Luisa Cascarano

Premiato Limone del Garda per la pista ciclabile sospesa più bella d’Europa, la ciclovia dei sogni La chiamano “ciclovia dei sogni” e non è un caso, perché percorrendola ci si sente trasportati in un luogo senza tempo, in una dimensione quasi onirica, sospesi sul lago di Garda. Stiamo parlando della ciclopista del Garda, la pista ciclopedonale sospesa più bella d’Europa, grazie alla quale il comune di Limone del Garda si è aggiudicato il Premio “PIMBY” (Please In My Back Yard) Green 2019. Un premio prestigioso assegnato, durante l’evento promosso da FISE ASSOAMBIENTE con il patrocinio dell’ANCI, ad amministrazioni e imprese del territorio che si sono dimostrate capaci di guardare oltre, promuovendo la realizzazione di opere pubbliche o private di grande impatto innovativo e strategico, come ha dichiarato il Presidente FISE Assoambiente Chicco Testa: “I Premi assegnati riconoscono meriti a quanti, superando un sempre più diffuso egoismo territoriale, hanno deciso di realizzare sul proprio territorio un’opera utile per una più ampia comunità, mostrando una visione strategica del bene comune e un atteggiamento costruttivo nel rispetto del territorio, dell’ambiente edel confronto partecipativo. Un Premio contro la sindrome NIMBY che frena la ripresa del nostro Paese e vede spesso avvilupparsi in un circolo vizioso difficile da spezzare politica, enti pubblici, associazioni ambientaliste, associazioni di categoria e sindacati”. La ciclopista di Limone sul Garda, piccolo comune a confine tra la provincia di Brescia e Trento, non poteva che vincere perché, a parte il valore turistico, è di una bellezza straordinaria. Chiunque ami pedalare o camminare, dato che un tratto della pista è percorribile anche a piedi, avrà la magica opportunità di immergersi in un panorama mozzafiato, sospeso tra il verde delle acque lacustri e gli azzurri del cielo. Un percorso in parte ardito, che per un tratto affianca la statale 45 bis Gardesana Occidentale, a sbalzo sul lago e che sporge, in altezza, a 50 m dal livello dell’acqua. La cosa magnifica è che si può percorrere anche di notte, circondati dal silenzio della natura. Un’esperienza unica non solo per chi ama pedalare ma per chiunque adori la magia dei luoghi incontaminati. L’intero anello ciclabile è esteso sulle sponde del magnifico lago di Garda tra Trentino, Lombardia e Veneto, e il tratto percorribile in bici permette di visitare anche gallerie dismesse della gardesana, consentendo ai ciclisti di scoprire luoghi altrimenti inaccessibili. Da non perdere, fra gli altri, il tratto che da Gargnano si estende fino a Limone sul Garda, caratterizzato dai ripidi pendii dei monti della Valvestino. La pista ciclopedonale del Garda, come riportato dal Comune di Limone sul Garda, è aperta tutti i giorni, 24 ore su 24, e si estende dalla passeggiata a lago fino al confine con il Trentino, per un totale di 4 km, di cui gli ultimi due sospesi sul lago. Una volta raggiunto il parcheggio multipiano situato sulla passeggiata a lago, dove va lasciata l’automobile, si prosegue direttamente a piedi o in bicicletta. Se non siete provvisti di bici, potete noleggiarla nel punto E-bike, che propone tariffe di € 20 per noleggi di mezza giornata e di € 30 per l’intera giornata. Gli ultimi 2 km a picco sul Garda si possono ammirare anche tramite apposito servizio taxi in motocarrozzetta, senza attraversare il resto della pista.

Luisa Cascarano

Dal 2020 Volvo limiterà la velocità massima a 180 kmh per ridurre gli incidenti Dal 2020 Volvo limiterà la velocità delle proprie auto a 180 km orari. Ad annunciarlo è la stessa casa automobilistica che vuole dare un segnale sui pericoli in macchina. La Vision 2020 dell’azienda punta ad azzerare le vittime in strada per chi guida una Volvo. Si tratta di uno degli obietti ipiù ambiziosi sul fronte della sicurezza nel settore automobilistico. Consapevole del fatto che la tecnologia da sola non riuscirà a portare a zero il numero di morti, Volvo Cars sta attuando varie strategie per riuscire nell’intento. La prima, che si spera faccia da apripista, è quella di limitare la massima velocità a 180 kmh. Non poco ma abbastanza per ridurre le vittime. Un recente studio condotto dal consiglio Europeo per la sicurezza stradale ha dimostrato che se si abbassasse la velocità media di 1 Km si avrebbero 2100 morti in meno all’anno. “Volvo è leader nella sicurezza: lo siamo sempre stati e lo saremo sempre”, ha detto Håkan Samuelsson, presidente e amministratore delegato. “Grazie alla nostra ricerca, sappiamo dove si trovano le aree problematiche quando si tratta di porre fine a ferite gravi e incidenti mortali nelle nostre macchine e, anche se una limitazione della velocità non è un toccasana, vale la pena farlo se si riesce a salvare una vita”. Il problema legato all’eccesso di velocità è che al di sopra di determinate soglie, la tecnologia di sicurezza in-car e la progettazione di infrastrutture intelligenti non sono più sufficienti a evitare gravi lesioni e incidenti mortali. Questo è il motivo per cui i limiti di velocità sono in vigore nella maggior parte dei paesi occidentali, ma l’eccesso rimane onnipresente ed è una delle cause più comuni delle morti sulle strade. Per questo, Volvo punta a coniugare questi aspetti, da una parte limitando la velocità dei propri veicoli e dall’altra studiando nuovi sistemi di controllo intelligente della velocità e di geofencing in grado di limitare automaticamente le velocità in prossimità di scuole e ospedali. Intanto in Italia si parla di alzare il limite a 150 in autostrada… Francesca Mancuso MUOVERSI AUTO

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Luisa Cascarano

In arrivo lo pneumatico senza aria che non si buca e si rigenera Si chiama Uptis ed è il nuovo pneumatico senza aria e che si ricicla fino a 6 volte. A presentarlo sono stati Michelin e General Motors. Quest’ultima sta testando il prototipo di Uptis nei propri veicoli elettrici, tra cui la Chevrolet Bolt EV. Esso è stato soprannominato “gomma-fachiro” perché è autoportante grazie a una struttura ad hoc ed è privo di aria. È anche molto resistente e non teme chiodi da 10 cm. Ma non solo. A fine vita è possibile riciclarne la struttura per 5/6 volte. Uptis è dunque airless, stampato in 3D e 100% sostenibile visto che per realizzarlo vengono usati materiali interamente rinnovabili o bio-sourced. Senza aria e con meno rifiuti La tecnologia airless fa sì che il prototipo di Uptis sia resistente alle forature, alle perdite di pressione e ai danni da urti contro cordoli e sassi. In questo modo, da una parte garantisce una maggiore sicurezza perché essendo privo di aria elimina il rischio di pneumatici sgoni o il loro scoppio. Dall’altra, permette di ridurre l’uso di materie prime e rifiuti per la sostituzione di pneumatici o la produzione di pneumatici di scorta. Eliminare l’aria compressa a sostegno del carico del veicolo permette un notevole risparmio ambientale: circa 200 milioni di pneumatici in tutto il mondo vengono smantellati prematuramente ogni anno a causa di forature, danni o pressione dell’aria impropria che causano un’usura irregolare. A bordo delle auto elettriche Grazie all’accordo on General Motors, dal 2024 questi pneumatici potrebbero essere montati sulle auto elettriche. Al momento si stanno testando sulla Chevrolet Bolt EV. “Il prototipo Uptis dimostra la capacità di innovazione di Michelin – sia nella padronanza di questi materiali high-tech, sia nell’approccio allo sviluppo in stretta collaborazione con GM” ha detto Eric Vinesse, vice presidente esecutivo, ricerca e sviluppo del gruppo Michelin durante il lancio di Uptis al Summit di Movin’On. “Uptis rappresenta il progresso verso la visione di Michelin per la mobilità di domani e incarna anche il nostro impegno per una migliore mobilità sostenibile per tutti”.

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