Riscaldamento globale, temperature in aumento nonostante il coronavirus
Il lockdown, che ha fermato le attività produttive in quasi tutto il mondo, non ha arrestato una tendenza che si fa sempre più preoccupante. E solo una minima parte degli investimenti per risollevare l’economia andrà a finanziare l'industria a bassa emissione di carbonio
Nei prossimi 5 anni c’è un 70% di rischio che la soglia del grado e mezzo sui livelli pre-industriali venga superata una o più volte, con conseguenze drammatiche per l’uomo. L’ennesimo allarme sullo stato di salute del nostro pianete viene lanciato dall’Organizzazione meteorologica internazionale (Wmo), che avverte: il fermo delle attività umane a causa della pandemia di coronavirus non avrà ripercussioni sul livello delle temperature nel 2020.
AUMENTO TEMPERATURA CORONAVIRUS
Una prospettiva ancora più inquietante se si pensa che quella che dovrebbe diventare una fase decisiva per la transizione verso la sostenibilità, in realtà non farà che peggiorare la situazione in nome della ripresa economica. I governi nazionali stanno pianificando una spesa di 9 trilioni di dollari, a livello globale, di cui solo 12 miliardi circa dovrebbero finanziare l’industria a bassa emissione di carbonio. Di contro, per Bloomberg, più di 500 miliardi verranno investiti in quella ad alte emissioni (33 miliardi in sostegno solo delle compagnie aeree, tra le più inquinanti in assoluto)
Tra le parti del Pianeta più interessate dall’aumento del riscaldamento globale c’è l’Artico, che negli ultimi anni è diventato due volte più caldo rispetto alla media mondiale, e l’Europa occidentale, che sarà flagellata da crescenti temporali, figli dell’inevitabile aumento del livello del mare. “La WMO ha più volte sottolineato che il rallentamento industriale ed economico causato dal Covid-19 non può sostituire un’azione coordinata e decisa sul riscaldamento globale” ha dichiarato Petteri Taalas, che ha aggiunto: “Mentre il Covid-19 ha causato una grave crisi economica e sanitaria mondiale, fallire nella lotta ai cambiamenti climatici rischia di minacciare il benessere umano, gli ecosistemi e le economie per secoli”.
ONOTERAPIA: LA CITTÀ DEGLI ASINI
L’asino era un animale destinato all’eclissi, con l’avvento della tecnologia in agricoltura che ne ha di fatto eliminato la funzione economica nei campi. E invece in tutto il mondo, e anche in Italia, si sta riscoprendo il valore di questo straordinario animale, del quale ne esistono 50 milioni di esemplari nel pianeta, attraverso appunto la onoterapia. È indicata per tutti, ma innanzitutto per bambini e per persone anziane, o anche per soggetti disabili o con disturbi psichici ed emotivi, come viene spiegato nel sito La città degli asini. O anche in alcune specifiche attività con i bambini: come nel caso dell’asinobus a Treviso, dove sono gli asinelli a portare i bambini all’asilo, in gruppo. Largo agli asini, dunque, e diamogli spazio nelle nostre vite