Acqua salata nel passato di Marte
Dai dati ottenuti dal rover Curiosity, sembra che su Marte ci sia stata acqua salata e ricca di minerali: un luogo ideale per i microrganismi.La presenza di acqua sul Pianeta Rosso è di grande importanza per rispondere alle domande sulla vita, l'Universo e tutto quanto. Per questo un team di ricercatori di Università giapponesi e americane ha cercato di ricostruire le caratteristiche dell'acqua marziana: pare che fosse acqua salata, ricca di minerali e con un pH simile a quello dei nostri oceani. Le loro analisi sono descritte su Nature Communications.
NEL LETTO PALEO-LAGO. Questa ricostruzione di mari marziani perfetti per i microrganismi è stata possibile grazie alle perforazioni del rover Curiosity nel cratere Gale. Al momento di scegliere la destinazione del rover, la NASA aveva posto lo sguardo sul vasto cratere marziano, proprio perché sospettava che qui si fosse radunata in passato una grande quantità d'acqua: una scelta che si sta rivelando sempre più azzeccata.
ASCIUTTISSIMO. Tuttavia c'è chi pensa che Marte non abbia mai avuto grandi riserve d'acqua: le tracce geologiche che la NASA ritiene essere state lasciate da antichi fiumi, potrebbero invece essere state causate da fiumi di lava. Una prospettiva meno allettante per la vita. Inoltre, un'analisi del Caltech ha messo in dubbio l'esistenza del lago d'acqua salata sotto il Polo Sud marziano, dove si era addirittura immaginato potessero annidarsi organismi estremofili.MEZZO PIENO. Poca o abbondante che sia, l'acqua su Marte c'è, e con essa la possibilità di ospitare la vita. Ma di certo rimane difficile dire quanto sia alta la probabilità che ci siano (o ci siano stati) esseri viventi sul Pianeta Rosso.
Forse troveremo qualche risposta il prossimo anno, con l'arrivo dei rover delle missioni Mars 2020 (NASA) ed ExoMars (ESA).
Di che colore vedi queste scarpe di Louis Vuitton? La nuova illusione ottica che sta facendo impazzire il web
Dopodiché ha aggiunto un sondaggio, a cui hanno risposto oltre 600 persone: al momento il 44,2 % le ritiene bianche, il 53,4 % nere. Ma c’è persino chi le vede di altri colori!
Il tweet è diventato virale dopo essere stato condiviso da altri utenti, tra cui “Gino“, e ha scatenato un feroce dibattito online dividendo le persone in due fronti: chi le vede bianche e chi le vede nere.C’è chi ha scritto, “non so come si possa vedere qualcosa di diverso dal nero“, e chi al contrario ha commentato, “il bianco è l’unica risposta giusta“. Qualcuno ha persino cambiato idea a forza di guardarle, passando dal nero “convinto” al bianco.
Secondo alcuni le scarpe sono state fotografate al buio utilizzando il flash ed è per questo che sembrano nere nonostante siano bianche. Un commentatore ha consigliato di cambiare luminosità allo schermo del pc per vederle bianche. Il mistero è ancora irrisolto!
E voi cosa vedete?
Graffiti, murales e omaggi di artisti da tutto il mondo per ricordare il campione Kobe Bryant e la figlia Giana
Kobe Bryant, la star dell’NBA rimarrà nel cuore di tanti e non solo degli appassionati di pallacanestro. Per questo, ad appena ventiquattro ore dalla sua tragica morte, assieme a quella della figlia tredicenne Giana ‘Gigi’ Bryant, dopo un incidente in elicottero, stanno spuntando murales in tutta Los Angeles, dove il cestista ha trascorso ben 20 stagioni con i Lakers.
“Kobe & Gigi Forever Daddy’s Girl”, una scritta e due volti sorridenti, quello di Kobe e della figlia stretti in un abbraccio. Una foto di Instagram che si trasforma in un grande murales per omaggiare il campione tragicamente scomparso. In queste ore, sono tanti coloro che lasciano fiori e accendono candele vicino l’abitazione di Kobe, centinaia di lettere anche alla NBA. Domenica sera, i fan si sono anche riuniti fuori dallo Staples Center , la casa dei Lakers, dove il cestista ha vissuto alcuni dei suoi momenti più iconici. Migliaia di persone che indossavano la maglia di Bryant.
Adesso arriva questo murales vicino al luogo dell’incidente in elicottero che ha ucciso il campione, Gigi e altre sette persone.
L’opera è dell’artista Jules Muck e sta facendo il giro del mondo: