Rosa Borgia

Arte & Intrattenimento

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Ibn Gubayr e gli adoratori delle croci di Messina

2019-03-03 14:57:03

Le annotazioni sulla particolare ricchezza del territorio messinese che, nel corso dei secoli, aveva attirato le mire di molti popoli, sono confermate anche da altri storici storici arabi, come Ibn Gubayr/Jubair. Noto anche come Abū l-Husayn Muhammad ibn Ahmadal-Kinānī, nacque a Valencia nel 1145 e morì ad Alessandria d’Egitto nel 1217. Poeta, erudito e studioso di letteratura e scienze religiose, Gubayr fu un funzionario alla corte di Granada.Questi, nella sua opera storica, descrive la Sicilia (dove soggiornò due volte, nel 1183 e dal 1184 al 1185) sotto il dominio normanno di Guglielmo II il Buono e narra le vicende della conquista musulmana dell’isola. Nel suo testo l’autore arabo fornisce interessanti elementi riguardanti le operazioni militari svoltesi a Messina e menziona alcuna fasi di assedio con riferimento alle fortificazioni ed al territorio.Testimone diretto di molti dei fatti che narra, Ibn Jubair sottolinea come Messina: S’appoggia a’ monti le cui falde corron di pari coi fossi della città: ha di faccia il mare dal lato di mezzogiorno. In particolare, l’attenzione si incentra sul porto, di cui viene elogiata la rilevanza economica e strategica; esso era la meta dei legni che solcano il mare venendo da tutte le regioni: comodissimo [soggiorno] pel buon mercato [delle cose]; ed ancora: mirabilissimo poi il suo tra tutti i porti di mare; poiché non è sì grosso legno che non possa avvicinare da toccar quasi la terra: e vi si passa mettendo soltanto un’asse, su la quale salgono i facchini co’ pesi in spalla.Non viene taciuta poi l’ immensa profondità dello Stretto e la pericolosità del suo attraversamento, ben nota a tutti i naviganti. ‘Ibn Gubayr, come il geografo arabo Idrisi, si sofferma inoltre sulla fertilità del suolo messinese: i monti di Messina paion tanti giardini, abbondanti di mele, castagne, nocciole, susine e altre frutte.Di particolare interesse è la notizia secondo la quale negli anni 1183-1184 lo stesso Guglielmo II si trovava a Messina ed aveva a disposizione degli alloggi degni della sua importanza: In Messina egli ha un palagio bianco come una colomba, il quale domina la spiaggia. Ibn Jubair inoltre sottolinea la presenza di un arsenale militare, saldo e ben strutturato, capace di accogliere gli eserciti e di ospitare una numerosissima flotta.

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Rosa Borgia

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Parco Museo Jalari, un centro d’eccellenza

2019-03-03 14:46:47

Il Parco Museo Jalari prende il nome arabo dalla contrada in cui si sviluppa e si estende su una superficie di 35 ettari. Ideato dalle famiglie Pietrini e Giorgianni, si trova sui Monti Peloritani a pochi chilometri da Barcellona Pozzo di Gotto, ed offre ai visitatori 15.000 reperti collocati in 42 botteghe artigiane che riproducono l’atmosfera dei tempi passati.Le sculture e le fontane lungo i viali, opere di Mariano Pietrini, sono state realizzate in pietra luccicante, jalari appunto, che dà il nome al Parco. Le opere rappresentano personaggi storici, mitologici e leggendari, in un percorso suggestivo in cui anche le architetture realizzate da Salvatore Pietrini, ci parlano della storia delle dominazioni della Sicilia con le cupole tondeggianti, le colonne greche e le merlature dei castelli normanni.I Viali, immersi nel verde, posseggono nomi suggestivi come il Viale della Confusione, dei Sogni, l’Amore, del Dolore, della Riflessione e che, con la Chiesetta Arcaica, il Giardino delle Muse, la Terrazza sull’Infinito ed il profumo dei roseti della Piazza degli Aromi e Sapori, costituiscono un’ideale cammino alla riscoperta di se stessi e delle proprie radici. Nel Parco è presente anche uno stupendo bioagriturismo, dove è possibile pernottare e degustare i piatti tipici della cucina siciliana, oltre a un centro congressuale con suggestive location per eventi speciali.Molte le manifestazioni organizzate al Parco Museo Jalari in cui si svolge il Festival Cinematografico Jalari in Corto. Da non perdere anche la Festa della Vendemmia con musica, danze, degustazioni e pigiatura dell’uva, in programma alla fine di settembre. Infine, va citato anche la manifestazione EspressivaMente, raduno annuale di espressione artistiche che si tiene in agosto. Il tutto per raccontare a chi fosse interessato la bellezza di uno dei più importanti patrimoni della nostra Sicilia e in particolare della nostra Provincia di Messina. Un’esperienza unica, per rivivere la terra che fu, con la speranza di quel che sarà, con l’augurio di una Sicilia che possa nuovamente tornare a essere Caput mundi.

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Rosa Borgia

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La Pignolata Messinese

2019-03-03 14:38:08

INGREDIENTI PER L’IMPASTO750 g farina 00 12 tuorli d’uovo100 ml di alcol puro per dolci (o rum)1 presa di sale PER LA GLASSA AL CIOCCOLATO300 g di zucchero a velo300 g di cioccolato fondente 200 ml di acqua150 g di burro una punta di vaniglia.PER LA GLASSA AL LIMONE400 g di zucchero a velosucco di 4 limoni4 albumi d’uovo. DIFFICOLTA’: Media Preparazione : 60 Minuti COTTURA: 40 MINUTI IMPASTO:Unire i tuorli d’uovo, l’alcol puro, il sale e aggiungere piano piano la farina, fino a creare un composto omogeneo. Dopo aver lavorato per bene la pasta, creare una palla e lasciare riposare per mezz’ora.Una volta che il composto sarà pronto, creare una lunga striscia di pasta del diametro di 1 cm circa da tagliare in piccoli cubetti. GLASSA AL CIOCCOLATO:Sciogliere il burro a fiamma molto bassa, unire la vaniglia, lo zucchero a velo, il cioccolato fondente (sciolto a bagnomaria), ed infine l’acqua, per rendere il tutto ben amalgamato. Una volta ottenuta la glasse di cioccolato, lasciamo raffreddare. GLASSA AL LIMONE:Scaldare lo zucchero a velo con un pentolino a fiamma molto bassa. Una volta che lo zucchero inizierà a filare, toglierlo dalla pentola, metterlo in una terrina ed aggiungere i 4 albumi montati a neve ed il succo di limone. Mescolare fino a quando non otteniamo un composto omogeneo. Prendete i tocchetti di pasta, versatene alcuni dentro la glassa di cioccolato ed altri in quella al limone. Servire in un piatto, andando a differenziare le due parti e lasciar raffreddare per almeno un’ora, fino a quando le due glasse non si saranno solidificate. Una ricetta che continua tutt’ora, ad essere molto amata in Sicilia e che ha conquistato tantissimi turisti in viaggio nella nostra Terra.

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