Matematica: esiste o no una predisposizione genetica?
Ovviamente no, ma la predisposizione individuale esiste eccome. E comunque, esistono anche dei trucchi per farla amare di più (o almeno non odiare) ai bambini.
Se i vostri figli, a scuola, vanno volentieri alla lavagna durante l'ora di matematica, è merito anche della genetica: si dà ormai per scontato, infatti, che una predisposizione individuale per la matematica esiste. Alcuni psicologi, come Yulia Kovas della Goldsmiths University di Londra, cercano da tempo di calcolare il peso che, su questa attitudine, ha la genetica. Dagli studi svolti sui gemelli, mettendo in relazione il Dna con i risultati scolastici ottenuti, sembra che il 60- 70 per cento delle capacità matematiche sia ereditabile.
La matematica, quella bella e divertente
BRUTTI RICORDI. Certo, non è mai stato individuato un “gene della matematica”, ed è assai improbabile che esista, ma è più plausibile che a determinare abilità sopra o sotto la media contribuisca un gran numero di varianti genetiche, ciascuna con un effetto comunque piuttosto modesto.
Ma oltre alla predisposizione genetica, della quale si parla in modo approfondito in un articolo di Chiara Palmerini sul nuovo Focus in edicola, ci sarebbero altri motivi per cui, già alle elementari, alcuni bambini sembrano spiccare il volo, mentre altri si incagliano in tabelline e frazioni. Molti studi, infatti, spiegano che il buono o cattivo rapporto con la matematica si costruisce passo per passo, sia a scuola che in famiglia.
«Alle difficoltà nell’approccio con la matematica contribuiscono diversi fattori», osserva Anna Baccaglini-Frank, ricercatrice in didattica della matematica all’Università di Pisa. «Fra i tanti, il fatto che spesso tanto gli insegnanti della scuola primaria quanto i genitori hanno loro stessi un brutto ricordo o perfino paura della materia, e così la trasmettono ad alunni e figli».
PICCOLE STRATEGIE. Secondo gli esperti, è importante che i bambini, fin da piccoli, siano spinti a essere curiosi, stimolati a cercare schemi e regolarità e, successivamente, a descriverli. Soprattutto in famiglia, dove mamme e papà, anche inconsciamente, propongono attività che facilitano lo sviluppo del linguaggio – banalmente, la lettura di una storia – mentre trovano maggiori difficoltà a solleticare le capacità di ragionamento logico e matematico dei propri figli.
Le 13 fobie più diffuse tra le persone
Un’indagine svela quali sono le fobie più diffuse tra le persone, scoprendo che molte, dopo migliaia di anni sono sempre le stesse, più qualcuna a sorpresa
Ognuno di noi ha un punto debole, una fobia o paura che limita la propria libertà o che ci rende difficile convivere con certe situazioni o cose. Ma questo non deve indurci a pensare di avere qualche problema mentale o di essere lì lì per diventare matti. E non dobbiamo neanche farci prendere dalla rabbia se qualcuno ci prende in giro, perché se per qualcuno la nostra fobia è ridicola, lui di certo ne avrà qualcuna che, per noi, potrebbe essere altrettanto ridicola. Ma il punto non è se la fobia è ridicola o meno, ma piuttosto che ognuno vive le situazioni in maniera diversa e quello che per uno può essere un nonnulla, per un altro può essere fonte di grande disagio.
Fatta la premessa, andiamo al sodo. L’organizzazione YouGov UK ha condotto un’indagine per conoscere quali fossero le maggiori fobie ancora diffuse tra le persone, scoprendo che ve ne sono ben 13 che popolano gli incubi di molti.
Alcune di queste probabilmente le conosciamo già, senza che fosse bisogno di un sondaggio, ma ve ne sono alcune che possono sembrare insolite. Vediamo allora quali sono queste fobie, in ordine di importanza e maggiore diffusione.
Al primo posto si piazza la paura delle altezze, o acrofobia con la maggioranza delle persone che ha dichiarato di sentirsi insicura quando si trova in alto, che sia su una scala, un balcone e via discorrendo.
Al secondo posto c’è l’atavica paura dei serpenti, o ofidiofobia. Il rettile strisciante è ancora e da sempre temuto dalle persone, specie di sesso femminile.
Al terzo posto, la paura di parlare in pubblico, o glossofobia, che paralizza molte persone.Il quarto posto, se lo aggiudica la paura dei ragni, o aracnofobia, con la maggioranza di donne che ne soffrono – ma anche gli uomini non si tirano indietro. Le otto zampette, specie se pelose, fanno ancora rabbrividire molti.
La paura dei piccoli spazi, o claustrofobia, è al quinto posto tra le fobie delle persone che, al solo pensiero di restare chiusi da qualche parte già iniziano a sentire che manca loro il fiato. Se qualcuno ha per un attimo pensato che ci si fosse dimenticati dei simpatici (per qualcuno) topolini, be’, non è così. La paura dei topi, o musofobia, si è piazzata al sesto posto. Posizione che può apparire troppo in basso nella classifica, perché la paura dei topi è una di quelle più utilizzate anche nella letteratura e nelle gag di film e commedie.Poi la paura degli aghi la cosiddetta belonefobia – magari poco conosciuta – si piazza al settimo posto, facendo tremare molte delle persone che si devono, per esempio, far fare un’iniezione. Ma non solo, questa fobia fa rabbrividire al solo pensiero o vista di un oggetto appuntito come un ago, uno spillo, ma anche coltelli e simili che possono provocare punture o ferite sanguinanti.
All’ottavo posto si trova la paura di volare, o pteromeranofobia quando la paura riguarda tutte le forme di volo. Se la paura è riferita soltanto al volare in aereo, è definita aerofobia, che è poi la più diffusa. In questo caso, il timore è quello di restare vittima di un incidente.
Al nono posto troviamo quella degli spazi aperti, o agorafobia. Le persone che soffrono di questa fobia spesso temono di non potersi rifugiare immediatamente in un luogo ritenuto sicuro, e che gli spazi aperti non possono offrire. Allo stesso posto c’è la paura della folla, o enoclofobia, che mette a serio disagio le persone che si trovino in mezzo a tanta gente.
Un’insolita paura è quella che troviamo al decimo posto: la paura dei clown, o coulrofobia, che si riscontra spesso tra gli adolescenti e gli adulti. Questa , secondo alcuni, potrebbe essere stata anche alimentata dai film horror che avevano come protagonista proprio un clown. Altra fobia vecchia come il mondo è la paura del buio, o nictofobia, che si guadagna tuttavia soltanto l’undicesimo posto. Al dodicesimo posto si piazza la paura del sangue, all'ultimo posto la paura dei cani