Corridoi ecologici e oasi verdi con i loro fiori preferiti, Torino punta sulle farfalle per ‘rigenerare’ la città
Creare corridoi ecologici per consentire alle farfalle di ripopolare le aree urbane: questo uno degli obiettivi di Farfalle in ToUr, progetto scientifico nato nell’ambito della salute mentale in collaborazione con la facoltà di biologia dell’Università di Torino.
Farfalle in ToUr (Torino Urbana) punta a tutelare le farfalle, identificando le piante preferite da questi impollinatori e creando oasi verdi all’interno di spazi urbani.
Le farfalle infatti depongono le uova su piante di biancospino, piantaggine e ortica e adorano il nettare della lavanda e del timo. Inserire queste specie nei giardini, nei parchi pubblici, nelle aiuole, ma anche su balconi e terrazzi, regala alle farfalle delle piccole oasi in cui possono riprodursi e nutrirsi.
Questo potrebbe favorire la ripopolazione delle farfalle consentendo loro di resistere ai cambiamenti climatici e alla sottrazione di habitat.
Con questo progetto non si intende però tutelare solo le farfalle: le farfalle sono state scelte come specie bandiera grazie alla loro bellezza, in grado di sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto all’importanza e alla conservazione della natura.
Lo scopo è quello di utilizzare le farfalle come specie ombrello e di riuscire a proteggere anche altre specie e l’intero ecosistema salvaguardando le farfalle.
Altro obiettivo del programma è quello di far incontrare le persone e consentire la creazione di nuovi rapporti e relazioni sociali, grazie alla costruzione di oasi verdi e all’organizzazione di iniziative nei quartieri: dal 13 al 25 settembre ad esempio le farfalle e l’ambiente saranno protagonisti a InGenio, Bottega d’arte e di Mestieri di Torino dove si terranno una mostra fotografica, workshop e incontri sul tema.
L’iniziativa Farfalle in ToUr rientra infatti tra le tante incluse nel progetto ProRIreg (Productive Green Infrastructure for Post-industrial Urban Regeneration) dedicate alla rigenerazione urbana inclusiva basata sulla natura e sull’ambiente.
Il progetto ProRIgeg è stato avviato lo scorso anno, avrà una durata dai 3 ai 5 anni e coinvolgerà, oltre alla città di Torino, anche Zagabria (Svizzera), Dortmund (Germania) Cascais (Portogallo), Cluj-Napoca (Romania), Pireo (Grecia) e Zenica (Bosnia Erzegovina).
Ai progetti collaboreranno inoltre 25 tra Università e organizzazioni e, ovviamente, la cittadinanza.
Controlla le tue monete da 2 euro: potrebbero valerne oltre 2mila
C’è una bella notizia che potrebbe farci guadagnare più di 2mila euro in un solo attimo: merito delle monete di 2 euro che abbiamo nelle nostre tasche. Secondo quanto riportato dal sito Flooxer Now, che ha chiesto la consulenza di alcuni esperti di numismatica, alcune di esse valgono molto di più perché sono edizioni celebrative o contengono errori che ne hanno aumentato il valore.
Com’è noto, le monete di euro sono tutte uguali per quanto riguarda peso e forma, la differenza fra i vari paesi sta nell’effige del lato dritto, dove è possibile stampare un’immagine a scelta.
In totale al momento ci sono 184 versioni di monete euro in Europa, a cui vanno aggiunte le versioni commemorative. E sono in particolare queste ultime a valere, in alcuni casi, di più.
Ecco l’elenco pubblicato da Flooxer Now con tutte le monete da due euro preziose e rispettivo valore stimato:
San Marino (2004) pur non facendo parte dell’Unione Europea, nel 2004 ha coniato 110mila monete dedicate a Bartolomeo Borghesi, numismatico ed epigrafista italiano, il cui valore è di circa 150-200 euro. Se è nelle vostre tasche poco male!
la Finlandia nel 2004 ha coniato mezzo milione di monete da 2 euro che omaggiavano i 10 nuovi membri dell’Ue, ognuna di esse oggi vale circa 50 euro;
il Vaticano nel 2005 ha coniato 100mila monete da 2 euro che celebravano la Giornata della Gioventù svoltasi a Colonia, in Germania, il cui valore attuale è di oltre 300 euro;
il Belgio nel 2006 ha prodotto 6 milioni di monete raffiguranti il monumento Atomium di Bruxelles, e il loro valore ora è di più di 300 euro;
la Slovenia ha coniato 40mila monete in edizione speciale per celebrare nel 2007 il 50esimo anniversario della firma del Trattato di Roma, che ora hanno un valore di 50 euro;
è Monaco ad aver emesso la moneta da 2 euro con il valore più alto in assoluto, 2mila euro. La moneta in questione risale al 2007 e omaggiava Grace Kelly;
la Germania nel 2007 modificò la cartina geografica di una moneta da 2 euro per aggiungere i nuovi paesi membri, ma nel frattempo le altre monete continuarono a riportare la vecchia cartina. L’errore oggi vale 50 euro.
la Spagna nel 2009 ha emesso 100mila monete da 2 euro dedicate all’anniversario della nascita dell’Unione economica e monetaria ma venne commesso un errore del valore attuale di 20 euro, perché le stelle europee risultano più grandi rispetto al disegno originale;
a Malta nel 2011 venne coniata una moneta da 2 euro in edizione limitata per un totale di 430mila copie, dedicata alle elezioni maltesi del 1849, che oggi ha un valore tra i 15 e i 25 euro.
In Francia sei reattori nucleari hanno difetti di fabbricazione ma non vengono spenti
Sei reattori nucleari transalpini in funzione delle compagnie francesi EDF e Framatome hanno dei problemi di fabbricazione in alcuni dei loro componenti. I difetti riguarderebbero le saldature dei generatori di vapore delle centrali nucleari realizzati dalla controllata Framatome. Ad oggi però, nessun impianto è stato spento perché, secondo Edf, il problema non comprometterebbe il funzionamento degli impianti.
Continuano gli accertamenti, ma i timori restano. Tutto è iniziato lunedì scorso quando la EDF, maggiore azienda produttrice di energia francese ha annunciato problemi fabbricazione di alcuni componenti dei reattori forniti dalla controllata Framatone.
“Relativamente agli standard associati al processo di fabbricazione, la deviazione riguarda un’escursione dagli intervalli di temperatura in determinate aree durante le operazioni di produzione, comportando il trattamento termico di distensione su alcune saldature del generatore di vapore. Il problema riguarda i componenti in servizio nonché i nuovi componenti che non sono stati ancora installati su alcun sito”, si legge sul sito dell’azienda.
I reattori interessati sarebbero in tutto sei: i reattori 3 e 4 della centrale nucleare di Blayais, il reattore 3 di Bugey, il reattore 2 di Fessenheim, il reattore 4 di Dampierre-en-Burly e il reattore 2 del centrale di Paluel. I difetti di fabbricazione riguardano anche componenti non ancora in servizio e destinati al futuro reattore Epr di Flamanville e al reattore di Gravelines. Come dicevamo tra quelli in funzione, ad oggi, nessuno è stato spento.
“EDF – insieme a Framatome – sta conducendo indagini approfondite per identificare tutti i componenti e se ci sono altri reattori interessati, nonché per accertare l’idoneità al servizio”, scrive ancora.
Nello specifico, i difetti sarebbero nelle saldature dei generatori di vapore delle centrali nucleari che non sarebbero conformi al progetto iniziale. Ci sarebbe in pratica, uno scarto tra il processo di trattamento termoresistente per la saldatura riferito nel progetto e poi quello messo in moto da Framatone. Ma Edf rassicura che si tratterebbe di uno scarto minimo che non mette in discussione la funzionalità degli impianti nucleari. In Europa ci sono attualmente 143 centrali nucleari in funzione. Ognuna di queste è potenzialmente pericolosa. Mentre continuano le indagini, rimane la preoccupazione perché questa scena ricorda tanto quella del disastro nucleare di Chernobyl, di cui ancora continuiamo a pagare le conseguenze.
E pensare che proprio questa tipologia di reattori di EDf era quella “super-sicura” che stavamo per comprare dalla Francia prima che il referendum sul nucleare bloccasse tutto.