Il buco dell’ozono è ai minimi storici, ma non è una buona notizia
Il buco dell’ozono si sta riducendo e, passando dai 16 ai 10 milioni di chilometri quadrati in un mese, ha toccato i minimi storici registrati dal 1982.
A dirlo sono gli scienziati della Nasa e del National Oceanic and Atmospheric Administration degli Stati Uniti, che hanno effettuato le misurazioni sull’Antartide nei mesi di settembre e ottobre.
Potrebbe sembrare un’ottima notizia, poiché l’ozonosfera è deputata a proteggerci dai raggi solari dannosi, ma secondo gli esperti il restringimento del buco dell’ozono è solo un’altra delle tante conseguenze della crisi climatica.
L’ozono viene infatti distrutto attraverso reazioni chimiche che coinvolgono il cloro e il bromo. Lo strato di ozono aveva iniziato ad assottigliarsi intorno agli anni ‘70, proprio a causa dell’emissione da parte dell’uomo di gas contenenti questi composti.
Oggi però il buco dell’ozono non si sta riducendo per una diminuzione dei cloro e bromo bensì per un aumento di ozono causato dalle temperature elevate. Un aumento delle temperature determina infatti una riduzione delle reazioni tra ozono, cloro e bromo con un conseguente aumento di ozono in atmosfera.
Dunque il buco dell’ozono si starebbe rimpicciolendo a causa del riscaldamento globale e delle temperature particolarmente alte che hanno caratterizzato la scorsa estate.
Negli ultimi 40 anni questa è la terza volta in cui avviene che temperature elevate determinino un aumento dell’ozono, ma è la prima volta che il buco dell’ozono si rimpicciolisce così tanto.
Le temperature record dei mesi scorsi nella stratosfera sopra l’Antartide hanno provocato una drastica riduzione delle perdite di ozono, tanto da far rilevare tra settembre e ottobre il buco dell’ozono più piccolo misurato dal 1982 a oggi.
Gli scienziati si aspettano che il buco dell’ozono si riduca alle dimensioni rilevate prima del 1980 verso il 2070 circa, ma questo dovrebbe avvenire a causa della diminuzine dei prodotti chimici che che lo hanno causato, oggi vietati dal protocollo di Montreal.
Il fatto che il buco dell’ozono si riduca invece a causa del riscaldamento globale, purtroppo non è un buon segno.
Gigantesco asteroide in arrivo: “sfiorerà” la Terra il 29 aprile
È enorme, velocissimo e il 29 aprile passerà “vicino” alla Terra, astronomicamente parlando: è l’asteroide OR2 1998, scoperto dalla Nasa nel 1998, da cui il nome, e che è inserito ora nella lista degli “oggetti vicini alla Terra” della stessa Nasa. Che comunque rassicura: nessun pericolo per noi.
Saranno le 11.56 ora italiana quando l’asteroide OR2 1998 toccherà il punto più vicino alla Terra, circa 0.04 unità astronomiche (4 centesimi della distanza dal Sole, quindi circa 6 milioni di chilometri): una distanza del tutto innocua per noi, anche se l’oggetto ha un diametro stimato tra 1.8 e i 4.1 chilometri e velocità di circa 8.7 km/s, quindi in grado di generare una catastrofe in caso di impatto.
L’oggetto cosmico fu scoperto nel 1998 dai ricercatori del programma NEAT (Near-Earth Asteroid Tracking), gestito dal Jet Propulsion Laboratory della Nasa e subito fu classificato come “oggetto potenzialmente pericoloso” sulla base delle distanze dalla Terra potenzialmente raggiungibili e delle sue dimensioni.Gli scienziati da tempo lavorano su metodologie in grado di deviare un asteroide in linea di principio in grado di colpire il nostro Pianeta, ma il primo passo resta sempre quello di osservare il cosmo e di calcolare le traiettorie.
“Il nostro obiettivo è scoprire e tracciare tutti gli asteroidi e le comete potenzialmente pericolosi molto prima che possano avvicinarsi alla Terra – dichiarava all’epoca della scoperta di OR2 1998 Eleanor Helin, principal scientist del NEAT – […] NEAT sta facendo esattamente ciò che dovrebbe fare”.
Nessun pericolo in questo caso comunque, almeno per i prossimi 100 anni, tempo sul quale sono stati effettuati calcoli previsionali di traiettoria e che non impensieriscono minimamente per l’incolumità del nostro Pianeta.
Resta però un oggetto da tenere sotto controllo, oltre che un evento astronomico da segnare sul calendario.