Luisa Cascarano
Lego: in arrivo i nuovi elementi in plastica 100% vegetale ricavata dalla canna da zucchero Lego sempre più green. Il colosso danese aveva già annunciato il progressivo abbandono della plastica per i suoi mitici mattoncini e ora inizia a fare sul serio lanciando alcuni elementi prodotti con una nuova plastica di origine vegetale. Si tratta di pezzettini “botanici”, come foglie, cespugli e alberi, che vengono creati tramite un processo che utilizza la canna da zucchero, in modo da creare elementi davvero eco-sostenibili. Lego quindi si converte a un impatto zero sull’ambiente? Vero è che per ora si tratta di elementi in polietilene che rappresentano solo l’1-2% della quantità totale di elementi in plastica, ma apprezziamo lo sforzo di tutto il gruppo, che ha fissato il 2030 anche come termine per il raggiungimento della strategia rifiuti zero e introdotto vassoi in pasta di cellulosa sostenibili per il calendario dell’avvento Lego, riducendo così la produzione di rifiuti di plastica destinati alle discariche. Intanto, Lego a tutt’oggi utilizza più di 6mila tonnellate di plastica all’anno e il 70 % dei materiali è composto dall’ABS, l’acrilonitrile-butadiene-stirene (Fonte), ma i produttori danesi sembrano pronti a tener fede alla promessa di diventare un’azienda 100% rinnovabile e di trovare un’alternativa sostenibile alle oltre 20 plastiche convenzionali ora utilizzate nei loro prodotti. “ L’obiettivo del Gruppo Lego è quello di avere un impatto positivo sul pianeta, e stiamo lavorando molto per sviluppare nuove materie sostenibili da utilizzare per la realizzazione di fantastici giochi per bambini. Siamo orgogliosi perché i primi elementi Lego realizzati con materie plastiche ecosostenibili sono già in produzione e quest’anno saranno presenti nei set Lego. Si tratta di un primo grande cambiamento e passo avanti verso il nostro obiettivo: produrre mattoncini Lego utilizzando materie sostenibili ”, afferma Tim Brooks, Vice Presidente e Responsabile della Sostenibilità ambientale del Gruppo Lego. I nuovi elementi Lego sostenibili – che rappresentano l’1-2% della quantità totale di elementi in plastica – sono realizzati in polietilene, una plastica morbida, resistente e flessibile e anche se ottenuti tramite la lavorazione della canna da zucchero, tecnicamente sono identici a quelli realizzati con plastica convenzionale. I prodotti LEGO hanno sempre offerto esperienze di gioco creativo di alta qualità dando a ogni bambino la possibilità di concepire il proprio mondo attraverso un gioco creativo. I bambini e i genitori non noteranno alcuna differenza nella qualità o nell’aspetto dei nuovi elementi, il polietilene di origine vegetale ha le stesse proprietà di quello convenzionale ”, afferma Brooks. Il gruppo ha collaborato anche con il WWF per sostenere e creare la domanda di mercato per una plastica proveniente da fonti sostenibili e ha preso parte alla Bioplastic Feedstock Alliance (BFA), un’iniziativa del WWF, per garantire l’approvvigionamento sostenibile della materia prima per l’industria delle bioplastiche. La plastica di origine vegetale utilizzata nella realizzazione degli elementi botanici LEGO è certificata dalla normativa della Catena di Custodia dell’associazione. Il polietilene a base vegetale usato negli elementi, infine, è costituito da etanolo ricavato dalla canna da zucchero proveniente da fonti sostenibili in conformità alla guida della Bioplastic Feedstock Alliance (BFA) ed è certificata dalla normativa della Catena di Custodia dell’associazione Bonsucro per un uso responsabile della canna da zucchero. Per ora quello utilizzato nella catena di produzione è davvero poco, ma siamo positivi e speriamo in una Lego del tutto eco-compatibile.
Luisa Cascarano
I pinguini dell’isola di Pebble potrebbero perdere la loro casa: la petizione online per aiutarli La sottrazione di habitat naturali in tutto il mondo ha come conseguenza l’aumento del rischio estinzione di sempre più specie animali. Tutelare la biodiversità è importante per la salute del Pianeta e per la nostra, ma molto spesso l’ambiente non è visto come una priorità e la sua protezione passa in secondo piano rispetto agli interessi economici di aziende e governi. Così, molti habitat naturali finiscono per essere distrutti per estrarre minerali, per ricavare legname o per ottenere terre da destinare all’agricoltura o all’allevamento. Questo è ciò che gli attivisti ambientalisti temono possa succedere anche a Pebble Island,una delle più grandi isole al largo delle Falkland, nel Regno Unito. L’isola di Pebble rappresenta uno scrigno di biodiversità, con 42 specie diverse di uccelli che includono migliaia di pinguini. Sull’isola vivono inoltre numerosi altri animali tra cui leoni marini, pecore e bovini. Pebble Island è un luogo stupendo, che andrebbe tutelato e protetto a tutti i costi. L’isola appartiene alla famiglia Harris da ben 150 anni ma ora i proprietari, che vivono in Galles, hanno deciso di metterla in vendita poiché mantenerla risulta troppo costoso. Che cosa potrebbe accadere alle centinaia di animali che ora vivono sull’isola quando la loro casa sarà acquistata da altre persone? Gli ambientalisti temono che i nuovi proprietari possano sviluppare sull’isola attività produttive che metterebbero a rischio la vita degli esemplari che vivono a Pebble: se l’isola venisse acquistata da una multinazionale senza scrupoli con l’obiettivo di destinarla alla coltivazione o ad altre attività, questo paradiso sparirebbe nell’arco di pochissimo tempo. Le associazioni ambientaliste hanno quindi lanciato una petizione online che al momento ha già raggiunto quasi 120mila firma. Attraverso questa raccolta firme gli ambientalisti chiedono al Parlamento del Regno Unito che ad acquistare l’isola sia proprio il governo, con l’obiettivo di trasformare Pebble in una riserva naturale protetta: solo in questo modo si potrà avere la garanzia che le specie vegetali e animali che vivono sulla splendida isola siano tutelate, per il bene di tutti.
Luisa Cascarano