Luisa Cascarano

L'aglio migliora la memoria? Un nuovo studio americano conferma che consumare abitualmente aglio migliora la memoria. E la lista dei cibi che fanno bene al cervello si allunga. Alito cattivo? Poco importa se mangiare aglio può aiutarci a migliorare la memoria. I ricercatori dell’Università di Louisville (Usa) affermano che consumare abitualmente aglio non solo migliora la memoria, ma ostacola il calo delle capacità cognitive che accompagna la tarda età. I cibi che servono per davvero al tuo cervello FLORA INTESTINALE. A dare questo potere all’aglio, secondo Jyotirmaya Behera, che ha condotto lo studio, è il disolfuro di allile, responsabile anche del suo caratteristico odore. Questa sostanza contribuisce a creare una buona flora intestinale, che a sua volta influenzerebbe le capacità di memoria - come dimostrerebbe anche il fatto che i malati di demenza hanno la flora batterica alterata. Curiosità: l'aglio è miracoloso anche contro le lumache (se avete questo problema) TOPOLINI. Nutrendo alcune cavie di laboratorio (topi) con un’aggiunta di aglio per tutta la vita, i ricercatori hanno rilevato che, anche in età avanzata (che per un topo è di circa tre anni), ricordavano ancora i percorsi da fare per raggiungere il cibo. I topi coetanei che non avevano invece ricevuto la "cura", li dimenticavano. FARMACO. Che l'aglio sia un "farmaco naturale" è provato da tempo: è un antibatterico, utile contro raffreddore e influenze, aiuta ad abbassare il colesterolo LDL e la pressione. E proprio come un medicinale va consumato in piccole quantità, e non solo per salvaguardare l'alito. FOCUS.IT

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Luisa Cascarano

Che cos'è la malattia di Lyme? Sintomi e prevenzione di un'infezione di origine batterica di cui spesso si sente parlare, nonostante la scarsa diffusione nel territorio italiano. La malattia di Lyme o borrelliosi di Lyme è una malattia di origine batterica trasmessa all'uomo dalle zecche coriacee del genere Ixodes e forse anche dalle Amblyomma e Dermacentor (le zecche del cane). È l'infezione da vettore più diffusa e rilevante nelle zone geografiche a clima temperato, e prende il nome dalla cittadina di Lyme, nel Connecticut, in cui per la prima volta si manifestò un'epidemia dell'allora misteriosa malattia, nel 1975. È causata da alcuni batteri del genere Borrellia (Borrelia burgdorferi in Europa e Nord America; Borrelia afzelii, Borrelia garinii in Europa, Asia e Africa) che infettano animali selvatici come cervi, caprioli, volpi, lepri e roditori. Le zecche fanno da tramite tra questi serbatoi naturali e l'uomo. I SINTOMI. In genere la malattia di Lyme si manifesta a partire dall'estate, quando i morsi delle zecche sono più frequenti. Primo campanello d'allarme è la comparsa sulla pelle, nell'area della puntura, di una macchia rossa a forma di occhio di bue, con una zona più chiara al centro. Altri sintomi comuni nei primi giorni sono febbre, brividi, dolori muscolari e mal di testa. In una seconda fase, da qualche settimana a qualche mese dopo il morso, possono comparire sintomi a carico del sistema nervoso centrale come meningiti, dolori diffusi, paralisi, perdita di memoria e concentrazione, oltre a problemi di cuore come lesioni del miocardio. Dopo un paio d'anni, possono sopraggiungere artrite, sindrome da fatica cronica, fibromialgia, disturbi del sonno e del comportamento, disturbi della conduzione elettrica cardiaca, malattie diffuse dei nervi periferici, che possono persistere per lunghi periodi di tempo anche in assenza di infezioni rilevabili clinicamente. DOVE È DIFFUSA. Solo una piccola percentuale di zecche veicola la malattia, e la probabilità di essere morsi da un animale infetto aumenta se si trascorre molto tempo in aree erbose e boschive, frequentate dagli animali serbatoi dei batteri. Vi sono aree interessate della malattia negli USA, in Asia, in Europa centrale, centro-occidentale e orientale. Negli Stati Uniti, dove la borrelliosi è molto conosciuta per i contagi di alcuni personaggi famosi (come la cantante Avril Lavigne o l'attore Ben Stiller) vengono riportati ogni anno 30 mila nuovi casi. Ma i numeri non riflettono la reale entità del contagio, perché spesso la diagnosi arriva tardi, quando l'infezione ha già avuto modo di diffondersi. In Italia la borrelliosi è rara: secondo l'Istituto Superiore di Sanità, dal 1992 al 1998 si sono registrati un migliaio di casi complessivi, soprattutto in Friuli Venezia Giulia, Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige: nelle regioni centro meridionali e nelle isole le segnalazioni sono sporadiche. PREVENZIONE. Nell'eventualità di morso di zecca è importante rimuovere delicatamente l'animale dalla pelle con le pinzette senza staccare né spremere l'apparato boccale, e disinfettare l'area interessata. Se come accade nella maggior parte dei casi, non compare alcun sintomo, non occorre preoccuparsi. I contatti con le zecche possono essere ridotti al minimo coprendo braccia e gambe durante le escursioni nell'erba alta, e controllando la propria pelle quando ci si fa la doccia (i morsi di zecca sono indolori). La maggior parte dei casi di malattia di Lyme è curabile con antibiotici, se diagnosticata in tempo; negli USA sono disponibili vaccini efficaci contro il B.burgdorferi, che non sono però distribuiti in Italia ed Europa, dove sono presenti anche le altre genospecie di Borrelie.

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Luisa Cascarano

Ferragosto: da cosa deriva il nome (e perché si festeggia)? La festa più attesa dell'estate ha origini nella storia dell'Antica Roma, poi intrecciate con la tradizione cattolica. Il nome della festa di Ferragosto deriva dal latino feriae Augusti (riposo di Augusto), in onore di Ottaviano Augusto, primo imperatore romano, da cui prende il nome il mese di agosto. Era un periodo di riposo e di festeggiamenti, istituito dall’imperatore stesso nel 18 a.C., che aveva origine dalla tradizione dei Consualia, feste che celebravano la fine dei lavori agricoli, dedicate a Conso che, nella religione romana, era il dio della terra e della fertilità. In tutto l’Impero si organizzavano feste e corse di cavalli, e gli animali da tiro, esentati dai lavori nei campi, venivano adornati di fiori. Inoltre, era usanza che, in questi giorni, i contadini facessero gli auguri ai proprietari dei terreni, ricevendo in cambio una mancia. Anticamente, come festa pagana, era celebrata il 1° agosto. Ma i giorni di riposo (e di festa) erano in effetti molti di più: anche tutto il mese, con il giorno 13, in particolare, dedicato alla dea Diana. DA FESTA PAGANA A FESTA CATTOLICA. La ricorrenza fu assimilata dalla Chiesa cattolica: intorno al VII secolo, si iniziò a celebrare l’Assunzione di Maria, festività che fu fissata il 15 agosto. Il dogma dell’Assunzione (riconosciuto come tale solo nel 1950) stabilisce che la Vergine Maria sia stata assunta, cioè accolta, in cielo sia con l’anima sia con il corpo.

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