La Via Francisca del Lucomagno è un antico tracciato romano-longobardo che, dal lago di Lugano al Sacro Monte di Varese fino all’abbazia di Morimondo, si snoda tra beni del Patrimonio Unesco e del Fai, parchi naturali e vie d’acqua.È lunga 510 km, di cui 135 in Italia. Alcuni tratti sono accessibili alle persone a ridotta capacità motoria. In ogni caso, la Via può essere percorsa tutto l’anno, a piedi o in bicicletta, grazie al fatto che il passo del Lucomagno in Svizzera, con i suoi 1915 metri di altezza è il più basso dell’area alpina e difficilmente presenta condizioni avverse ai camminatori.La Via fa il suo ingresso in Italia dalle sponde del lago di Lugano, poi, nelle sue otto tappe, attraversa cinque parchi naturali, costeggia laghi, fiumi e canali, toccando luoghi di grande interesse storico, come il Sacro Monte di Varese, il parco archeologico di Castelseprio, il borgo di Castiglione Olona, l’abbazia di Morimondo e il ponte coperto di Pavia. Da qui la Francisca prosegue verso Roma con la Via Francigena.L’arrivo, dove viene consegnato anche il testimonium, è alla basilica di San Pietro in Ciel d’Oro dove è custodita la tomba di Sant’Agostino.Tutta la Via Francisca è percorribile a piedi, in bici e in special bike. Si struttura su tappe in media da 16 km, quindi percorribili anche senza un particolare allenamento, e ha una rete di accoglienza capace di ospitare più di 600 pellegrini. Infine è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici.
Nel cuore di Milano sta per nascere una vera e propria “food forest”, un bosco edibile condiviso all’intero del Parco Nord. Qui i cittadini potranno adottare alberi e piante, prendersene cura e raccogliere i loro frutti.Un’area molto ampia, con oltre 10mila mq, dal prossimo autunno sarà a messa a disposizione dei cittadini milanesi e di tutto coloro che vorranno scoprire la bellezza, la bontà e gli usi in cucina di numerose specie autoctone ma anche poco conosciute. E’ la food forest che vedrà i natali all’interno del Parco Nord di Milano grazie anche alla collaborazione con la catena di ristoranti That’s Vapore, l’Università di Padova e WoW Nature, il portale da cui adottare le piante.
A regime, la foresta ospiterà qualcosa come 2000 piante tra alberi e arbusti da frutto, da legno e medicinali, tutte adottate dai cittadini.
La selezione degli abitanti verdi di questo vero e proprio bosco edibile nel cuore della città sarà effettuata da Etifor, spin-off dell’Università di Padova.
I primi alberi a essere piantumati saranno: acero, biancospino, carpino, ciliegio, frassino, melo selvatico, nocciolo, pero selvatico, prugnolo, rosa canina, sanguinella, quercia e tiglio che troveranno posto in particolare nella porzione di parco di Bruzzano.’adozione delle piante, che verranno messe a dimora tra ottobre e novembre 2020, sarà possibile attraverso il portale per le riforestazioni in crowdfunding wownature.eu e con il supporto dei “Green Saturdays” organizzati dalla catena di ristoranti milanese specializzata in cucina naturale That’s Vapore: dall’11 luglio infatti, il 50% del ricavo dei piatti vegetariani consumati all’interno dei locali o ordinati tramite delivery verrà dedicato alla piantumazione di alberi.
Nelle Marche, sull’antico tracciato della Via Flaminia, in un tratto che costeggia il Candigliano, si cela un meraviglioso canyon creato dall’incessante scorrere del fiume. È la Gola del Furlo, un passaggio stretto stretto, tra la rupe e l’acqua, dove la forza della natura la fa da padrona.tra i Comuni di Fermignano e di Acqualagna, nella provincia di Pesaro-Urbino, la Riserva Naturale Statale Gola del Furlo è scrigno prezioso di flora e fauna. Il suo nome deriva dal latino “forulum”, piccolo foro, a indicare quella gola nata per effetto dell’erosione del fiume Candigliano che scorre tra il Monte Pietralata e il Monte Paganuccio e nella quale i Romani scavarono una galleria nel punto in cui il transito era più difficile (a lato di un già esistente varco di epoca etrusca).
La galleria fu fatta costruire su indicazione dell’imperatore Vespasiano nel 76 dopo Cristo e tutt’oggi è aperta al transito pedonale e dei veicoli.
In questa vallata le pareti rocciose si alzano per centinaia di metri tra le acque, formando così un canyon la cui profondità si è ridotta nel momento in cui fu costruita una diga, nel 1922, trasformando il corso d’acqua in un lago.Il percorso inizia dal Centro visite della Riserva Naturale Statale Gola del Furlo, prosegue presso l’area golenale del Candigliano per poi continuare all’interno della Gola lungo la strada Flaminia.