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2023-08-31 15:02:35

Capo Malfatano, uno straordinario porto antico da 400 navi dedicato a Melqart, l’Ercole dei cartaginesi e un po' di storia della Sardegna  Part.3

Fatto sta che forse della Sardegna si capisce non poco vedendo la piccola, ma preziosa mostra “I Fenici in Sardegna”, presente ai Musei Civici di Milano.Ma se ricerca e valorizzazione delle antichità sarde vanno a rilento, in compenso - proprio nelle zone archeologiche - c'è un super attivismo immobiliare - benedetto dalla Regione e dalla Soprintendenza e Legambiente comprese, che rischia di seppellire sotto il cemento armato interi capitoli della nostra storia. Già a Santa Gilla non solo il porto-canale e le sue ruspe rischiano di compiere dei disastri, favorendo lo stesso spostamento dei fenicotteri, che hanno fatto ricca la Camargue, e il un centro commerciale realizzato ha sepolto con le sue fondamenta le strutture del porto romano di Scipione. Ora, inoltre, anche Tuvixeddu, una delle più maestose necropoli puniche esistenti nel Mediterraneo posta su in alto, nel centro di Cagliari, rischia una di quelle valorizzazioni che solo degli intrepidi immobiliaristi sanno prospettare a un Comune: un bel complesso di palazzoni vista-tombe tutt'intorno, alla faccia della scaramanzia, e dei vincoli, e del fatto che l'intera zona è stata definita dall'Unesco patrimonio dell'umanità. 

 Fonte: Quotidiano Honebu di Storia e Archeologia.

Fotografia di Capo Malfatano tratta dalla pagina web "Sardegna Turismo"

Francesco Maccioni Mediatore Marittimo ed Aereo – Nautic Broker Manager  

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Founder Junior

2023-08-31 14:56:48

Capo Malfatano, uno straordinario porto antico da 400 navi dedicato a Melqart, l’Ercole dei cartaginesi e un po' di storia della Sardegna  Part.2

Nella rada deve essere ancora presente un vero tesoro: strade, mura che affiorano, i magazzini del rimessaggio, forse un tempio, forse la conferma dell'origine punica del porto e offre il proseguimento del dott.PaoloBernardini: "E' una zona - questa compresa tra Tharros e Nora, le due capitali sarde della civiltà fenicio punica - che, piena di vita com' era, già ci ha permesso di riscrivere la storia e le datazioni di quel capitolo della Sardegna. Grazie ad alcune case ritrovate dieci anni fa a Sulci ora sappiamo di dover fare arrivare i primi Fenici (termine che, all' inizio, significa genericamente quelli dalla pelle rossa) nell' ottavo secolo avanti Cristo e non più nel sesto o settimo come si riteneva prima. E, sempre con i ritrovamenti, ci siamo resi conto di quanto andassero d' accordo quei primi mercanti avventurieri e danarosi con le popolazioni locali, tutte contente di vendere a buon prezzo rifornimenti e merci. Con i punici no! Cambia davvero tutto: defenestrate le élites locali, deportate popolazioni intere, sostituite da genti del Nord Africa; e poi stragi, tasse e mano pesante; e spie, e sorveglianza...". Fu allora, forse, che qualcuno proferi’ quel "Bucca tupada, bucca indorada: bocca tappata, bocca dorata" che ancora è presente come proverbio. Il porto di Capo Malfatano viene ritenuto da molti il più importante mai ritrovato finora, a non troppa di distanza dal forziere di ancore adagiate sotto la fanghiglia nerastra, ma che ha anche protetto tutto a perfezione) di Santa Gilla, uno stagno distante una quarantina di chilometri dall' antico porto, proprio di fianco a Cagliari.Centinaia e centinaia di anfore ancora piene del loro carico pronte per essere stivate, e non solo : maschere di terracotta, manufatti e tegole decorate da rendere una specie di Pompei del commercio punico-mediterraneo, che meriterebbe di esser conosciuto meglio. Come è bene venire a conoscenza che nelle due zone del Porto grande e dello Stagno di Santa Gilla sta ora partendo una poderosa campagna di archeologia subacquea, e che la Sardegna ha ottenuto appositi finanziamenti per cercare lì dentro la nostra storia comune. Sarà quindi un colossale cantiere archeologico, anche grazie all’aiuto fornito dalle Università e visitabile da tutti in una zona bellissima e miracolasamente ancora intatta con un il cantiere che darà lavoro a centinaia di giovani ricercatori e, come succede in Egitto, si faciliteranno gli scavi anche a équipe archeologiche straniere. I ritrovamenti verranno restaurati e subito dopo esposti in zona con piccoli e grandi nuovi musei adeguati, in modo che per tutta la costa tra Cagliari e Oristano sarà una notevole fonte di entrate economiche, dato che chiunque si interessi di archeologia, una volta visti gli splendori di Tharros e Nora, le due Cartagini dell’Isola, dovrà per forza visitare il colossale porto che racconta l' apogeo della vita di mare di qui e, forse, l' inizio della fine per la civiltà nuragica. Tutto il territorio di Cagliari nasconde a perfezione i suoi antichi trofei, ma purtroppo, però, stavolta sono presenti sì e no 700 milioni di lire (non di Euro !) l' anno in tutto per indagare sul passato archeologico - nuragico, fenicio, punico, romano, bizantino - dell'isola. Da quando fu scoperto, tre anni fa, al Porto grande nessuno ha più indagato e sono ferme anche le ricerche a Santa Gilla. Persino i materiali trovati lì sono sepolti in magazzini inaccessibili. Niente di strano: dei tesori che terra e mare di Sardegna restituiscono da anni, un centesimo appena è quello esposto da quando, sette anni fa, è stato chiuso il vecchio Regio Museo, un mirabolante bazaar di meraviglie nuragiche e mediterranee che nella sua confusione aveva, però, un gran fascino. E da anni si annuncia che il nuovo museo, prima o poi, sarà completo.

Fonte: Quotidiano Honebu di Storia e Archeologia

            La Repubblica del 6 Agosto 1999

Fotografia di Capo Malfatano tratta dalla pagina web “Sardegna Turismo"

Francesco Maccioni Mediatore Marittimo ed Aereo - Nautic Broker Manager 

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Founder Junior

2023-08-31 14:51:42

Capo Malfatano, uno straordinario porto antico da 400 navi dedicato a Melqart, l’Ercole dei cartaginesi e un po' di storia della Sardegna Part.1

Per parlarne di Capo Malfatano occorre accennare a tutto il Mar Mediterraneo e le coste a lui affacciate. La grande rada di Capo Malfatano si presenta improvvisa nel granito della costa sud-occidentale, subito dopo uno sperone di roccia a strapiombo sul mare che gli arabi battezzarono “Amal Fatah” ovvero il luogo della Speranza. Oggi quel luogo caratterizzato da una bellezza unica si chiama Capo Malfatano. La prima Africa, quella dei sassi caratterizzanti Cartagine, è lì davanti, proprio di fronte, a 100 miglia marine verso sud, dritto per dritto 24 ore di vela se il mare è quello giusto. Il vento prevalente qui è il Grecale. Talvolta, però, pure lo Scirocco o Suluk vi si alterna al Maestrale. Nei suoi fondali sabbiosi l'acqua sballotta una prateria di poseidonie che, solo sei veramente dell'umore giusto e in pace con il Mondo intero, possono sembrano danzare per te. Basta una maschera, e saper nuotare anche non troppo bene, per vederle otto nove metri sotto di sé. A interrompere la spianata sommersa, tutta costituita da sabbia tranquilla, alghe e da un via vai di pesci dai svariati colori, c'è una colossale muraglia formata da pietre giganti. Te la trovi sotto la pancia a un metro e mezzo, due sotto il filo dell'acqua e, se non fosse per tutti quei ricci che la fanno apparire a pois, nei punti più alti ci si potrebbe appoggiare con i piedi per prender fiato e sputare nella maschera per renderla nitida. A seguire procedendo in avanti c’è il muraglione e potrai nuotarci sopra per una novantina di metri fino alla riva. E solo per come te li hanno raccontati ti accorgi che molti di quegli scogli sono squadrati, o sagomati a incastro, o ancora sovrapposti ad arte uno sull'altro. Molti di quelli degli strati più alti devono essere stati sbattuti giù dalle onde e dai millenni, mentre gli altri sono ancora al loro posto, compatti l'un l'altro. Dalla sponda opposta, che si presenta simmetrica, un'altra muraglia giganteggia dal fondale per 110 metri finquando non si blocca per lasciare un varco di 240 metri di acqua alta libera, e solo sabbia sotto:è l'accesso alla spiaggia della rada che è due chilometri e mezzo più in là. "Potrebbe essere il Porto di Melqart, l'Ercole dei Cartaginesi. E' comunque la più grande struttura portuale antica che il Mediterraneo ci abbia mai restituito finora. Anche le antiche carte di Tolomeo parlano di un Portus Erculi proprio da queste parti e certo non è una coincidenza", ci spiega il bravo dott. Paolo Bernardini, archeologo della Soprintendenza che, appassionato specialista dell'avventura fenicio-punica in Sardegna, ha approfondito lo studio della zona. E prosegue nella sua illustrazione: "Dentro c'entravano, ormeggiate, anche 400 grandi navi. Poteva essere proprio questa la base d' oltremare per la flotta militare cartaginese che da qui - e da Utica e Cartagine, proprio di fronte, sulla costa tunisina - bloccò a tenaglia il traffico con il Mediterraneo occidentale fino all' ultima guerra punica, quella del 146 avanti Cristo con cui i Romani sfondarono fino a Gibilterra".

Il dott. Nicola Porcu, da diversi anni ispettore onorario della stessa soprintendenza per i suoi meriti di ricercatore subacqueo, che questo colossale porto ha scoperto, sull’argomento sente di aggiungere: "Chi arrivava qui era finalmente al sicuro e, certo, faceva sacrifici proprio a Melqart, il dio che proteggeva i viaggi per mare. Ce n'era bisogno, era un mare davvero cattivo quello di allora: nei fondali qui intorno anfore, ancore e cocci raccontano ancora oggi di antichi naufragi".

            La Repubblica del 6 Agosto 1999

Fotografia di Capo Malfatano tratta dalla pagina web “Sardegna Turismo"

Francesco Maccioni Mediatore Marittimo ed Aereo – Nautic Broker Manager  

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