Founder Junior
Sua Santità il Dalai Lama: Rabbia, sospetto ed invidia disturbano le nostre menti.
L' antidoto a queste emozioni è coltivare pazienza e tolleranza. E' la persona che chiamiamo nostro nemico ad offrirci l' antidoto
Caro lettore, cara lettrice desidero avere il piacere di condividere con te una riflessioni offertaci magistralmente da sua Santità il Dalai Lama.Il tema da lui trattato verte le emozioni negative del sospetto e dell' invidia e come superarle.Esse sono fattori disturbanti nella nostra mente e coltivare la pazienza e la tolleranza costituisce il rimedio ad esse.
Ad offrirci la coltivazione della pazienza e della tolleranza è la persona che noi chiamiamo nostro nemico, pertanto sarebbe bene che la vedessimo come la nostra insegnante.
“ Rabbia, sospetto ed invidia disturbano le nostre menti. L'antidoto a queste emozioni è coltivare pazienza e tolleranza. Chi ci dà l'opportunità di svilupparlo? Quello che chiamiamo nostro nemico. Pertanto, possiamo vedere lui o lei come un insegnante ”.
- Sua Santità il Dalai Lama ( Tenzin Gyatso )
Fonte : Il Buddhismo tibetano nella vita quotidiana
Wikipedia
La fotografia raffigurante Sua Santità il Dalai Lama ( Tenzin Gyatso ) è tratta dalla pagina web "Asia Times"
Francesco Maccioni Ricercatore indipendente, filantropo
Founder Junior
Il continuare a soffrire per gli errori commessi in passato si rivela una perdita di energie non indifferente, in più il pensandoci continuamente e ossessivamente è del tutto insensato. Ogni afflizione mentale ha il solo effetto di produrre della sofferenza
Caro/a amico/a e membro della community di Cam.TV oggi desidero affrontare insieme a te il tema della sofferenza proponendoti la visione buddhista degli errori : il continuare a soffrire per gli errori commessi in passato (e con essi l' eventuale corredo di insuccessi più o meno brucianti ecc.) è un "attaccamento al sè come veramente esistente" cioè è allucinazione, perchè tale sé non esiste: esso non è esistito in passato, ne esiste nel presente e non esisterà nel futuro, pertanto perderci energie e soffrirne pensandoci continuamente e ossessivamente è del tutto insensato. Piuttosto, una volta riconosciuto un errore passato è bene archiviarlo tra le proprie sagge acquisizioni e via. Ogni afflizione mentale ha il solo effetto di produrre della sofferenza e la sofferenza si rivela sempre inutile. Il dolore va distinto dalla sofferenza e il riconoscere l'errore come errore, produce della virtù ed è l’antidoto ad ogni nostra limitazione.
Personalmente ritengo che la visione buddhista degli errori si rivela molto utile a ciascuno di noi, un prezioso strumento nell'affrontare la sofferenza.Vi è per giunta una sofferenza superflua ( e tavolta anche autoindotta ) ed è bene godere di consapevolezza.
Fonte : Il Buddhismo Tibetano nella vita quotidiana
Immagine tratta dalla pagina web "Vivere più sani"
Francesco Maccioni
Founder Junior
L' idea di felicità di Lev Tolstoj
Caro lettore, cara lettrice desidero augurarti dal profondo del mio cuore di poter godere della Felicità.
Oggi desidero proporti l' idea di felicità di Lev Tolstoj nella speranza che essa possa esserti utile o che possa per lo meno suscitare in te dell' interesse :
«Ho vissuto molto, e ora credo di aver trovato cosa occorra per essere felici: una vita tranquilla, appartata, in campagna. Con la possibilità di essere utile alle persone che si lasciano aiutare, e che non sono abituate a ricevere. E un lavoro che si spera possa essere di una qualche utilità; e poi riposo, natura, libri, musica, amore per il prossimo. Questa è la mia idea di felicità. E poi, al di sopra di tutto, tu per compagna, e dei figli forse. Cosa può desiderare di più il cuore di un uomo ? ».
- Lev Tolstoj - Felicità familiare, 1859
Fonte : EticaMente
Il ritratto di Lev Tolstoj è tratto dalla pagina web "EticaMente"
Francesco Maccioni Ricercatore indipendente, filantropo