Luisa Cascarano

LA NUOVA PIRAMIDE ALIMENTARE MEDITERRANEA PER UNA DIETA SANA Parlare di sana alimentazione in maniera generica è piuttosto riduttivo, poiché ogni essere umano, a seconda delle caratteristiche fisiche, dell'età, del sesso e dello stile di vita condotto, ha diverse necessità nutrizionali. Esistono però delle regole generali che servono a differenziare un'alimentazione sana, da una che potrebbe causare problemi all'organismo. La nuova piramide alimentare per una dieta sana Uno dei principali riferimenti per identificare gli elementi di una dieta sana ed equilibrata è la piramide alimentare mediterranea, che è stata rinnovata pochi anni fa in funzione di nuove osservazioni e di nuovi studi e presentata durante la III Conferenza Internazionale CIISCAM in collaborazione con l'INRAN, nel 2009. Per la prima volta la dieta mediterranea è stata rivista e strutturata in funzione della distribuzione degli alimenti: alla base i pasti principali giornalieri, a seguire gli alimenti che dovrebbero essere consumati quotidianamente e ancora a salire quelli che dovrebbero essere distribuiti in poche porzioni alla settimana. A completamento della piramide vengono inoltre suggerite delle buone abitudini che concorrono a uno stile di vita salutare: attività fisica, convivialità a tavola e bere acqua. Consigliando infine di rispettare la stagionalità degli alimenti e di prediligere i prodotti locali. nuova piramide alimentare mediterranea 2009 Ai pasti principali bisogna consumare 2 o più porzioni di frutta e verdura. Se per lo stile di vita che si conduce non si riesce a fare affidamento a prodotti freschi è possibile ricorrere a integratori alimentari naturali come JuicePlus, prodotto a base di frutta e verdura integra e matura. Ogni giorno vanno inserite nella dieta 1 o 2 porzioni di pane, pasta, riso o cous-cous. Giornalmente si devono consumare 1/2 porzioni di frutta a guscio, semi, olive; 2/3 porzioni di latte e derivati; 3/4 porzioni di olio di oliva. Vanno inoltre associare erbe, spezie, aglio e cipolle. A livello settimanale occorre distribuire 1/2 porzioni di pollame; minimo 2 porzioni di pesce, crostacei, molluschi e legumi; 2/4 porzioni di uova e massimo 2 porzioni di dolci, carne e salumi.Le linee guida della sana alimentazione italiana L'INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione) ha pubblicato sul proprio sito le "Linee guida per una sana alimentazione italiana", un documento esplicativo, dal quale trarre importanti insegnamenti circa quali cibi e in quali proporzioni introdurre nell'alimentazione quotidiana per apportare benefici al fisico. Come per la piramide alimentare anche le linee guida hanno subito un aggiornamento nel 2003, a seguito del quale sono state introdotte tre nuove direttive riguardanti: il fabbisogno giornaliero di acqua e le importanti funzioni che essa svolge. L'alimentazione di gruppi di popolazione vulnerabili, perché in speciali periodi dell'esistenza. Si fa quindi riferimento alle caratteristiche di un'alimentazione sana per bambini, adolescenti, gestanti, nutrici, donne in menopausa e anziani. La sicurezza alimentare domestica, per sensibilizzare la popolazione su questa tematica che già tocca ampiamente produttori e distributori, ma che deve essere tenuta in considerazione anche nella gestione familiare del cibo.Gli altri capitoli delle linee guida, tutti corredati di video esplicativi, trattano: Controlla il peso e mantieniti sempre attivo - Una serie di consigli utili per mantenere il peso ideale grazie al movimento e a una dieta sana ed equilibrata, senza eccessive rinunce. Più cereali, legumi, ortaggi e frutta - Gli alimenti come cereali, legumi, ortaggi e frutta, di origine vegetale sono molto importanti perché contengono amido, fibra, vitamine, minerali… Consumare regolarmente questi cibi permette di proteggersi da molte malattie, l'importante è non esagerare nell'uso di condimenti. Grassi: scegli la qualità e limita la quantità – I grassi non possono essere eliminati dalla dieta, poiché forniscono molta energia e servono ad assorbire alcune vitamine.

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Luisa Cascarano

Anche a Torino ti pagano per andare a lavoro in bici: 25 centesimi per ogni chilometro percorso Grandi novità nel capoluogo piemontese: Torino si dimostra una città sempre più ecologica e pronta a incentivare chiunque voglia fare un gesto, seppur piccolo, per salvaguardare il nostro ambiente dall’inquinamento da smog. Come? Semplice: basta andare al lavoro con la bicicletta, anziché con la macchina o il motorino. A Torino, dunque, è nato il progetto Bogia, che in piemontese vuol dire “muoviti”: tutti quelli che sceglieranno di andare al lavoro in bici otterranno un rimborso di 25 centesimi al chilometro. Ogni mese, ogni lavoratore che ha aderito all’iniziativa riceverà un bonifico sul proprio conto corrente. Partecipare è semplicissimo: basta aderire al bando, promosso dagli undici comuni del Patto territoriale, dotarsi di un dispositivo che calcola tutte le distanze percorse e di un Gps antifrode. Per tutti coloro che utilizzeranno la bicicletta classica, come affermato, il premio sarà di 25 centesimi per ogni chilometro fatto. Per coloro che, invece, opteranno per una bici elettrica, il rimborso sarà inferiore: 15 centesimi. Per questa prima fase del progetto, sono stati messi a disposizione poco più di 100mila euro, mentre le persone potenzialmente coinvolte sono ben trecentomila. Si è pensato, inoltre, anche all’acquisto di bici pieghevoli: le amministrazioni comunali hanno dato vita a un bando da sessantamila euro, finanziato dal ministero dell’Ambiente, utile al loro acquisto. Dopo Bari e Mantova, dunque, anche Torino si appresta a diventare una città sempre più attenta all’ambiente e alla sua salvaguardia. In bicicletta dal 1° novembre Il bando per partecipare al progetto Bogia si è concluso il 23 ottobre. I primi cento candidati ritenuti idonei potranno presto ritirare il dispositivo Pin Bike presso i rivenditori coinvolti. I cento fortunati potranno iniziare a pedalare guadagnando 25 centesimi a chilometro a partire dal prossimo 1° novembre.

Luisa Cascarano

Carta da parati ecologica: come rinnovare le pareti di casa in modo sostenibile La carta da parati, vero e proprio culto negli anni ‘60 e ‘70, sta tornando di moda tra gli appassionati di interior design grazie al fascino dei motivi ispirati al passato e rivisitati in chiave moderna. Decori geometrici, sfondi floreali e tinte unite raffinate rientrano nelle nostre case in alternativa alle tradizionali vernici, per decorare e abbellire le pareti di salotti e camere da letto. Purtroppo però la carta da parati non rappresenta quasi mai una scelta sostenibile per l’ambiente e chi è sensibile alle tematiche ambientali si trova spesso costretto a rinunciare al fascino retrò delle tappezzerie per pareti. Normalmente infatti, le carte da parati sono prodotte con materiali misti che includono carta, tessuto non tessuto, fibre sintetiche, coloranti, vernici e colle. Molti dei materiali utilizzati per le carte da parati richiedono processi di produzione inquinanti e nel prodotto finale sono praticamente impossibili da separare e riutilizzare. Quando si desidera sostituire la carta da parati perché danneggiata o per rinnovare gli ambienti, non resta che portare la vecchia carta da parati in discarica, dove non potrà essere riciclata per produrre nuova carta o altro: verrà pertanto incenerita, con produzione di anidride carbonica e sostanze potenzialmente pericolose per l’ambiente rilasciate dalla combustione di colle, vernici e pigmenti. Fortunatamente negli ultimi anni la sensibilità verso l’ambiente è cresciuta anche nel settore del design e molte aziende hanno iniziato a proporre sul mercato prodotti più sostenibili anche nel settore delle carte da parati. Un esempio è la carta da parati ecologica Venuso lino, una nuova tappezzeria completamente compostabile realizzata partendo da materie prime completamente vegetali.Venuso lino è infatti costituita per il 65% da lino e per il restante 35% da viscosa, materiali che richiedono quantità limitate di risorse durante il processo produttivo e che risultano totalmente biodegradabili al termine della loro vita.Le fibre di lino sono state scelte per la produzione di questa carta da parati ecologica poiché la coltivazione della pianta del lino è particolarmente efficiente e sostenibile. Le fibre di lino hanno poi caratteristiche che le rendono ideali per realizzare tappezzerie poiché sono antistatiche, repellenti verso lo sporco e battericide. La viscosa è stata inserita nella formulazione della nuova tappezzeria ecologica per garantire l’aderenza della carta alle pareti: la viscosa è un materiale naturale che deriva dal legno e quella scelta per Venuso lino proviene da coltivazioni sostenibili certificate FSC. Grazie a un metodo innovativo che prevede l’infeltrimento delle fibre, questa tappezzeria risulta compatta, resistente e robusta senza la necessità di utilizzare leganti chimici. Inoltre, non vengono usati coloranti artificiali e questo dona alla carta da parati un aspetto naturale e delicato. La carta da parati Veruso Lino può essere posata senza grandi sforzi anche da persone senza esperienza, seguendo le istruzioni fornite dal produttore e utilizzando uno speciale adesivo biologico e biodegradabile composto da un derivato della cellulosa.Per garantire la compostabilità della carta da parati, non devono essere utilizzate colle diverse e la tappezzeria non va verniciata. Poiché prodotta utilizzando solo materiali di origine vegetale e priva di additivi chimici, colle, vernici e altri composti potenzialmente pericolosi, questa carta da parati non produce esalazioni nel tempo e non presenta rischi per la salute umana. Oltre alle caratteristiche di sostenibilità, la tappezzeria Venuso lino presenta anche qualità funzionali molto interessanti. Innanzitutto è fonoassorbente, quindi consente di attutire i rumori interni alle abitazioni e di ridurre i suoni verso l’esterno.

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