Luisa Cascarano

È definitivo: l’Europa conferma il divieto per la plastica usa e getta entro il 2021 Piatti, posate, cannucce e bastoncini cotonati saranno vietati entro il 2021. Il Parlamento ha approvato in via definitiva la nuova legge che vieta l’uso di articoli in plastica monouso. La direttiva è stata approvata con 560 voti favorevoli, 35 contrari e 28 astensioni. L’accordo rafforza inoltre l’applicazione del principio “chi inquina paga”, introducendo una responsabilità estesa per i produttori. Questo nuovo regime si applicherà ad esempio ai filtri di sigaretta dispersi nell’ambiente e agli attrezzi da pesca persi in mare, per garantire che i produttori sostengano i costi della raccolta. “Questa legislazione ridurrà il danno ambientale di 22 miliardi di euro, il costo stimato dell’inquinamento da plastica in Europa fino al 2030. L’Europa dispone ora di un modello legislativo da difendere e promuovere a livello internazionale, data la natura globale del problema dell’inquinamento marino causato dalle materie plastiche. Ciò è essenziale per il pianeta”, ha dichiarato la relatrice Frédérique Ries (ALDE, BE). Le nuove norme stabiliscono anche che l’etichettatura informativa sull’impatto ambientale di disperdere per strada le sigarette con filtri di plastica sarà obbligatoria. Ciò dovrà valere anche per altri prodotti come bicchieri di plastica, salviette umidificate e tovaglioli sanitari. La lista dei prodotti vietati nell’UE entro il 2021: posate di plastica monouso (forchette, coltelli, cucchiai e bacchette) piatti di plastica monouso cannucce di plastica bastoncini cotonati fatti di plastica bastoncini di plastica per palloncini plastiche ossi-degradabili, contenitori per alimenti e tazze in polistirolo espanso

Luisa Cascarano

In Vietnam le cannucce biodegradabili realizzate con gli steli dell’erba Utilizza semplice erba per produrre cannucce biodegradabili. Si chiama Tran Minh Tien e vive in Vietnam. L’uomo ha inventato un modo completamente sostenibile per sorseggiare bevande e drink senza usare le dannose cannucce di plastica, difficili da smaltire e molto pericolose soprattutto per la fauna marina. Ogni anno finiscono in mare 12,7 milioni di tonnellate di plastica. Anche se le soluzioni in atto sono tante, purtroppo la totale eliminazione sembra impossibile in tempi brevi. Per questo è utile valutare alternative naturali e biodegradabili. Anche alcune aziende stanno sostituendo prodotti monouso, tra cui le cannucce in plastica, con quelle di carta o di altri materiali. Ma Tran Minh Tien ha pensato bene di utilizzare un tipo di erba nota come “Lepironia articulata”, molto diffusa nella regione del Delta del Mekong. L’uomo raccoglie i gambi di erba vuoti, li lava, li taglia fino a 20 cm. Poi ripulisce l’interno con un’asta prima della pulizia finale e della spedizione. Le cannucce, distribuite in tutto il mondo, vengono spedite in “confezioni” da 100 pezzi, avvolte in foglie di banano. Ma non solo. Tran vende anche cannucce essiccate, dapprima stese al sole per un paio di giorni e poi cotte in forno. Le prime durano circa due settimane in frigorifero o una settimana a temperatura ambiente mentre quelle cotte possono essere usate fino a sei mesi, conservandole a temperatura ambiente. In alternativa, è possibile acquistare le cannucce fresche e per mantenerle a lungo, si possono fare bollire con un po ‘di sale, quindi asciugarle e conservarle in un luogo fresco e asciutto. Anche se inizialmente erano pensate per essere monouso, è possibile lavarle, asciugarle e riutilizzarle fino a quando non si deteriorano. Una volta usate e riusate, basta gettarle nel bidone dell’organico. Esse si decomporranno come un qualunque rifiuto alimentare. “L’erba cresce naturalmente e le cannucce non vengono trattate con prodotti chimici o conservanti” spiega l’uomo, secondo cui oltre a non alterare il sapore delle bevande, esse sono ricche di fibre e masticarle dopo aver mangiato aiuta a pulire i denti. È possibile ordinare le cannucce sul sito di Tran Ong Hut Co, che fornisce anche consigli su come utilizzare al meglio e conservare le sue creazioni ecocompatibili.

Luisa Cascarano

Gli abeti della Vial di Fiemme distrutti dal maltempo si trasformano in violini Stradivari Erano stati abbattuti da pioggia e vento, ma adesso gli abeti della Val di Fiemme si trasformeranno in violini, viole, violoncelli e contrabbassi Stradivari. Accatastati uno sull’altro, dopo la violenta ondata di maltempo che a novembre 2018 aveva colpito tutta la zona della Val di Fiemme. Così Federforeste ha deciso di far rinascere il legno delle foreste grazie alla musica. Circa 2,5 tonnellate di legno sono state date alla Scuola internazionale di liuteria “Antonio Stradivari” di Cremona che avrà il compito di realizzare strumenti musicali. Subito dopo il disastro ambientale Federforeste aveva chiamato a raccolta liutai e studenti per recuperare gli abeti rossi, il cui tronco è detto legno della risonanza, appropriato per la costruzione dei violini. Così, invece, di lasciarli muffire con l’umidità accatastati sul terreno e in attesa di diventare legna da ardere nei camini o da trasformare in bancali e pellet, gli abeti allieteranno gli appassionati di musica. Il legname per i liutai cremonesi è stato messo a disposizione in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento e il Comune di Salò (Brescia) e ogni albero lavorato sarà usato dopo una stagionatura di tre anni. Gli abeti diventeranno quindi strumenti della ‘Collezione Tempesta’, per ricordare il ciclone Vaia che ha causato notevoli danni alla ‘foresta dei violini’, vale a dire nel bosco di Paneveggio, dove si racconta che Antonio Stradivari andasse alla ricerca degli alberi più idonei alla costruzione dei suoi violini. “Solo una piccola percentuale degli abeti rossi della foresta è depositaria di quelle vibrazioni della Tavola armonica di violini, viole e violoncelli nonché di altri strumenti a corde destinate alla musica classica anch’essi sconvolti dalla furia della natura insieme alle foreste che gelosamente li racchiudevano”, scrive in una nota Federforeste. Già in lavorazione una copia fedele dell’Ole Bull,l’iconico violino di Gasparo da Salò che prende il nome dal norvegese che lo possedette. Il violino sarà̀ pronto in tempo utile per l’Estate Musicale 2019, e verrà̀ suonato durante i concerti del festival e successivamente donato al MuSa, il Museo di Salò.

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