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L'Europa che non ti Aspetti: 4 Verità Scomode sul Sogno Europeo
Oltre la Narrazione Ufficiale
Quando pensiamo all'Unione Europea, la narrazione ufficiale evoca un grande progetto di pace e prosperità, un'unione nata dalle ceneri della guerra per superare gli egoismi nazionali. Parliamo dei padri fondatori – De Gasperi, Schuman, Adenauer – e del loro sogno di un continente unito, basato sulla crescita sociale ed economica. È una storia rassicurante, che abbiamo sentito innumerevoli volte.
Tuttavia, sotto questa superficie, analisi critiche come quella di Valerio Rossi in "Rovina Europea" dipingono un quadro radicalmente diverso. Non un sogno imperfetto, ma un disastro annunciato, un progetto in cui l'ideale originario dell'“Europa dei popoli” è stato sistematicamente tradito. Secondo questa tesi, l'architettura europea non è il risultato di errori, ma di un disegno preciso che favorisce gli interessi di lobby finanziarie e tecnocratiche a discapito della sovranità popolare e del benessere dei cittadini.
In questo articolo, seguiremo questa linea di analisi per svelare quattro aspetti sconcertanti del progetto europeo. Non si tratta di problemi isolati, ma di ingranaggi interconnessi di un meccanismo che, secondo i suoi critici, ha trasformato un sogno di unità in uno strumento di controllo. Quattro verità scomode che ci obbligano a mettere in discussione tutto ciò che credevamo di sapere sull'Europa.
Un Sogno Tradito o un Progetto da Riformare?
Il quadro che emerge dall'analisi di Rossi è coerente e terrificante. Un'architettura istituzionale in cui burocrati non eletti scrivono le leggi (Punto 1), ha imposto una moneta unica che ha impoverito i cittadini (Punto 2). L'instabilità che ne è derivata è stata poi sfruttata come metodo deliberato per espropriare gli Stati della loro sovranità (Punto 3), il tutto mentre veniva istituita una forza sovranazionale potenzialmente in grado di reprimere ogni futuro dissenso (Punto 4).
Secondo questa prospettiva, il sogno dei padri fondatori di un'"Europa dei popoli" non è stato semplicemente tradito: è stato rovesciato. Al suo posto, sarebbe stata costruita un'Europa delle lobby, della finanza e degli interessi tecnocratici, un'impalcatura di potere che agisce al di fuori di ogni controllo democratico. Di fronte a queste rivelazioni, la domanda sorge spontanea: è ancora possibile credere nel sogno europeo così come ci è stato raccontato, o è giunto il momento di pretendere un cambiamento radicale?
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Romano Prodi: l'Euro? Indietro non si torna
11 anni fa tuonava il Professore!Il
Sistema monetario europeo nel 1979 e, 10 anni dopo, la nascita dell'euro, hanno trasformato la natura del patto che univa i Paesi europei.La crisi economica ha imposto un bilancio di quelle scelte.Quando si decise di varare la moneta unica l'economista Tommaso Padoa Schioppa disse che libero scambio, liberi movimenti di capitali, tassi di cambio fissi e autonomia delle politiche monetarie nazionali in un sistema di Stati sovrani erano un quartetto inconciliabile, destinato a fallire.La scelta dell'euro è stata fatta nel momento giusto?
Non sarebbe stato opportuno approntare anche una politica di bilancio per l'intera Comunità?
Il continente europeo si avvia a contare sempre di meno.
Le cifre di questo declino sono in uno studio della stessa Commissione: nel 2050, se andrà bene, l'Europa produrrà il 17% del PIL mondiale a fronte del 29% di oggi.
E nessuno dei Paesi membri della Unione farà parte del G8. Inoltre, nello stesso periodo, solo il 7% della popolazione mondiale apparterà all'Unione.
Nel 1950 era oltre il 50%.Si tratta di un processo irreversibile?Sono questi i due temi che affronta in questa puntata de La Sfida europea Romano Prodi, uno dei "padri" italiani dell'euro.
Vorreste un "padre" del genere?
A voi l'ardua sentenza!
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Mario Monti afferma che l'Europa ha bisogno della crisi economica, unico modo per costringere le popolazioni riluttanti a cedere la propria sovranità nazionale. Discorso del febbraio 2011.
Cita testualmente: "non dobbiamo che l'Europa abbia bisogno di crisi, gravi crisi per fare passi avanti dell'Europa sono per definizione - cessioni di parte delle sovranità nazionali - ad un livello comunitario"!
Ma non è solo, ha un alleato di eccellenza in Mario Draghi.
Ogni commento è lasciato alla Vostra "sensibilità" e consapevolezza.
Perchè ricordare certe affermazioni fa capire molte cose.
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