Salute & Benessere
Giornata mondiale dell'alimentazione.
Nella Giornata Mondiale dell'Alimentazione il WWF, grazie al programma Food4Future, rilancia l'invito alle istituzioni e all'intera filiera, di trasformare un sistema ormai insostenibile e invia un messaggio a tutti i consumatori ad adottare stili alimentari più responsabili per la nostra salute e per l'ambiente. Adottare comportamenti alimentari corretti, mangiando in maniera sana e bilanciata, può portare enormi benefici non solo per noi stessi ma anche per l'ambiente, la biodiversità e il clima. Una garanzia anche contro le malattie. Dalle pratiche agricole sul campo, all'industria per la parte di trasformazione e di trasporti, fino ad arrivare a noi consumatori, ogni attore della filiera ha un ruolo chiave. Il cibo è al centro della salute umana e di quella ambientale, è una leva straordinaria per migliorare entrambe.
In Italia abbiamo la migliore delle diete possibili, la dieta mediterranea, modello alimentare riconosciuto nel mondo. Ma i dati mostrano che gli italiani, soprattutto i giovani, non seguono più questo stile sano e sostenibile e siamo sempre più in sovrappeso e malnutriti, a causa di abitudini alimentari non corrette e una vita sempre più sedentaria. Negli ultimi 30 anni, si è assistito a importanti "deviazioni" dal modello originale.
Tutti possiamo dare un grande contributo per noi e per il Pianeta, cominciando dalla tavola. "Basta recuperare le abitudini dei nostri nonni, la cui dieta aveva poca carne (50 anni fa il consumo di carne era circa 25 kg a testa l'anno, oggi è triplicato), con abbondanti porzioni di cereali, legumi, frutta e verdura che seguivano le stagioni.
Se in Italia seguissimo la dieta mediterranea, le emissioni giornaliere pro-capite sarebbero 2,3 kg di CO2, in linea con gli obiettivi planetari. Ma quello che realmente gli italiani portano in tavola è diverso: si arriva a 4,5 kg di CO2e pro capite, quasi il doppio di quello previsto.
Siamo di fronte ad un enorme paradosso. Guerre e conflitti, cambiamenti climatici e costo della vita sono le principali cause che spingono le popolazioni verso la malnutrizione e l'insicurezza alimentare, perché generano conseguenze gravissime sull'approvvigionamento di risorse per molti Paesi. Nonostante ciò, nel mondo continuiamo a produrre tantissimo cibo con impatti ambientali devastanti e ne sprechiamo almeno 1/3. La malnutrizione non è solo dei Paesi più poveri, aumenta nei paesi sviluppati. Anche i numeri della malnutrizione in Italia sono allarmanti: l’obesità interessa un adulto su dieci e un terzo dei bambini nella fascia d’età 6-9 anni è obeso o in sovrappeso, cifra che conferma il primato italiano a livello europeo. Obesità e sovrappeso registrano ampia diffusione in particolare nel Centro-Sud del Paese, dove la crisi economica e la povertà educativa hanno prodotto un impoverimento nutrizionale delle diete dei più piccoli. Studi mostrano che in Italia meno di un bambino su cinque delle scuole primarie ha un’alimentazione che segue i principi della Dieta mediterranea e come per 11 bambini su 100 durante l’emergenza Covid il pasto consumato a scuola sia stato l’unico completo della giornata.
Fonte Rai news
Salute & Benessere
Abitudini quotidiane per rallentare l'invecchiamento.
I cardini principali per evitare l’invecchiamento precoce sono la corretta ed equilibrata alimentazione e l’attività fisica regolare, da questa base nascono le 5 abitudini quotidiane:
- Dieta bilanciata di tipo mediterraneo. Numerosi studi hanno legato i principi della dieta mediterranea all’invecchiamento in salute e alla longevità; la dieta mediterranea nei soggetti anziani ha un effetto sul mantenimento della lunghezza del telomero (noto marker di instabilità genetica e invecchiamento cellulare). Dieta mediterranea significa:
- Cereali integrali, frutta e verdure di stagione e pietanze ben variate come pesce, un po’ di carne, latte e derivati.
- Consumare regolarmente latte, yogurt parzialmente scremati e formaggi stagionati semimagri indispensabili per la salute delle ossa, vitamine importanti come B2 e B12 e antiossidanti come vitamina A, zinco e selenio molecole formidabili contro i radicali liberi che sono tra le principali cause dell’invecchiamento precoce;
- Una quantità di proteine adeguata di origine animale come il pesce o i formaggi che apportano ottime proteine ad alto valore biologico (complete dei 9 aminoacidi essenziali) fondamentali per il rinnovo dei tessuti, senza dimenticare i legumi, da consumare anche 3 volte a settimana, per il loro apporto di proteine vegetali e soprattutto fibre importantissime per un efficace intestino.
- bevande alcoliche con moderazione e meglio quelle contenenti polifenoli (resveratrolo del vino rosso) ottimi antiossidanti.
- Idratarsi correttamente: con l’avanzare dell’età la percezione della sete è meno spiccata. Si tende anche a bere meno del solito per evitare la minzione frequente. 10 bicchieri di acqua ogni giorno;
- Mantenersi attivi: sessioni di 20 minuti di camminata o cyclette nel quotidiano per almeno 150 minuti a settimana, ottimali 300 tra aerobica e anaerobica.
- Curare l’igiene del sonno e dormire 6-8 ore continuative. Nel caso di ridotto sonno notturno utile un riposino al pomeriggio. Il sonno è importante per la salute generale tanto quanto andare in palestra, mangiare i cibi giusti e prendersi cura dei bisogni mentali ed emotivi. La qualità del sonno è un fattore chiave per un invecchiamento sano ed è importante sottolineare che ci sono molti vantaggi nel dormire bene la notte anche quando invecchiamo:
- Dormire bene aiuta a consolidare la nostra memoria. Gli anziani che dormono regolarmente bene la notte riferiscono un miglioramento della funzione cognitiva, una migliore memoria e una migliore salute mentale.
- Dormire bene previene il declino cognitivo e la demenza legati all'età, oltre a svolgere un ruolo nella prevenzione della depressione, che è un disturbo di salute mentale comune tra gli anziani.
- Un buon sonno dona benefici al nostro corpo, gli anziani che riferiscono di dormire bene la notte tendono anche ad essere a minor rischio di cadute, che è una causa comune di morbilità e mortalità con Comments 1 148
Salute & Benessere
Disidratazione negli over 65.
Oltre alle cause fisiologiche, nell’anziano la disidratazione è spesso associata a fattori ambientali. Gli studi hanno dimostrato che le persone parzialmente dipendenti sono quelle più a rischio di disidratazione, perché chi assiste crede che la persona sia autonoma ma, in realtà, non riesce a gestirsi completamente da sola, cioè non chiede di bere perché non ha sete.
Ciò avviene anche a causa di:
- Scarsa autonomia, che limita nell’assunzione adeguata di liquidi.
- Demenza o altre patologie limitanti, gli over 65 affetti da tali condizioni sono più esposti al rischio di disidratazione.
- Concomitanza di pluripatologie che possono favorire la disidratazione.
- Diabete senile non diagnosticato o non controllato, che fa aumentare il volume urinario e la perdita di liquidi.
- Ipertrofia prostatica, l’incontinenza urinaria e la disfagia ai liquidi. Le persone affette da tali condizioni tendono a bere di meno per limitare il problema.
- Terapia farmacologica che può interferire sul bilancio idrico.
- che viene spesso prescritta agli anziani ipertesi e provoca maggior espulsione di liquidi, aumentando quindi il rischio di disidratazione.
Inoltre, poiché molta acqua del nostro organismo è contenuta nei muscoli che, con l’età, subiscono una diminuzione fisiologica importante a causa della sarcopenia (fisiologica riduzione della massa muscolare), la diminuzione dell’acqua nell’organismo può peggiorare la forza e la resistenza della massa muscolare.
La terapia si basa innanzitutto sul ripristino della volemia (volume totale del sangue: globuli rossi, globuli bianchi e piastrine) e, successivamente, sul riequilibrio delle alterazioni idro-elettrolitiche. Tuttavia, l’aspetto principale è la prevenzione di tale condizione.
Cosa fare in caso di disidratazione?
- Bere almeno 1,5 Litri (circa 8 bicchieri) di acqua al giorno. Il fabbisogno idrico può essere calcolato anche usando una semplice formula in base al peso corporeo: fabbisogno acqua = 30ml/kg peso.
- Bere più volte nel corso della giornata, approfittare del momento della somministrazione della terapia farmacologica per aggiungere dei liquidi in più.
- Assecondare i gusti dell’anziano con tè o un succo di frutta (se non ci sono patologie che ne sconsigliano la somministrazione, come in caso di diabete mellito). E’ comunque buona abitudine evitare le bevande zuccherate (favoriscono la diuresi) e gli alcolici (poiché l’alcool è un inibitore ADH, ovvero vasopressina, nota anche come ormone antidiuretico).
- Stabilire insieme all’anziano alcuni obiettivi della giornata (es.: tre bottigliette da mezzo litro al giorno, una in mattinata, una nel pomeriggio e una divisa tra i due pasti) e poi verificare di aver raggiunto tali obiettivi.
- Incentivare un’alimentazione adeguata che segua la stagionalità dei cibi (frutta, ortaggi, verdura e latte sono costituiti per oltre l’85% da acqua; pesce, uova, formaggi freschi ne contengono il 50-80%, mentre pasta e riso cotti il 60-65%).
- Non assumere terapia farmacologica fai da te, soprattutto diuretici ACE-inibitori e lassativi.
- Monitorare e incrementare l’assunzione di liquidi in presenza di episodi di vomito e/o diarrea e/o febbre.
- Se c’è disfagia per i liquidi, valutare un adattamento dell’acqua con addensante.
Fonte educazione nutrizionale