Luisa Cascarano

7 SEGNI PER RICONOSCERE IL NARCISISTA INTROVERSO Il narcisismo è spesso associato alle sue manifestazioni esterne, tra cui la ricerca di attenzione, protagonismi, fascino superficiale, la mancanza di affidabilità, la violazione di confine, la manipolazione e molte altre caratteristiche. Tuttavia, non tutti narcisisti hanno questa grandiosità in mostra e invadente. Vari ricercatori e autori hanno scritto, in riferimento al narcisista introverso, che questa tipologia di narcisismo si presenta come segreto, ipersensibile, vulnerabile. Questo sottotipo di narcisista è più nascosto, ma è in grado di condurre a situazioni stressanti e di contagio negativo come e quanto la controparte estroversa. E’ importante sottolineare che molti introversi non sono narcisisti. Quelli che lo sono, tuttavia, possono influenzare gli altri intorno a loro facendoli sentire fuori tema e/o insicuri. Quello che il narcisista introverso ed estroverso hanno in comune è il loro rivestimento esterno di superiorità che va a mascherare il loro senso interiore di vulnerabilità. Mentre quello estroverso dirà in tanti modi “io sono meglio di te”, il narcisista introverso questo non lo dirà. Compiacimento tranquillo/Superiorità: molti narcisisti estroversi sono abbastanza facili da individuare, con i loro manierismi grandiosi e machiavellismi nelle ricerche di attenzione. I narcisisti introversi, d’altro canto, possono essere più difficili da individuare, almeno all’inizio. Essi hanno la tendenza ad osservare piuttosto che ad agire e, ascoltare piuttosto che parlare. Eppure, la loro superiorità traspare e si tradisce attraverso questo atteggiamento di distacco, di starsene di disparte e attraverso segnali non verbali sconcertanti. Essi non possono esprimere la loro negatività a titolo definitivo, ma se siamo in loro contatto è palese la sensazione di intolleranza che loro esprimono con la mancanza di contatto visivo, sospiri, gemiti, alta distraibilità, noia, sbadigli e disattenzione generale. Quando parlano le loro osservazioni tendono ad essere critiche e giudicanti, concentrandosi esclusivamente sui loro punti di vista. Tutto questo denota e si riconduce, ovviamente, ad un senso di vulnerabilità interno significativo. Parte della problematica potrebbe derivare dall’incapacità di relazionarsi con le persone in quanto essere umani. Focalizzazione su di sé: una delle caratteristiche più comuni di un narcisista introverso è un senso di “ritirato egocentrismo”. Mentre molti introversi sono ascoltatori buoni e tranquilli, i narcisisti introversi tendo ad essere ascoltatori reticenti e poveri. Spesso, tenderanno a valutare/giudicare la persona o la situazione. Mentre la maggior parte delle persone adulte mature sono in grado di riconoscere le sfumature dei problemi, i narcisisti introversi tendono a concentrarsi solo su ciò che egoisticamente vogliono e trovano gradevole. Tutto il resto potrebbe essere etichettato come “noioso” o “stupido”. Mancanza di empatia: sia i narcisisti introversi che quelli estroversi posseggono questa caratteristica. Sono spesso ignari e indifferenti verso i pensieri ed i sentimenti degli altri. Anche quando se si fa loro presente degli atteggiamenti negativi e poco empatici essi tenderanno sempre a focalizzare il problema e la risposta su se stessi. Passitivà/Aggressività: alcuni narcisisti introversi entrano in relazione con le persone sgradevoli in modo passivo-aggressivo. Nel momento in cui ricevono qualsiasi richiesta riescono sempre a divincolarsi dalla situazione con delle scuse o far capire con nonchalance che il loro modo di fare è il migliore. Altamente sensibili: lo psicologo Glen Gabbard rileva che alcuni narcisisti introversi sono “altamente sensibili”. Tendono ad essere offesi da piccolezze e non sanno gestire le critiche. Di fronte a risposte negative, alcuni si difenderanno con il proprio compiacimento mentre altri risponderanno con il ritiro scontroso. Io sono speciale: le auto-percezioni dei narcisisti introversi rimangano al “io sono speciale”, “io sono avanti rispetto agli altri Rapporti interpersonali difficil

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Luisa Cascarano

VIVERE MEGLIO E’ FACILE: SCOPRI COS’E’ LA MINDFULNESS! Spesso ultimamente si sente parlare di Mindfulness: ma che cos’è? Si potrebbe dire che è una delle nuove frontiere degli interventi terapeutici psicologici. “Nuovi”, fa un po’ ridere se si pensa che il concetto di mindfulness ha una storia di oltre 2500 anni affondando le sue origini nelle tradizioni contemplative buddiste. Mindfulness deriva dalla parola “Sati” in lingua Pali, che fa riferimento a uno stato caratterizzato da “presenza mentale” in cui i fenomeni interni ed esterni, sono ridimensionati e spogliati delle nostre proiezioni e alterazioni mentali. “Sati” però vuol anche dire “ricordare”: potenziandolo infatti, ricorderemo meglio i nostri pensieri e comportamenti, riuscendo ad avere una visione più ampia e lucida della nostra vita, potendo quindi meglio imparare dai nostri errori. Attuare un vivo esercizio di mindfulness la persona può raggiungere una maggiore chiarezza riguardo a ciò che deve essere fatto (ciò che è salutare) e a ciò che non dovrebbe essere più fatto (pensieri e azioni non salutari). Jon Kabat Zinn, fondatore dell’uso clinico moderno, definisce la mindfulness come “il processo di prestare attenzione in modo particolare: intenzionalmente, in maniera non giudicante, allo scorrere dell’esperienza nel presente momento dopo momento”. Vivere in maniera mindful l’esperienza del momento presente vuol dire viverla prestandole attenzione senza giudicarla, accogliendola in maniera gentile, accettante, amorevole, compassionevole. La relazione che la persona ha con le proprie esperienze interne ed esterne è caratterizzata da attenzione consapevole e accettazione. La mindfulness è quindi caratterizzata da due componenti strettamente interconnesse tra loro: 1) l’abilità di dirigere l’attenzione al momento presente 2) l’attitudine con cui lo si fa,fatta da curiosità, apertura e accettazione …è chiaro come queste due componenti, se applicate nella vita di tutti i giorni, ci potrebbero aiutare a superare momenti di difficoltà e di vivere a pieno e con gioia i momenti più sereni! 🙂 COME SI FA? Praticare Mindfulness consiste nell’ attuare della meditazione, in cui si presta attenzione al momento presente, in un stato di autentica calma non reattiva. Spesso ci ritroviamo avvolti da un turbine di faccende quotidiane che non ci permettono di rilassarci e prenderci uno spazio per ascoltar-ci ed ascoltare il nostro corpo, il nostro vero mediatore tra noi e il mondo esterno. Pochi semplici esercizi di Mindfulness potrebbero ribaltare la tua visione del mondo e i tuoi neuroni….

Luisa Cascarano

COME FAR MANGIARE AI BAMBINI FRUTTA E VERDURA! Oggi vi parliamo di ciò che ci aiuta a vivere meglio in maniera silenziosa ma decisiva: un’alimentazione buona e sana! Con gli adulti è più facile: il senso del dovere, il fiatone dopo solo una rampa di scale, il vestito diventato troppo stretto e la consapevolezza che siano necessari, sono solo alcuni degli strumenti che ci motivano a mangiare frutta e verdura anche quando magari non ne abbiamo voglia. Ma con i bambini? Come si può far sì che il mangiare verdura ad ogni pasto non diventi una costrizione? In quest’articolo vi sveleremo pochi e semplici consigli che potrebbero esservi utili nella lotta quotidiana coi vostri piccoli mostriciattoli! <3 Rendeteli partecipi della preparazione: quando avete un pochino di tempo in più, mettetegli un bel grembiuli e coinvolgeteli nel cucinare con voi da una bella macedonia a delle polpette di broccoli & patate! Fatelo scegliere: date una duplice o triplice possibilità di verdura (senza prospettargli opzioni più allettanti…. 😉 ). Non è necessario che mangi tutti i tipi di frutta e verdura, anzi: la possibilità che scelga gli farà anche capire quale vegetale preferisce o non gli piace! Magari per iniziare scegliete verdure “dolci” (piselli, carote, patate…) condite in modo semplice in modo che possa apprezzarne il gusto naturale! Niente ricatti: “mangia gli spinaci sennò niente dolce!” è una frase che tutti noi abbiamo utilizzato qualche volta, ma è pericolosissima! Comporterà che il dolce venga classificato come premio mentre le verdure come castigo…i bambini sono mooolto sensibili a questo tipo di rimando: attenzione! Il buon esempio: se vedrà che tutti attorno a lui le mangiano, sarà fortemente stimolato a mangiarle a sua volta! Così farete del bene a voi e a lui 🙂 Decorate il piatto: Soprattutto coi bambini più piccoli, i colori diversi e invitanti dei vegetali lo invoglieranno a mangiarla! Rinforzate i suoi sforzi: un “Bravo, hai mangiato tutto quello che avevi nel piatto!” non è mai di troppo! E, ultimo consiglio, rendete il momento del pasto un momento gioioso e di condivisione e di ascolto. Sarà un bene prezioso nell’immediato ma anche negli anni a venire….

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