Luisa Cascarano
BRASILE E PESTICIDI :COSA STA SUCCEDENDO ? Purtroppo ora anche in Italia.... Come abbiamo visto in altri articoli, le api sono ottimi bioindicatori, ciò significa che studiando la salute degli alveari e dei suoi prodotti siamo in grado di capire se l’ambiente nel quale si trovano è salubre o meno. È di alcuni giorni fa la notizia che moltissime api stanno morendo in Brasile, per cui in questo articolo vedremo di approfondire la questione. COSA STA SUCCEDENDO? La causa principale della recente morìa di api in Brasile è da imputare all’utilizzo di pesticidi, alcuni dei quali contenenti sostanze proibite in Europa, come ad esempio i neonicotinoidi ed insetticidi ad ampio spettro come il Fipronil. Se il nome vi suona familiare, è perché il Fipronil è salito alla ribalta qualche anno fa a causa della contaminazione in alcune partite di uova. Come alcuni di voi sapranno, l’Unione Europea ha imposto un divieto di utilizzo per i neonicotinoidi dallo scorso aprile a causa del serio pericolo che questi rappresentano per le api. Spesso negli articoli vengono riportati i numeri delle singole api morte, principalmente per sensazionalismo. Infatti anche stavolta si parla di mezzo miliardo di api morte. In realtà questi numeri hanno senso solo per gli addetti ai lavori, quindi proviamo a fare una conversione. Si tratta all’incirca di più di 6.500 alveari sterminati, un numero davvero esorbitante. Teniamo conto poi che nonostante sia relativamente semplice contare le api mellifere morte a causa di questo avvelenamento (ovvero le api custodite dagli apicoltori), rimane difficile quantificare il danno nei confronti dell api solitarie, vittime invisibili di questa catastrofe. QUALI SONO LE CAUSE? In molti dei campioni di api morte sono state rinvenute tracce di Fipronil, proibito in Unione Europea e classificato come possibile carcinogeno umano dall’EPA (agenzia americana per la protezione dell’ambiente). Da quando il presidente Jair Bolsonaro (foto di copertina) si è insediato a gennaio, il Brasile ha autorizzato la vendita di 290 pesticidi, un’accelerazione record. Fra i principali produttori di questi agrofarmaci ci sono sia compagnie brasiliane, sia aziende che operano a livello globale. Lo “snellimento” nelle procedure per l’approvazione dei pesticidi è stata una delle promesse elettorali cardine della campagna di Bolsonaro, dato che il settore agricolo lamentava da tempo un’eccessiva lentezza nell’approvazione di nuovi agrofarmaci. Ma non è certo tutta colpa di Bolsonaro, l’utilizzo dei pesticidi in Brasile è aumentato del 770% dal 1990 al 2016. L’organismo di controllo brasiliano per la salute ANVISA ha scoperto che il 20% dei campioni conteneva residui di pesticidi sopra ai livelli consentiti, oppure contenevano addirittura pesticidi non autorizzati. Insomma, seguendo la tendenza in crescita, il Brasile è diventato oggi uno dei più grandi acquirenti di pesticidi al mondo. Ciò che preoccupa è il fatto che il 40% dei pesticidi permessi in Brasile sono altamente o estremamente tossici secondo Greenpeace, ed il 32% di questi pesticidi non sono autorizzati in Unione Europea. IL DIBATTITO IN BRASILE: I produttori di pesticidi sostengono sia importante variare i principi attivi, dato che gli insetti nocivi sviluppano velocemente resistenza ai formulati, quindi queste politiche hanno il vantaggio di fornire più strumenti agli agricoltori. Tuttavia la varietà allarma i tossicologi: più alto è il numero di prodotti, più bassa è la probabilità di essere al sicuro perché semplicemente non possono essere controllati tutti. Fatto sta che il Ministero della Salute brasiliano ha registrato 15.018 casi di avvelenamento da pesticidi agricoli nel 2018, ma ammette che questi dati potrebbero rappresentare una sottostima del problema
Luisa Cascarano
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