Luisa Cascarano

La luna di febbraio apre le porte all’arrivo della primavera. I mandorli cominciano a fiorire e i bucaneve spuntano dal terreno sfidando l’inverno che batte lentamente in ritirata. Siamo in una fase di transizione: tra il solstizio d’inverno e l’equinozio di primavera, e anche se le giornate sono ancora fredde, possiamo apprezzare l’allungarsi delle giornate che ci regalano già qualche piacevole raggio di sole. La natura si sta risvegliando dal suo lungo letargo, e noi, assieme a lei.La luna di febbraio è chiamata Luna Purificata, Tempestosa, Luna della Rinascita. Questi nomi si rifanno alle manifestazioni della natura che si ripresentano ciclicamente di anno in anno in questo periodo: il vento soffia forte, disperdendo sulla terra semi e pollini come se fossero neve, le ultime gelate di queste notti purificano il terreno dal propagarsi delle malattie che potrebbero compromettere la salute degli alberi, la natura si risveglia lentamente da il suo lungo letargo invernale. Chi vive in armonia con la natura potrà percepire dentro di sé un nuovo slancio, una nuova energia: nuove idee, nuovi progetti si affacceranno alla sua mente (complice il Sole in Acquario, dal tono rivoluzionario), il corpo chiama alla leggerezza, al movimento e vuole disfarsi dalla pesantezza dell’inverno. Durante il plenilunio, che avverrà questa domenica 9 febbraio alle ore 08:34, l’energia della luna giungerà al culmine nel segno del Leone: segno dell’affermazione di sé che ci spinge ad esprimere la nostra unicità, questa volta in un contesto collettivo.Questa Luna di febbraio ci dà lo slancio necessario per risvegliare le nostre energie assopite, per ricominciare un nuovo ciclo, per costruire, creare qualcosa di nuovo: un nuovo progetto che afferma il nostro potere creativo, che segue lo scopo che sentiamo vibrare dentro di noi; ma questa energia segue una strada che si apre verso l’esterno. Non si parla quindi di una mera azione che soddisfi il nostro Ego, bensì di un’apertura verso il mondo, di un’opera che sia certamente a nostra immagine e che ci porti gioia e successo, ma che sia utile anche alla collettività, dominio del segno dell’Aquario. Come i primi fiori sono utili al sostentamento degli insetti impollinatori e annunciano al mondo l’arrivo della primavera portando nelle nostre giornate un poco di quella genuina gioia per le cose semplici, pure le nostre nuove creazioni possono iscriversi in un progetto atto a sostenere il mondo. La Luna di questo mese ci invita quindi a risvegliare in noi la scintilla creativa per spingerci a brillare, ad uscire allo scoperto, ad avere il coraggio necessario per affermare chi siamo e quali sono le nostre doti, e lo fa iscrivendoci in un quadro più ampio che spinge ognuno di noi ad accendere il suo fuoco interiore, come una candela, nella linea delle festività di Imbolc e della Candelora avvenute pochi giorni fa.Questo “primo fuoco” dell’anno nuovo non mira soltanto a cacciare il buio dell’inverno o a fare luce sulla nostra oscurità interiore, ma spinge a manifestare il nostro dono e a condividerlo: il fuoco creativo dell’opera condivisa trasmette l’ispirazione, come ogni singola fiamma è in grado di accendere un’infinità di candele.Questa Luna ci porta quindi a dare valore ai nostri doni, ai nostri talenti, a manifestarli e mostrarli con cura al mondo, perché la bellezza unica di cui siamo i guardiani, e che cerca di “ri-nascere” in questo periodo, rappresenta anche un dono per gli altri. Ogni opera, ogni creazione può accendere il fuoco dell’ispirazione in un’altra persona e aiutarla, incentivarla a manifestare la sua meraviglia, il suo dono personale. Ma attenzione, non si parla di esporsi senza precauzioni. Questa lunazione ci invita infatti a trovare un equilibrio tra noi e gli altri, un punto d’incontro dove individualità e collettività riescono a coesistere in maniera armoniosa: senza entrare in conflitto, senza annullarsi l’una l’altra.

Luisa Cascarano

Luisa Cascarano

Forza di gravità: prima di sentirla, la vediamo Il cervello sfrutta segnali visivi per anticipare gli effetti della forza di gravità e modificare i movimenti di conseguenza. La forza di gravità pervade la realtà e determina le nostre fatiche: ci fa trascinare i piedi su una scala o su un sentiero in salita, ci impone di frenare quando affrontiamo una discesa ripida. Prima ancora di percepire l'attrazione gravitazionale attraverso muscoli ed equilibrio, però, il cervello ne riconosce le tracce visive disseminate nel paesaggio: un'abilità che permette di anticipare gli effetti di questa forza e "aggiustare" i movimenti di conseguenza. SEGNALI CONTRASTANTI. Uno studio pubblicato su Frontiers in Neuroscience ha sfruttato la realtà virtuale per capire come gli esseri umani pianifichino i movimenti vedendo la forza di gravità, prima ancora di avvertirne gli effetti. Nel corso dell'esperimento, un gruppo di neuroscienziati israeliani ha chiesto a 16 giovani volontari di camminare su un tapis-roulant indossando un visore per la realtà virtuale che proiettava paesaggi ideali per una camminata in piano, in salita o in discesa. Mentre i partecipanti erano immersi in questi scenari, il tapis-roulant è stato inclinato in modo da corrispondere o meno con i paesaggi visti dai volontari. Attraverso questo setup, gli scienziati sono riusciti a creare un'incongruenza tra i segnali visivi rimandati dal paesaggio (per esempio, un imminente sentiero in discesa), e quelli percettivi creati dal tapis-roulant (per esempio inclinato in salita). Alcuni partecipanti si erano preparati a "frenare", presagendo una discesa, e si sono invece ritrovati a faticare su un piano in salita. Al contrario, chi era pronto a un maggiore sforzo perché immerso in una scalata in montagna, si è talvolta ritrovato a dover frenare sul tapis-roulant in discesa.CONTINUO ADATTAMENTO. Grazie alla discrepanza tra percezione fisica e visiva, il test ha permesso di capire che il cervello sfrutta i segnali visivi per modificare il comportamento in relazione alla forza di gravità e compensare gli effetti che questa ha sul corpo. Tuttavia, in caso di segnale visivo incongruente, i volontari si sono velocemente adattati alle condizioni "del mondo reale" (cioè imposte dal tapis-roulant): ci sono riusciti grazie a un meccanismo di correzione sensoriale, che dà priorità ai segnali rimandati dal corpo anziché a quelli visivi. Grazie a questo aggiustamento in corsa, è stato possibile superare il conflitto e continuare a camminare. APPLICAZIONI FUTURE. «I nostri dati mettono in luce le interazioni multisensoriali: di solito, il cervello umano trae le informazioni relative alle forze dal senso del tatto; tuttavia, è capace di generare un comportamento in risposta alla gravità usando la vista, prima ancora che la possa "sentire"» spiega Meir Plotnik, tra gli autori. Lo studio potrebbe avere ricadute interessanti per chi studia le interazioni con gli ambienti in realtà virtuale, ma anche per chi si occupa dei meccanismi neurali alla base del movimento, a livello clinico e riabilitativo.

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