Luisa Cascarano
Sale rosa dell’Himalaya: salute ed energia racchiuse in un cristallo I sali sono elementi essenziali per il benessere del nostro organismo, c’è da dire però che il normale sale da cucina (quello marino) a causa dello sbiancamento e dei trattamenti a cui viene sottoposto arriva sulle nostre tavole ormai privo dei suoi preziosi minerali e oligo-elementi. Come alternativa esiste il sale marino integrale ma oggi voglio parlarvi di un’altra possibilità ancora: il sale dell’Himalaya. Questo sale dal caratteristico colore rosato proviene dalle miniere naturali che si trovano sull’Himalaya, catena montuosa asiatica conosciuta come ‘tetto del mondo’. Estratto dalle pendici della montagna, il prezioso sale rosa è ricchissimo di nutrienti che si mantengono inalterati dato che, una volta raccolto, non viene in nessun modo trattato o ‘sbiancato’. Il sale dell’Himalaya offre numerosi vantaggi: è facilmente assimilabile dall’intestino, non crea problemi di ritenzione idrica come il comune sale marino, è perfetto come condimento e si può usare anche per il benessere naturale. A casa mia non manca mai un pacco di sale rosa e lo utilizzo nei modi più disparati: per fare un bel bagno caldo: si sciolgono nell’acqua due cucchiai di sale e qualche goccia del vostro olio essenziale preferito per autoprodurre lo scrub per il corpo a base di succo di limone e lavanda per disinfettare il cavo orale: ai primi sintomi di raffreddore e mal di gola si può utilizzare una soluzione salina (acqua e sale) da spruzzare direttamente nel naso per alleviare i dolori articolari: utilizzare un po’ di sale grosso caldo è un rimedio naturale efficace per assorbire l’umidità presente nelle ossa Utilizzi terapeutici del sale rosa dell’Himalaya Il sale rosa viene usato con successo per curare alcuni disturbi: asma, problemi all’apparato respiratorio, eczemi, psoriasi, acne, artrite e artrosi, disturbi del metabolismo, malattie del sistema nervoso e altro. Esiste a questo proposito la speleoterapia ovvero la cura che prevede delle sedute all’interno delle grotte di sale, ambienti in grado di offrire benefici non solo perché sprigionano oligo-elementi ma anche perché agiscono sull’elettromagnetismo riequilibrando sia l’energia ambientale (spesso distorta dalle comuni apparecchiature elettriche) che quella interna al nostro corpo. Le lampade di sale Queste lampade sono un oggetto di arredamento funzionale che tutti dovrebbero avere in camera da letto, in soggiorno, sulla scrivania o dove se ne ha più bisogno. Oltre a fare una luce soffusa molto gradevole, grazie al sale con cui sono realizzate queste lampade sono in grado di riequilibrare la carica elettrostatica presente nell’aria facendo tornare nella giusta concentrazione ioni positivi e ioni negativi. Tutti i comuni elettrodomestici e dispositivi che utilizziamo per il nostro ‘divertimento’: tv, telefonini, play station, ecc. sprigionando ioni positivi che rendono l’aria ‘pesante’. Le lampade di sale himalayano una volta accese liberano invece una grande quantità di ioni negativi utili quindi a riequilibrare l’atmosfera. Le lampade hanno un costo accessibile (si parte dai 15 euro circa per una piccola) mentre il sale vero e proprio, in proporzione a quello che si trova comunemente al supermercato (salgemma), ha un prezzo alto: 4/5 euro a kg. Dura molto, però, soprattutto se si alterna l’utilizzo del sale rosa con il sale marino integrale…
Luisa Cascarano
Scoperta in Calabria una delle querce più vecchie del mondo, ha ‘appena’ 560 anni Nella faggeta vetusta di Valle Infernale, nel Parco nazionale dell’Aspromonte, in Calabria, giace una quercia di ben 560 anni, classificata come tra le più vecchie esistenti al mondo. Un meraviglioso esemplare di albero monumentale e un preziosissimo elemento di biodiversità.Se quelle più antiche d’Europa si trovano in Inghilterra, anche da noi in Italia possiamo ora vantarci di avere una delle più maestose mai viste. La scoperta è frutto di una ricerca condotta congiuntamente dall’Ente Parco, dai Carabinieri forestali e dall’Università della Tuscia volta all’ampliamento del sito Unesco “Ancient and Primeval Beech Forests of the Carpathians and Other Regions of Europe”, che tutela aree forestali europee strategiche per la conservazione di questo patrimonio mondiale. Il gruppo di studio, coordinato da Gianluca Piovesan, professore ordinario di Scienze forestali all’Università della Tuscia, ha rinvenuto alcune roveri monumentali nella faggeta vetusta di Valle Infernale e, nel corso delle indagini, una di queste querce, di quasi due metri di diametro, ha rivelato un’età di oltre 560 anni. Secondo gli esperti, oggi la foresta demaniale dell’Alto Aspromonte rappresenta un caso di studio di eccellenza nella conservazione della natura, tanto che questo esempio sarà divulgato nell’ambito del progetto Italian Mountain Lab. “Questa ulteriore scoperta certifica l’elevato livello di biodiversità esistente nel Parco dell’Aspromonte ed aggiunge, al nostro patrimonio naturalistico, un nuovo e prestigioso elemento di caratterizzazione scientifica. Questa notizia di valenza internazionale deve ulteriormente spronarci a proseguire nelle attività di tutela e salvaguardia dell’Area Protetta, programmando percorsi di valorizzazione territoriale che inglobino le peculiarità naturalistica, storica, culturale, grazie a cui il Parco dell’Aspromonte può offrire agli appassionati, agli studiosi ed anche ai turisti visita di qualità”, spiega il Vice Presidente del Parco, Domenico Creazzo. Sempre in Calabria, ma sul versante del Parco del Pollino, è di appena l’anno scorso la notizia della scoperta di Italus, un pino loricato di 1230 anni, l’albero più vecchio d’Europa datato con metodo scientifico, che si trova a quota 1.900 metri sul livello del mare.
Luisa Cascarano