Rosa Borgia

Arte & Intrattenimento

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Uova No Kill: cosa sono

2019-02-10 21:50:54

le uova sono un ingrediente molto diffuso nell’alimentazione umana: si stima, ad esempio, che negli Stati Uniti l’acquirente medio consumi circa 278 esemplari l’anno. Negli ultimi decenni sono sorti degli allevamenti specializzati nella produzione su larga e larghissima scala, con centinaia o migliaia di galline presenti, proprio per rispondere all’elevata richiesta di mercato. Questa condizione, però, ha portato a una rigida selezione dei pulcini, salvando gli esemplari di sesso femminile – poiché ovviamente necessari alla deposizione delle uova – e all’immediata soppressione dei maschi subito dopo la schiusa. Per evitare la crudeltà della soppressione, l’azienda tedesca Seleggt, in collaborazione con gli scienziati dell’Università di Lipsia, ha investito ingenti somme di denaro per creare un metodo di identificazione delle uova fecondate che non comporti l’uccisione dei pulcini di sesso maschile dopo la schiusa. Impiegando uno speciale laser, sul guscio delle uova fecondate viene praticato un minuscolo foro, allo scopo di prelevare una piccola quantità di liquido. Quest’ultimo viene sottoposto a rapida analisi per l’identificazione dell’ormone estrone solfato, tipico delle femmine. A seguito dell’analisi, dalla durata di pochissimi secondi, le uova con ormoni femminili proseguono il loro processo di incubazione per ottenere delle galline ovaiole, mentre quelle maschili vengono polverizzate e rese un alimento per bestiami. Poiché l’intero processo avviene nelle fasi iniziali della fecondazione, l’eliminazione delle uova avviene prima dello sviluppo stesso del pulcino. Dai numerosi test condotti, il sistema si è rivelato per il 98.5% affidabile e, dalla fine del 2018, sono arrivate sul mercato le prime proposte “no kill”, ribattezzate Respeggt.Uova No Kill: vantaggi. Sono diversi i vantaggi di questo nuovo e innovativo approccio. Il primo, nonché il più evidente, è l’eliminazione della necessità di sopprimere pulcini. Potendo selezionare preventivamente le uova fecondate che potranno sviluppare un esemplare femmina, infatti, si evita di dover uccidere i rappresentati maschili dopo la schiusa. Un beneficio non da poco, considerando come diverse inchieste negli ultimi anni abbiano svelato l’esistenza di metodi cruenti per l’eliminazione di questi animali in vari allevamenti. Secondo quanto affermato dal Ministero dell’Agricoltura tedesco e dall’amministratore delegato di Seleggt, Ludger Breloh, se nel mondo venissero impiegate metodologie analoghe si potrebbe evitare la soppressione di ben 6 miliardi di pulcini.Uova vegane: una startup è pronta a distruggere quelle di origine animaleIl secondo vantaggio, invece, è sul fronte del recupero. Così come già anticipato, le uova che non presentano l’ormone femminile vengono polverizzate per la creazione di mangimi per bestiami: in questo modo, non vi sono materiali di scarto né sprechi.Naturalmente, si tratta di un primo e importante passo per giungere ad allevamenti maggiormente attenti alle esigenze degli animali: anche il consumatore può fare la propria parte, ad esempio optando per quelle realtà su base tradizionale, dove le galline sono libere di razzolare all’aperto, o ancora impianti dove l’allevamento avviene a terra.

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ArcheoMe | Riscopriamo la nostra Terra!

2019-02-10 14:15:24

Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni?Brillano tra le foglie cupe le arance d’oro,Una brezza lieve dal cielo azzurro spira,Il mirto è immobile, alto è l’alloro!Lo conosci tu?Laggiù! Laggiù!O amato mio, con te vorrei andare!”Johann Wolfgang von Goethe (a proposito della Sicilia)

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Marius Jurba “causidicum Messanam”

2019-02-10 14:08:58

Marius Jurba è stato uno dei più importanti giuristi messinesi, figlio di un’epoca che ha visto la nostra beneamata città peloritana, dominare la scena nazionale e internazionale. Giurba nasce a Messina nel 1565, figlio di Onofrio, ricco mercante originario di Rometta e, di Silvia Campolo, di potente famiglia feudale attiva nel ceto dirigente cittadino dagli inizi del Quattrocento. Intraprende gli studi giuridici probabilmente, spinto dallo zio materno Tommaso, docente di diritto civile e giudice nel tribunale cittadino, conseguendo il dottorato inutroque a Pisa il 19 sett. 1587.La sua ascesa professionale coincise con l’affermazione delle istanze egemoniche di Messina sulle altre città siciliane, propiziata da un privilegio concesso nel 1591 da Filippo II. Con esso la città aveva ottenuto la riapertura dell’Università con licentia doctorandi, l’obbligo di residenza del viceré per metà del suo mandato, un più incisivo ruolo della corte straticoziale (tribunale cittadino di prima istanza) a tutela dei privilegi cittadini, importanti esenzioni tributarie. Fu giudice dell’Appellazione nel 1600 e nel 1603, e ancora giudice straticoziale nel 1605; ricoprì quindi la carica di sindicatore e capitano d’armi a Mistretta e Polizzi, nel 1610 fu eletto giudice nel tribunale del Concistoro con il viatico del Quintana, divenuto frattanto reggente nel Supremo Consiglio d’Italia per gli affari di Sicilia.Nel 1612, al termine del mandato, decise di concludere l’esperienza in magistratura e di dedicarsi esclusivamente all’attività forense. Sono frequenti gli accenni a un’ampia esegesi sugli statuti di Messina, come uno dei voulmi recanti una prima parte, dal titolo dal titolo “I.C. Collegii Messanensis, Regiique Consiliarii Lucubrationum”, pubblicata parzialmente solo nel 1620 (una copia relativa ad una prima parte, è conservata nella biblioteca centralizzata della Facoltà di Lettere e Filosofia di Messina). Tra 1617 e 1621 diede alle stampe un “Responsum” composto nel 1610, quando il Senato lo aveva incaricato, insieme con J. Gallo, O. Glorizio e F. Furnari, di difendere il privilegio dell’elezione diretta dei magistrati cittadini da parte del sovrano contro la pretesa del presidente del Regno, cardinale G. Doria, di nominare il successore dello stratigoto, morto prima della scadenza del mandato.Nel 1624 il G. ottenne la cattedra di diritto feudale all’università, che mantenne per il resto della vita. Nel 1626, nei “Consilia criminalia”, espose gli esiti più significativi di un trentennio di attività forense, includendo quelli composti in qualità di avvocato del Senato. Nel 1641 Giurba, assistendo presso la Sacra Rota il fratello Maurizio, canonico del capitolo della cattedrale, in una controversia che l’opponeva al canonico G. Castelli per l’attribuzione del titolo di decano, compose le “Allegationes in ostentationempontificiae largitatis”, ottenendo esito favorevole per il fratello. Castelli però era esponente di una potente famiglia di giuristi in stretto rapporto con il giudice della Monarchia, che l’aveva proposto come suo commissario speciale, contribuì a creare un clima sospettoso nei confronti di Giurba, all’età di 77 anni (4 febbraio 1642), fu detenuto per quattro mesi nella fortezza della città con l’accusa di sedizione e per altri quattro, scontò i domiciliari su pleggeria.Scagionato dalle accuse, nel 1646 pubblicò le Observationes, raccolta pronta dal 1643, delle sentenze più significative dei tribunali del Regno, definitive o in via di definizione. L’opera prendeva in esame più di cinquant’anni di giudicati per offrire un quadro esauriente dello stylus delle curie sicule e criticarne le incongruenze. Con le Observationes ebbe termine la produzione del Giurba. Morì a Messina il 10 marzo 1649, venendo sepolto, per sua esplicita volontà, nella chiesa del convento dei cappuccini, cui aveva legato parte della propria biblioteca.Buongiorno

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