Addio ai castelli di sabbia: vietato giocare sulla spiaggia
Niente castelli di sabbia sul bagnasciuga veneziano del Cavallino: una normativa di sicurezza vieta di giocare in riva al mare.
ei giorni in cui Venezia è al centro dei riflettori per la 76esima Mostra d’Arte Cinematografica con il suo Lido che vede il passaggio di star del calibro di Brad Pitt e Scarlett Johansson, arriva anche una notizia che riguarda le spiagge del litorale. Il Comune del Cavallino, infatti, ha proibito i castelli di sabbia lungo il bagnasciuga.
Un duro colpo per i bambini che soggiornano in quelle zone, tra i litorali più frequentati dell’Adriatico anche dal punto di vista internazionale. Le motivazioni dell’ordinanza sarebbero da ricondursi ai pericoli per la sicurezza di chi frequenta la spiaggia.
Nello specifico, castelli di sabbia e giochi in riva al mare potrebbero ostacolare eventuali interventi di soccorso in mare rallentando, quindi, le operazioni di salvataggio e mettendo a rischio l’incolumità dei bagnanti. Se da una parte le ragioni sono comprensibili, d’altro canto una decisione tanto drastica non può che dividere la collettività.
E i messaggi di protesta già fioccano in rete con numerosi turisti costretti a spiegare ai più piccoli che non è più possibile usare paletta e secchiello sulla spiaggia. A mediare ci prova il sindaco Roberta Nesto che invita la Capitaneria di porto a far rispettare la normativa con buonsenso e i turisti a comportarsi nella maniera corretta.
Partono i controlli sui movimenti di contanti oltre i 10mila euro
Al via dal 2 settembre i controlli della Banca d'Italia: nel mirino chi ritira o versa banconote per più di 10mila euro al mese
2 settembre 2019 – Partono oggi i controlli su prelievi e versamenti anomali di contanti da parte della Uif, l’unità di informazione finanziaria che dipende dalla Banca d’Italia. Dal 2 settembre, la Uif verificherà il nome di chi ritira o versa banconote per oltre 10mila euro complessivi in un mese. Non sarà una segnalazione automatica di operazione sospetta, ma accenderà un faro da parte delle autorità.
La Uif ha reso operativa la misura, peraltro introdotta due anni fa dalla riforma che prevede l’invio delle comunicazioni su prelievi e versamenti presso banche, uffici postali e sportelli. Una procedura speciale su volumi crescenti consentirà di ottenere il nome di chi ritira o versa banconote per oltre 10mila euro complessivi in un mese. La comunicazione dovrà essere inviata, ha chiarito la stessa Uif, anche se si supera il tetto dei 10mila euro attraverso più operazioni singolarmente pari o superiori a 1.000 euro. La comunicazione oggettiva sarà inviata a cadenza mensile: il primo invio dovrà essere effettuato entro il 15 settembre 2019 e riguarderà i dati riferiti ai mesi di aprile, maggio, giugno e luglio.
Le operazioni dovranno essere individuate considerando “tutte le movimentazioni di denaro effettuate dal medesimo soggetto, in qualità di cliente o di esecutore“.
I contanti in Italia restano ancora molto usati, rispetto agli altri paesi europei, in Italia malgrado l’aumento di questi anni di strumenti di pagamento come carte di credito, bancomat e bonifici. Oltre l’80% dei pagamenti viene eseguito cash. E come rilevava di recente uno studio della stessa Uif, sono usati maggiormente al Sud per una questione di arretratezza finanziaria e tecnologica ma gli usi anomali sono concentrati al Centro Nord, laddove guarda caso l’economia muove risorse maggiori.
Il Prof. Ermanno Leo – oncologo di fama mondiale: “sui tumori abbiamo fallito, siamo nelle mani delle multinazionali del farmaco”
l Prof. Ermanno Leo – oncologo di fama mondiale: “sui tumori abbiamo fallito, siamo nelle mani delle multinazionali del farmaco”
Il Prof. Ermanno Leo è un oncologo e chirurgo italiano, direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia dell’Apparato Digerente Colon-Retto dell’istituto dei Tumori di Milano.
E’ una delle eccellenze italiane elogiato in tutto il mondo per aver sviluppato 25 anni fa una innovativa tecnica chirurgica nel trattamento del cancro al colon-retto.
Infatti in assenza di essa i pazienti sono costretti a portare i segni di una mutilazione irreversibile, il famigerato sacchettino sull’addome.
Grazie alla collaborazione con colleghi francesi, l’equipe del Dr. Ermanno Leo ha realizzato un programma innovativo che trova oggi consenso scientifico ad ogni livello grazie alla tecnica operatoria di tipo conservativo che mantiene l’integrità dell’organo.
Insomma è una personalità che per 40 anni ha avuto a che fare con il cancro e conosce quello di cui sta parlando.
In una conferenza del 2017 ha parlato chiaro: le multinazionali del farmaco di fatto bloccano la ricerca e ci costringono a combattere con i vecchi strumenti, tra i quali, appunto, la chemioterapia…
“Tutti sanno che la soluzione del cancro non sarà la chemioterapia.”
Ecco alcuni estratti del suo intervento alla conferenza:
“Io sono qui quasi per fare un mea culpa come oncologo, ma se dovessimo paragonare e confrontare ciò che ho sentito oggi che di encomiabile tecnologico è avvenuto nell’oncologia sono profondamente deluso e rendo omaggio a chi non ce l’ha fatta e a chi in questo momento non ce la sta facendo.
A me interessa un dato, poi tutti sappiamo che i giochi statistici si possono manipolare e fare: in Italia ci sono ogni anno quasi 180.000 morti di cancro, se questo è il segno di un successo io vado ai giardini pubblici.
Il timore mio, e me ne assumo totalmente la responsabilità, è che il cancro in questi decenni sia diventato un affare insieme alle guerre.
Il tumore al colon-retto, di cui mi occupo e di cui si conoscono tutti i precursori, è l’unico che potrebbe scomparire dalla faccia della terra, se ne ammalano ogni anno 50.000 persone con 25.000 morti l’anno. Se si facesse una colonscopia a tutti gli italiani sopra i 45-50 anni non ci sarebbe più la malattia perché si andrebbero ad asportare le forme ancora benigne e evitare la trasformazione in maligna così da non ricorrere al potere delle multinazionali.
Io lo dico senza vergogna, ma queste persone ormai gestiscono il problema farmaco fregandosene che i morti non sono assolutamente diminuiti e anzi, perché il problema è che tutti sanno che la soluzione del cancro non sarà legata alla chemioterapia. Bisognerà cambiare completamente registro.”
Se vogliamo dare alcuni dati sulle multinazionali del farmaco (bigpharma). 600 miliardi di dollari sono le vendite delle prime 50 aziende farmaceutiche nel 2013 che equivale al PIL aggregato di 82 paesi, praticamente la metà del mondo.
Quindi il dramma è questo che bisogna avere il coraggio di.. io sono scandalizzato ma sapete quante società medico-scientifiche esistono in Italia? 800! Ma sono tutti scienziati?? E’ una cosa folle! Per il cancro non conosciamo i meccanismi ( che ne sono alla base) ed alla gente non si dice la verità.
Un mio amico di cui non posso fare il cognome mi ha detto che non siamo preoccupati della fuga dei cervelli all’estero ma degli imbecilli che restano qua. E’ una cosa abbastanza allucinante. Mi scrive un mio amico che è stato pochi giorni fa ad un congresso importante a Washington dove prima di ogni relazione al congresso è obbligatorio rendere palese le sovvenzioni che ricevono dalle case farmaceutiche.
Io per sfida, quasi per disperazione, scrissi ai miei collaboratori all’amministrazione dicendo che da ora in avanti i medici non dovrebbero andare a più di due congressi l’anno, scegliendo i migliori. Successe un finimondo!