Luisa Cascarano

Il villaggio africano dove uomo e coccodrilli vivono in armonia messo a rischio dal turismo C’è un villaggio in Africa dove gli abitanti vivono in armonia con i coccodrilli, in uno stato di simbiosi perché gli enormi rettili, sono considerati sacri. Sono i predatori più pericolosi del Pianeta eppure a Bazoulé, in Burkina Faso, da generazioni gli abitanti convivono tranquillamente con loro. Bazoulé è un villaggio di 20mila persone, ovvero i discendenti dei guerrieri Mossis, qui i coccodrilli vivono in libertà ed entrano ed escono dalle case, vengono nutriti e c’è addirittura chi nuota accanto a loro. Fortunatamente non siamo allo zoo e neanche in un parco acquatico, la convivenza è pacifica nel rispetto dei ruoli, anche se questa situazione sicuramente anomala sta iniziando ad attirare i turisti. I coccodrilli sono considerati sacri per via di una leggenda che narra che, durante una gravissima siccità tra il XIV e il XV secolo, un gruppo di questi grandi rettili abbia guidato le donne del villaggio fino a una sorgente ancora sconosciuta agli esseri umani e abbia quindi salvato dalla sete gli abitanti. Se sia vero meno alla fine poco importa, ciò che c’è di reale è il fatto che i coccodrilli sono considerati dei totem sacri, una sorte di protettori perché sono visti come l’anima degli antenati. A loro è dedicata perfino una festa, la Koom Lakré, che si tiene a fine ottobre. In questa occasione gli abitanti fanno dei voti e chiedono ai grandi rettili di esaudire i loro desideri in materia di buona salute, di prosperità e di bontà dei raccolti. Purtroppo però come dicevamo, il villaggio nonostante non sia proprio facilissimo da raggiungere, si sta trasformando in un’ attrazione turistica. Ai turisti viene data un’esca ( una gallina intera) per dare da mangiare ai coccodrilli e farsi la foto con i rettili. C’è poi chi ci si siede addirittura sopra. Il prezzo dell’ingresso al sito dei “Coccodrilli Sacri” è di 1000 franchi centrafricani cioè 1,5 euro. Se l’economia locale gioisce, lo stesso sicuramente non possiamo dire di questi animali che vengono disturbati. L’equilibrio naturale perfetto che si era creato rischia di essere distrutto dal turismo, dagli attacchi dei gruppi islamici e dal riscaldamento globale che sta portando forte siccità.

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Luisa Cascarano

Parigi: la Torre Eiffel sarà circondata da un immenso spazio verde pedonale di 54 ettari Un immenso spazio verde attorno alla Torre Eiffel: Parigi firma la sua svolta green e viaggia verso la riqualificazione dell’area tra le due sponde della Senna, tra Place du Trocadéro e Champ de Mars, con l’obiettivo di creare entro il 2024 un totale di 54 ettari di aree completamente pedonali tutte attorno alla “Dama di ferro”. Ad annunciarlo è la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, che con il suo progetto “Grand site tour Eiffel” (che verrà seguito dall’architetto paesaggista americano Kathryn Gustafson) mira a bandire le automobili intorno al monumento, a favore di pedoni, alberi e mobilità dolce. Così, un po’ come l’ondata dei 130mila alberi che rinverdiranno le città d’Inghilterra, anche la Francia, a partire da Parigi – da Place Joffre a Place du Trocadero – è pronta a dire addio a inquinamento e smog urbano. Secondo il progetto, la maggior parte delle strade attorno alla Torre Eiffel saranno sostituite da viali alberati, che saranno interamente verdi e pedonali, così come anche sul Pont d’Iéna, che attraversa la Senna, si potrà camminare solo a piedi. “La Torre Eiffel e i suoi dintorni saranno un vero e proprio luogo per passeggiate e relax per i parigini e per i turisti, che potranno godere di uno spazio tranquillo”, commenta la Hidalgo. Complessivamente, sono interessati 54 ettari, i lavori inizieranno alla fine del 2020 e una prima consegna è prevista per il 2024. Riprenderanno poi dopo la pausa delle Olimpiadi, coprendo la zona tra Place Jacques-Rueff e la scuola militare e la consegna finale è prevista per il 2030. Ogni anno, 7 milioni di persone visitano la Torre Eiffel – che quest’anno ha celebrato il suo 130esimo anniversario – e più di 20 milioni vengono solo ad ammirarlo senza salire in cima. Il monumento parigino ha. Questo bellissimo progetto si iscrive in una logica di trasformazione di una città molto cementificata verso una città più verde”, dichiara Hidalgo, ricordando che scienziati ed esperti sono “concordi nel dire che abbiamo tempo fino al 2030 per adattare le nostre città ai cambiamenti climatici, ridurre l’inquinamento e la produzione di gas a effetto serra”, conclude Anne Hidalgo.

Luisa Cascarano

The Tide, il nuovo parco sospeso di Londra per camminare sul Tamigi È stato inaugurato lo scorso 5 luglio, con l’apertura al pubblico del primo dei cinque chilometri totali, il primo parco sospeso di Londra. Si chiama The Tide ed è una struttura circolare sopraelevata sorta nella Greenwich Penisula, nella zona sud est della capitale inglese. Progettata dallo studio di architettura Diller Scofidio + Renfro, lo stesso che ha lavorato all’High Line di New York, la passerella è concepita come una serie di isole sopraelevate dai cinque ai nove metri da terra lungo il Tamigi e sarà un luogo di incontro tra arte, design e benessere. Il parco sospeso sarà aperto a tutti e ci si potrà passeggiare, correre e rilassarsi oltre a godere della vista del fiume, della natura e delle opere d’arte installate lungo il percorso. Il percorso offrirà infatti a londinesi e turisti la possibilità di passeggiare su ponti di legno e terrazzi sopraelevati tra bacini di acqua e piante autoctone, meditare in apposite aree allestite lungo il cammino, oppure di allenarsi con gli attrezzi della Tide Clubhouse, il tutto circondati da giganti sculture, alberi autoctoni e vegetazione spontanea. L’inaugurazione del primo chilometro della passerella è avvenuta in occasione del Turning Tides Festival che ha visto esibirsi dal vivo diversi artisti tra cui Laura Mvula, Oumou Sangare e Sink the Pink e durante il quale è stata installata un’esclusiva opera di Yoko Ono. Dopo l’inaugurazione del primo tratto del parco sospeso londinese, non sono mancate le critiche: la passerella è stata infatti definita come una struttura utile solo a far crescere i prezzi degli immobili della zona e non a riquilificarla, che male si inserisce in un contesto in cui troppi stili diversi si uniscono senza armonia e di cui non c’era bisogno, dato che si eleva su un’area pedonale già esistente.

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