Le mucche che prendono il sole sulla spiaggia di Bèrchida, in Sardegna
Mentre siamo chiusi in casa per la quarantena, arrivata oggi al tredicesimo giorno per gran parte di Italia, le mucche sarde sulla splendida spiaggia di Bèrchida, in Sardegna, ci fanno sognare ed evadere un po’ con la fantasia.
Non si tratta di uno dei casi di animali che si riappropriano del territorio deserto, come gli altri che vi abbiamo raccontato (dalle lepri a Milano ai delfini nei porti). Qui, infatti, le vacche ci vanno ogni anno, durante la transumanza, come documenta lo splendido video girato dal videomaker Daniele Macis, che ci fa sognare la sabbia fine e dorata di questo splendido angolo di paradiso della nostra splendida Italia.
La spiaggia frequentata dalle mucche si trova in territorio di Siniscola, nel nord est della Sardegna (provincia di Nuoro). Si tratta di una spiaggia stupenda, in cui ognuno di noi vorrebbe essere in questo momento.
Aprite gli occhi e lasciatevi trasportare dalle immagini, con molta invidia per queste mucche che percorrono i circa 20 km che separano Siniscola da uno dei tratti più belli della costa sarda nord-orientale.
Riceve in regalo una Barbie con sedia a rotelle: la reazione di questa bimba disabile scalda il cuore
Non è riuscita a trattenere la gioia e l’emozione nel vedere una Barbie sulla sedia a rotelle, proprio come lei. Ella Rogers è una bambina di due anni e un incredibile filmato mostra l’importanza fondamentale dell’inclusione e del sentirsi rappresentati, anche a partire dai giocattoli.
I genitori della piccola le hanno regalato una delle Barbie “Fashionistas”, la linea lanciata dalla Mattel per promuovere la diversità tra bambine e bambini. Questa nuova linea comprende numerosi modelli di Barbie: quella pelata, con la vitiligine, la curvy e con diverse disabilità fisiche. L’obiettivo è quello di aiutare i più piccoli a sentirsi meno diversi e ad accettarsi più facilmente per essere più a loro agio nella società.
Ella Rogers è affetta spina bifida, una malformazione congenita della colonna vertebrale che colpisce il sistema nervoso centrale. Il caso di questa bimba è particolarmente grave in quanto è paralizzata dalla vita in giù, quindi ha bisogno di una sedia a rotelle per muoversi. Nonostante la sua condizione, Ella ha il desiderio di giocare e divertirsi come tutti gli altri bimbi e la nuova linea della Mattel sembra fare proprio al suo caso.
Avigan, l’antivirale usato in Giappone contro il Covid-19: Zaia annuncia la sperimentazione, l’Aifa frena
“Sta facendo tornare a respirare il Giappone”, così in alcuni video un farmacista laziale parlava entusiasticamente dell’antivirale Avigan, il cui principio attivo – il favipiravir – avrebbe dato in Giappone esiti positivi in una sperimentazione su pazienti affetti da coronavirus. C’è già chi invoca l’inizio di sperimentazioni anche in Italia, ma arrivano puntuali le precisazioni dell’Aifa.
Lui è Cristiano Aresu (profilo Facebook, Cris Ares), 41 anni, che va spesso nel paese nipponico, e proprio da lì ha postato più di un video per dimostrare ciò che accade in questo momento a Tokyo. Nei filmati evidenzia più volte come in Giappone sia tutto tornato alla normalità: persone che passeggiano tranquillamente, bambini che giocano all’aria aperta…
“Perché in Italia vi fanno vedere un Giappone che se ne frega e pensa solo alle Olimpiadi? Può sembrare il solito discorso complottista, ma vi stanno nascondendo la verità”, sostiene il farmacista italiano. Per lui il merito di questo ritorno alla normalità sarebbe dovuto all’Avigan sostenendo la tesi per cui, se somministrato ai primi sintomi di coronavirus, questo antinfluenzale bloccherebbe il progredire della malattia nel 91% dei casi.
Che cos’è l’Avigan
Avigan è il nome commerciale del favipiravir, un farmaco antivirale sviluppato dall’azienda farmaceutica Toyama Chemical (del gruppo giapponese Fujifilm), attivo contro alcuni tipi di virus a RNA. Il suo scopo è proprio quello di bloccare i meccanismi utilizzati dai virus per replicarsi nell’organismo, in modo da aiutare il sistema immunitario a liberarsene in tempi più rapidi e con minori conseguenze sulla salute.
Il farmaco risulta autorizzato in Giappone dal 2014 per il trattamento di forme di influenza causate da virus influenzali nuovi o riemergenti e il suo utilizzo è limitato ai casi in cui gli altri antivirali sono inefficaci, mentre non è autorizzato né in Europa né negli USA.
Lo studio cui più volte Aresu ha fatto riferimento è una ricerca condotta in Cina all’Università di Shenzhen su soltanto 80 pazienti volta a mettere a confronto gli effetti del farmaco con quelli di altri antivirali (lopinavir/ritonavir). Secondo i dati evidenziati, l’impiego dell’Avigan avrebbe ridotto di circa 4 giorni il tempo di scomparsa del coronavirus dai pazienti, rispetto agli 11 giorni in media necessari nel gruppo di controllo trattato con gli altri medicinali. Lo studio, ancora preliminare e non pubblicato, parla anche di un miglioramento delle TAC ai polmoni nel 91% dei casi.
In Cina, test e verifiche con l’antivirale stanno andando avanti già da diverse settimane per valutarne gli effetti, ma c’è da dire che per ora quella ricerca ha un’unica grande falla: la quantità estremamente ridotta di pazienti presa a campione.
Per cui, dire che funziona su quel numero esiguo di casi non significa ammettere che l’Avigan abbia la miracolosa capacità di “bloccare la malattia”, come sostiene invece Aresu.
Le precisazioni dell’Aifa
Sulla scorta delle dichiarazioni del farmacista laziale e delle aspettative che inevitabilmente hanno generato, puntuali arrivano le dichiarazioni della Agenzia italiana del farmaco, che precisa che ad oggi non ci sono studi clinici che dimostrino l’efficacia e la sicurezza del farmaco Avigan nel trattamento della malattia da Covid-19.
“Sono unicamente noti dati preliminari, disponibili attualmente solo come versione pre-proof (cioè non ancora sottoposti a revisione di esperti), di un piccolo studio non randomizzato, condotto in pazienti con COVID 19 non grave con non più di 7 giorni di insorgenza, in cui il medicinale favipiravir è stato confrontato all’antivirale lopinavir/ritonavir (anch’esso non autorizzato per il trattamento della malattia COVID-19)