Originario dell’Asia, il riso rosso è un riso integrale nato da un incrocio spontaneo di altre varietà di riso integrale. Le varietà di riso rosso sono state coltivate a scopo alimentare solo in anni recenti: vi è infatti sempre stata una certa ambiguità con il riso crodo, una pianta infestante molto simile al riso rosso ma non commestibile. È anche per questo motivo che l’Ente Nazionale Risi ha voluto promuovere un lavoro di ricerca (coinvolgendo l’Università di Milano e la Fondazione Umberto Veronesi) in cui si prendono in considerazione, studiandole sia da un punto di vista nutrizionale sia salutistico, diverse tipologie di riso: lavorato, parboiled, integrale non pigmentato, integrale pigmentato nero e, appunto, riso rosso.
Le ricerche lo confermano: il riso da preferire è integrale e rosso
Nello studio effettuato ciò che è emerso è che il contenuto proteico è un po’ più elevato nel riso rosso (integrale in generale) rispetto al lavorato e al parboiled, ma di solito il contenuto delle proteine non è legato tanto al grado di lavorazione, ma al territorio di coltivazione e al tipo di pratica agronomica adottata. Sono invece i lipidi e la fibra, tra i macroelementi, a essere quelli presenti in quantità più elevata nei risi integrali e quindi nel riso rosso. I risi rossi contengono inoltre sostanze chiamate alchilresorcinoli, pigmenti della famiglia dei polifenoli ad azione antiossidante e antinfiammatoria. Ed è proprio grazie a questi antiossidanti che questo cereale, tra le tante proprietà benefiche, possiede quella di proteggere il corpo dalla degenerazione cellulare precoce e dall’azione aggressiva dei radicali liberi.
Riso rosso, ideale per le donne in età fertile
Il riso rosso, essendo integrale, a differenza di quello bianco mantiene intatto il contenuto di nutrienti (lipidi, vitamine, micro e oligoelementi) e fibra concentrati nel germe. Coltivato in terreni argillosi, è poi ricchissimo di ferro, 20 volte più del riso sbiancato e ha anche un indice glicemico un po’ più basso. Questo lo rende il cereale ideale per le donne in età fertile che, anche a causa del ciclo, soffrono di una carenza di questo minerale e si sentono spesso stanche, irritabili e con un sonno notturno mai abbastanza riposante.
Contro le infiammazioni, largo al riso rosso sulla tua tavola
Il riso rosso è un vero e proprio farmaco antinfiammatorio per chi soffre di colite e infiammazioni intestinali. Negli ultimi anni sono aumentate notevolmente le patologie legate alle infiammazioni del tratto intestinale e del colon retto. Gli studi di settore svelano che la causa principale è da riscontrare proprio nell’eccessivo consumo di zuccheri e farine raffinate. Il riso rosso contiene anche molto magnesio, un minerale fondamentale per aiutare il rilassamento muscolare, soprattutto notturno, e la motilità intestinale. Il riso rosso integrale in 100 grammi te ne regala il 32 per cento della dose giornaliera raccomandata. I piccoli granuli di amido contenuti nel riso integrale hanno poi un potere assorbente nei confronti dei succhi digestivi e dell’aria che sosta a livello gastrico.
Non confondere il riso rosso con quello fermentato
Digitando “riso rosso” sui motori di ricerca, appaiono moltissimi siti che parlano del riso rosso fermentato, che però non ha nulla a che vedere con il riso rosso. Il primo infatti si ottiene dalla fermentazione del riso comune per mezzo dei ceppi del lievito Monascus purpureus. Questo prodotto, venduto come integratore, è ricco di monacoline, sostanze che agiscono nell’organismo in modo simile, e forse anche più potente, ai farmaci della famiglia delle statine, le molecole capaci di abbassare il colesterolo “cattivo”. Però c’è un problema: il riso rosso fermentato può dare effetti collaterali simili ai farmaci se assunto a dosi troppo alte e per periodi troppo lunghi.
Il suo profumo è inconfondibile: sa di Mediterraneo e di boschi mitologici, di terra ma anche di mare. È una fragranza intensa e pungente proprio come le piccole foglie lanceolate che, strofinate fra le dita, sprigionano un sentore unico, che gli antichi Greci ritenevano capace di straordinari prodigi, nel corpo come nell’anima. È questa la magia del mirto (Myrtus communis), un rustico sempreverde che cresce selvatico lungo i litorali, nelle siepi e nelle boscaglie dal livello del mare sino a quasi i 500 m di altitudine. I fiori bianchi, profumatissimi e appariscenti, sbocciano tra maggio e luglio all’ascella delle foglie. D’autunno fino a gennaio, poi, maturano i suoi frutti, piccole bacche tonde e bluastre che somigliano ai mirtilli e si usano per la preparazione di infusi e digestivi.
Una pianta sacra che scaccia la paura delle malattie
Questo arbusto che la tradizione ellenica considerava sacro alla dea Afrodite, gode da sempre della fama di pianta magica, capace di fortificare l’organismo sconfiggere le tendenze autodistruttive e di restituire la gioia di vivere anche alle persone più cupe e agli ipocondriaci, assillati dalla paura delle malattie. È per questo che un tempo si usava porre un rametto di mirto nella culla dei neonati, per renderli vigorosi e farli crescere al riparo dalle sventure...
Nelle foglie il segreto della forza del mirto
Apprezzato dagli Assiri e dagli Egizi per le sue proprietà cosmetiche, il mirto racchiude nelle piccole foglie un vero concentrato di sostanze curative, che aiutano l’organismo ad adattarsi alle esigenze delle diverse stagioni e a mantenere attive tutte le sue funzioni. Secondo un mito greco Afrodite, la dea dell’amore nata dalla spuma del mare, quando approdò a riva si rifugiò in un boschetto di mirti per nascondere la sua nudità: ecco perché anche nell’antica Roma il mirto era legato a Venere, dea della bellezza e dell’eterna giovinezza.
Aiuta a digerire meglio i grassi animali
Fin dai tempi antichi le bacche di mirto venivano impiegate come ingrediente di una salsa da accompagnare alle carni di maiale arrosto, che così diventavano più digeribili. Foglie e bacche si usano anche per insaporire i piatti di pesce. Con le bacche di mirto messe a macerare in alcol e zucchero in Sardegna e in Corsica si prepara il famoso liquore di mirto, ottimo digestivo da servire a fine pasto, ghiacciato.
Il mirto blocca la secrezione di muco e catarro
Tutte le parti del mirto (rami, foglie, fiori e bacche) contengono un olio essenziale chiamato mirtolo, ottimo per sciogliere catarro, bronchiti e tutte le secrezioni abbondanti. Oltre a stimolare le difese naturali, l’olio di mirto è particolarmente efficace contro le infezioni dell’apparato respiratorio, per il quale rappresenta un vero e proprio toccasana.
Mucolitico, espettorante e fluidificante, può essere usato sia come preventivo, versandone 7 gocce in un brucia essenze per purificare l’aria di casa e tonificare il sistema immunitario, sia come curativo contro tosse e bronchiti e, più in generale, contro le infreddature.
Se invece hai già preso la bronchite, prepara un unguento balsamico versando in un flacone di vetro munito di contagocce 50 ml di olio di karité e 10 gocce di olio essenziale di mirto. Almeno due volte al giorno, applica qualche goccia di olio medicato sul petto, fino a miglioramento.