso per i dipendenti e gli ospiti del campus stesso, ma Olli lascia ben sperare in una futura “boccata d’ossigeno”, se si considera che Torino rientra tra le prime città italiane più inquinate, dove ad oggi è stato superato per 20 giorni consecutivi il livello soglia di pm10.
In Italia, un test sui veicoli a guida autonoma era già stato avviato nei mesi scorsi a Merano, utilizzando un mezzo prodotto dalla francese Navya. Ora, Torino coinvolge grandi enti come il centro per l’innovazione transdisciplinare dell’Università degli Studi di Torino, Reale Mutua Assicurazioni e un team di supporto alla sperimentazione composto da giovani cittadini fruitori del diritto di cittadinanza e studenti universitari.
Burger King: perché il suo panino che ammuffisce fa notizia (e non dovrebbe)
Un qualsiasi alimento esposto all’ossigeno deperisce nel tempo: perde acqua, viene degradato dagli enzimi e attaccato da muffe e batteri. Un processo normale e assolutamente naturale, che non dovrebbe fare notizia.
A quanto pare invece siamo assuefatti all’uso di conservanti, antiossidanti, coloranti e imballaggi usati per rendere il nostro cibo esteticamente perfetto nel tempo. Tanto che Burger King ha fatto leva proprio su questo per sottolineare la sua scelta di rimuovere conservanti, coloranti e aromi di sintesi dai suoi panini.
La nota catena di fast food ha infatti recentemente pubblicato un nuovo spot che in meno di un minuto mostra ciò che accade a uno dei suo Whopper in 34 giorni. Al termine del video, il panino è raggrinzito e completamente coperto di muffa e un messaggio finale recita “la bellezza di nessun conservante artificiale”.
Sicuramente poco invitante ma, come scrive lo stesso Burger King sulla sua pagina ufficiale “il bello del cibo vero è che diventa brutto”.
A Centocelle nasce il parco giochi inclusivo accessibile ai bambini disabili
Piazza dei Gerani rinasce grazie al progetto di “Reti Imprese Castani” diventando un parco giochi inclusivo dedicato a Federica Stiffi, la 16enne morta per shock anafilattico a piazza delle Gardenie dopo aver bevuto un cocktail.