IL GRANELLINO🌱
(Mt 18,1-5.10.12-14)
Bisogna rinascere per entrare nel grembo eterno della Trinità. Per abitare nell'amore del Padre, del Figlio e dello Spirito c'è bisogno di diventare piccoli. Gesù Cristo è venuto ad insegnarci come si diventa piccoli. Il primo insegnamento è che senza il Padre celeste non siamo nulla e non abbiamo nulla. Tutto ci viene da Dio Padre e Creatore. Come il neonato non si considera autosufficiente, così anche noi dobbiamo dipendere in tutto e per tutto da Dio. Lo spirito d'infanzia c'induce ad affidarci completamente a Dio che ci ama e provvede per noi in ogni cosa buona. Essere piccoli, spiritualmente parlando, significa essere umili. L’ateo si fa dio di se stesso, si affida totalmente alle sue capacità fisiche, intellettive, volitive ed economiche.
Forse, anzi senza forse, tu non sei ateo, ma certamente sei pieno di orgoglio e di vanità, che sono i rami del tronco che si chiama "Superbia". L'uomo orgoglioso crede in Dio, ma attribuisce a sé stesso ogni successo che consegue nella vita. Quindi è incapace di dire "grazie" a Dio, fonte di ogni dono naturale e soprannaturale. L'uomo vanitoso invece di ammirare Dio come fonte di ogni bellezza ammira solo stesso.
Essere piccoli, spiritualmente parlando, significa anche essere miti. Il neonato non disprezza nessuno, non indossa una maschera, cioè è nudo, non reagisce alla violenza, non si vendica. La caratteristica del neonato è la tenerezza. Non ha un cuore rigido. Il suo cuore, come il corpo, è tenero.
Solo gli umili e i miti possono vivere nel grembo della Trinità ed essere così beati. Amen. Alleluia.
(Padre Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)
PS: Un sentito grazie a tutti gli amici lettori che mi hanno letteralmente sommerso di auguri per il mio onomastico. Che il SIGNORE ci benedica!❤️❤️❤️
IL GRANELLINO🌱
(Gv 12,24-26)
È meglio comandare che servire, si sente dire spesso nel mondo che non conosce il Vangelo. Nella mia lunga vita ho sperimentato che c’è più gioia nel servire che nel comandare, più nel dare che ricevere. Chi comanda sperimenta il piacere, ma non la gioia. Il piacere passa, ma la gioia rimane. Ovviamente bisogna servire liberamente e per amore. Servire perché si è costretti non genera gioia, ma tristezza.
Gesù si offrì al Padre per la nostra salvezza liberamente e per amore. Dio si compiace di colui che si mette al suo servizio e del prossimo con gioia. Il cristiano che vive in e per Gesù esclama: "Io vivo non per essere servito, ma per servire". Servire è veramente dare la vita, cioè morire alle proprie comodità. Spesso si dice: NON DISTURBARE. II che significa: Non mi scomodare.
Il martire San Lorenzo era diacono che significa "servitore". Nella Chiesa primitiva il ruolo del diacono era di aver cura dei poveri, degli ultimi e delle vedove della comunità cristiana. Oggi nelle nostre Diocesi ci sono molti diaconi, ordinati non per servire i poveri e gli ultimi della società, ma per servire all'altare. Spesso si servono dell'altare come gli attori si servono del palcoscenico. È veramente triste vedere nella comunità cristiani che alcuni diaconi, sacerdoti e vescovi si servono di Dio per diventare signorotti. San Lorenzo martire ha dato la vita per il vangelo di Gesù Cristo che ha detto: “Il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire".
Chi si serve di Dio per essere servito è figlio del diavolo. Amen. Alleluia.
(Padre Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)
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