Il virus messo a punto dagli scienziati in grado di uccidere tutti i tipi di tumore
Un gruppo di scienziati ha progettato e sviluppato una nuova cura per il cancro basata sull’utilizzo del virus del vaiolo bovino per sconfiggere le cellule tumorali. Il virus ingegnerizzato funzionerebbe su ciascun tipo di tumore e la società che lo ha messo a punto ha fatto sapere che sta per iniziare la sperimentazione sull’uomo.
L’uso di virus nella lotta ai tumori non è una novità recente: la capacità da parte dei virus di uccidere le cellule tumorali è nota già dai primi del ‘900, quando si scoprì la remissione di forme tumorali nelle persone vaccinate contro la rabbia.
Nel corso degli anni, diversi virus sono stati studiati in oncologia. Ad esempio, una forma modificata del virus che provoca l’herpes labiale è stata testata nel trattamento del melanoma, dimostrando di essere in grado di sostenere il sistema immunitario a riconoscere e distruggere le cellule malate all’interno dell’organismo.
Allo stesso modo, alcuni ricercatori statunitensi hanno scoperto che il virus che causa il raffreddore, opportunamente modificato, potrebbe essere utilizzato per combattere forme tumorali al cervello.
Spesso però, i virus usati per uccidere i tumori funzionano solo su alcuni tipi di cancro oppure risultano troppo tossici e non utilizzabili sull’uomo.
Questo nuovo trattamento, chiamato CF33, ideato dal Professor Yuman Fong e sviluppato dalla società biotecnologica australiana Imugene, sembra invece essere sicuro ed efficace verso qualsiasi forma tumorale.
Il virus ingegnerizzato, una volta iniettato nell’organismo, sembra essere in grado di stimolare il sistema immunitario a riconoscere le cellure tumorali, oltre a infettare le cellule malate e distruggerle, il tutto con effetti collaterali minimi.
Al momento la nuova cura ha dimostrato di essere in grado di ridurre tutti i tipi di tumore nei topi, ma il fatto che sia efficace sui roditori non significa che possa esserlo anche sull’uomo.Sono dunque necessari studi clinici sull’uomo, per testarne l’efficacia: a partire dal prossimo anno dovrebbe iniziare la sperimentazione sull’uomo contro il cancro alla mammella e altri tipi di tumori, tra cui il melanoma, il carcinoma polmonare, e tumori che interessano la vescica e il tratto gastrointestinale. Questa fase sarà necessaria anche per capire se le cellule tumorali finiscano poi per generare una resistenza al virus, esattamente come succede con gli attuali trattamenti.
Contro il bullismo l’intelligenza emotiva entra nelle scuole italiane: 200.000 Euro l’anno per formare gli insegnanti
Bullismo nelle scuole: via libera all’emendamento sulla legge riguardante il bullismo che porterà all’introduzione della formazione dei docenti sulla materia di “educazione all’intelligenza emotiva”. Si parla di fondi da 200mila euro l’anno dal 2020 al 2022.
Quasi sulla scia delle scuole danesi in cui impara l’empatia, si parla di moduli formativi specifici relativi all’educazione in materia di intelligenza emotiva volti a formare gli insegnanti e quindi educare i ragazzi a riconoscere i sentimenti propri e quelli altrui e gestire positivamente azioni e relazioni.
“Finalmente, con un ritardo clamoroso, l’intelligenza emotiva entra a scuola per trasformare il clima d’odio che giunge fin dentro le aule dei nostri ragazzi. Condivido profondamente le parole del Presidente Mattarella quando dice che nel nostro Paese la solidarietà deve vincere l’odio“, scrive Luigi Gallo, Presidente Commissione Cultura Scienza e Istruzione alla Camera, che parla di fondi di 200mila euro l’anno dal 2020 al 2022.
E in effetti, prevedere dei fondi per fare in modo che docenti e studenti imparino il linguaggio dell’emotività e la comunicazione non violenta è un buon segnale che potrebbe aiutare non solo a prevenire e contrastare fenomeni di bullismo e cyberbullismo, ma anche a sottrarre i ragazzi alle maglie di un odio inspiegabile.
Cosa c’entra l’intelligenza emotiva con il bullismo?
Sembrano due concetti distinti, eppure vanno di pari passo. È ormai conclamato che l’educazione alla legalità è tanto più efficace quanto più si trova affiancata da iniziative che promuovano lo sviluppo della cosiddetta intelligenza emotiva.
Secondo Daniel Goleman, intelligenza emotiva è “la capacità di motivare se stessi e di persistere nel perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni; di controllare gli impulsi e rimandare la gratificazione; di modulare i propri stati d’animo evitando che la sofferenza ci impedisca di pensare; e ancora, la capacità di essere empatici e di sperare (…). La vita emotiva è una sfera che, come sicuramente accade nel caso della matematica o della letteratura, può essere gestita con maggiore o minore abilità, e richiede un insieme di competenze esclusive“. (Intelligenza Emotiva, 1996).
Ecco allora, che l’intelligenza emotiva potrebbe trovarsi alla base di nuove abilità sociali e di vita e del conseguente adeguato adattamento nelle relazioni con compagni e insegnanti. Il tutto, poi, porterebbe anche a un buon rendimento scolastico.
Cosa si farebbe allora in classe? Si aiuterebbero i ragazzi a rendersi coscienti delle proprie emozioni, in modo che possano gestirle e controllarle. A elaborare, insomma, queste emozioni correttamente, nel tentativo di eliminare quel certo substrato di sofferenza dal quale potrebbero scaturire comportamenti devianti.
Potrà questo emendamento aiutare bimbi e adolescenti a conoscersi più a fondo e, soprattutto. a porre un freno al crescente clima di odio? Tutto sta a crederci, ricordandoci che educare i bambini alla felicità e al rispetto è una cosa che parte dalle nostre stesse famiglie.