Luisa Cascarano
Scrivere in corsivo: è proprio indispensabile? In alcuni paesi si pretende che i bambini lo imparino fin dall'asilo, in altri è stato abolito. Ecco che cosa dicono psicologia e neuroscienze a proposito del dibattito corsivo contro stampatello. Croce e delizia, si potrebbe definirla: la scrittura in corsivo è uno dei primi impegnativi scogli da superare per gli alunni all’inizio della prima elementare. Ci sono insegnanti (e genitori) che la giudicano una tappa imprescindibile, e altri che ritengono sia in fondo una perdita di tempo. Alcuni insegnanti scelgono di rimandare alla fine dell’anno l’apprendimento del corsivo, concentrandosi all’inizio solo sullo stampatello, perché secondo loro molti bambini provenienti dalla scuola dell’infanzia non hanno ancora acquisito la manualità fine necessaria per riuscire nel compito. PAESE CHE VAI, SCRITTURA CHE TROVI. Il dibattito sull’utilità di far imparare i bambini a scrivere a mano in generale, in un mondo dominato da tastiere di computer e touchscreen, è recente. La Finlandia, per esempio, nota per essere costantemente ai primi posti nelle classifiche che valutano la qualità dei sistemi scolastici, ha eliminato a partire da quest’anno l’obbligo di imparare a scrivere con carta e penna. E da un paese all’altro il favore che incontra il corsivo è diverso. Se in Francia è onnipresente e si insegna fin dall’asilo, a scuola in Messico si impara solo lo stampatello. Da noi viene di solito introdotto in prima elementare, ma con tempi diversi a seconda di scuole e insegnanti, e vengono esentati i bambini con certificazioni di disgrafia o di altri disturbi dell’apprendimento. Negli Stati Uniti, infine, dove nel 2009 era stato eliminato l’obbligo del corsivo per l’insegnamento a scuola, alcuni stati stanno tornando indietro e l’hanno di nuovo introdotto. CARTA E PENNA. Sull’utilità della scrittura a mano per lo sviluppo cognitivo non ci sono in realtà molti dubbi. Ormai diversi studi nel campo delle neuroscienze e della psicologia suggeriscono che l’uso della scrittura manuale abbia un valore in sé, diverso e indipendente dalla scrittura alla tastiera. Ci sarebbe una stretta relazione tra la mano che traccia i segni sulla carta e il cervello: si attiverebbero circuiti nervosi unici che nei bambini favorirebbero anche la lettura, la memorizzazione, la produzione delle parole. Secondo una ricerca, per esempio, gli alunni di 7, 9 e 11 anni che scrivevano a mano erano in grado di farlo più velocemente, utilizzando più parole e esprimendo più idee rispetto a quando lo facevano alla tastiera. Ma se questo è vero per la scrittura a mano in generale, le idee sono molto meno chiare riguardo a una presunta utilità del corsivo rispetto allo stampatello: c’è qualche vantaggio, di tipo cognitivo? Qualche utilità pratica, per esempio la velocità ? PAROLE CHE CORRONO. Dal latino currere (che corre, che scorre) la scrittura in corsivo, che si impose nell’Italia del Rinascimento, è associata da sempre all’idea che consenta di risparmiare tempo nel vergare caratteri sulla carta. Ma è davvero così? Quasi tutti risponderebbero in maniera affermativa. In realtà , quando sono stati fatti delle prove paragonando la velocità dei vari tipi di scrittura il corsivo non ha ottenuto vittorie schiaccianti, e comunque poco significative, come sottolinea in un articolo sulla rivista Nautilus il giornalista Philip Ball: tutti sono abituati a scrivere in corsivo e quindi non ci sono termini di paragone rispetto a chi ha adottato fin da piccolo un altro metodo di scrittura. In uno studio recente che ha paragonato la velocità di scrittura di bambini della scuola primaria in Francia e Canada il corsivo è risultato più lento rispetto alla scrittura in stampatello. A sorpresa, il metodo più veloce è stato un mix personalizzato di scrittura adottato da bambini canadesi cui, a differenza di quelli francesi che possono utilizzare solo il corsivo, imparano anc
Luisa Cascarano
Precious plastic: il macchinario gratuito per riciclare la plastica e creare nuovi oggetti direttamente a casa I rifiuti di plastica rappresentano un grandissimo problema per l’ambiente, poiché la plastica è un materiale resistente che impiega diverse centinaia di anni prima di decomporsi. Oltre l’80% dei rifiuti che finiscono nei nostri mari è costituito da plastica e minacciano la fauna selvatica, la vegetazione e la nostra salute. Riciclare quanta più plastica possibile è dunque fondamentale per contenere il problema e, proprio grazie alle caratteristiche di questo materiale, flaconi e contenitori in plastica possono diventare una preziosa risorsa. I rifiuti di plastica possono infatti essere recuperati e utilizzati per creare nuovi oggetti e, da oggi, è possibile farlo anche a casa propria. Il designer olandese Dave Hakkens ha infatti progettato nel 2013 un’innovativa macchina che consente di riciclare la plastica direttamente in casa. Il progetto Precious Plastic, nato nell’ambito della tesi di laurea del ragazzo, negli anni è cresciuto e ha dato vita a una community di centinaia di persone aperta a tutti, impegnate in tutto il mondo nella riduzione dei rifiuti di plastica.Nel tempo, il macchinario è stato più volte revisionato e migliorato, fino ad arrivare a una versione definitiva performante e semplice da utilizzare. La macchina è composta sostanzialmente da quattro parti modulabili. La macchina distruttrice sminuzza flaconi e contenitori in piccoli frammenti che possono poi essere rivenduti o usati nei processi successivi. Attraverso l’estrusore, la macchina creatrice di oggetti e la macchina a compressione è infatti possibile ricavare dai frammenti filamenti di plastica e oggetti di diverse forme e dimensioni, trasformandoli in vasi, piatti, orologi da parete e molto altro. Inoltre, la macchina è del tutto gratuita: Dave ha deciso di non brevettare e di non mettere in vendita il macchinario ma di pubblicare invece i progetti per realizzarla. In questo modo, con un po’ di pazienza e manualità , chiunque può seguire le istruzioni e costruire un macchinario ricicla plastica, per poi divertirsi a creare oggetti di uso comune, d’arredamento e di design grazie ai propri rifiuti in plastica. La community offre supporto per costruire la macchina, idee per ridurre il consumo di plastica, spunti per creare nuovi oggetti dai rifiuti in plastica ed eventualmente per rivenderli sul mercato. Sul sito del progetto, accessibile a tutti senza registrazione, esiste anche una sezione Bazar, dove gli utenti mettono in vendita le loro creazioni in plastica riciclata.Chiunque voglia iniziare a riciclare in casa i rifiuti di plastica, può dunque consultare il sito di Precious Plastic, scaricare i progetti per realizzare il macchinario e dare sfogo alla propria creatività : buon divertimento!
Luisa Cascarano